AGI 2029 e dintorni. Visioni audaci di Ray Kurzweil e Peter Diamandis sul futuro dell’AI.
#118 #Futuro:l'unica costante è il cambaimento.
Ho recentemente visto una video intervista molto interessante su YouTube, in cui Ray Kurzweil discute le sue previsioni sull’intelligenza artificiale.
Negli ultimi anni, il progresso dell’intelligenza artificiale (IA) è stato talmente rapido da rendere quasi irriconoscibile il panorama tecnologico che avevamo solo pochi anni fa.
In una recente intervista, Ray Kurzweil, uno dei più grandi pensatori di sempre sull’intelligenza artificiale, ha ribadito una previsione che ha fatto ormai più di vent’anni fa: l’AGI (intelligenza artificiale generale) arriverà entro il 2029. Secondo Kurzweil, questa data è persino conservativa, considerando la rapidità dell’innovazione attuale.
Durante il podcast “Moonshots” condotto da Peter Diamandis, Ray ha affrontato tematiche affascinanti: dalla fusione tra IA e esseri umani, all’impatto sull’occupazione, fino al concetto di “longevity escape velocity”. Peter ha presentato Kurzweil come suo mentore e partner d’affari, riconoscendo la sua straordinaria capacità di predire il futuro tecnologico con un tasso di accuratezza dell’86%.
Questo incontro tra due visionari dell’era moderna ha fornito una prospettiva illuminante su come l’IA cambierà la nostra vita nei prossimi anni.
Kurzweil è noto per il concetto di Singolarità, ovvero il punto in cui l’intelligenza artificiale supererà quella umana in ogni aspetto e inizierà a migliorarsi autonomamente in maniera esponenziale. Durante l’intervista, Ray ha confermato che l’AGI sarà raggiunta nel 2029: un’IA capace di emulare qualsiasi competenza umana, ma con un potenziale ben oltre i limiti umani.
Non si tratta solo di creare un’IA che possa essere un pari di un essere umano, ma piuttosto di una IA che combinerà le abilità migliori di tutti gli esseri umani, amplificandole. Una IA in grado di fare tutto ciò che noi possiamo fare, e meglio. Tuttavia, per Kurzweil, la vera Singolarità — cioè la fusione completa tra uomo e macchina — arriverà più avanti, nel 2045, quando la tecnologia ci permetterà di potenziare la nostra intelligenza personale a livelli senza precedenti, rendendo i confini tra uomo e IA sempre più sfumati.
Ray ha discusso anche dell’implementazione di tecnologie come Neuralink di Elon Musk, che punta a consentire l’accesso diretto ai propri pensieri, integrando la capacità computazionale dell’IA nel cervello umano. Questo consentirebbe un accesso immediato a informazioni e capacità avanzate, eliminando la necessità di “ricercare” le informazioni come facciamo oggi con i dispositivi digitali.
Uno dei temi più scottanti è l’impatto dell’IA sui posti di lavoro. Peter Diamandis ha chiesto a Kurzweil se ci sarà una significativa perdita di lavoro tra il 2025 e il 2027 a causa dell’avvento di robot umanoidi e dell’IA. Kurzweil ha risposto con una visione storica, ricordando che 200 anni fa l’80% della popolazione lavorava nella produzione agricola, mentre oggi è solo il 2%. Abbiamo perso quei lavori, è vero, ma nel frattempo sono emerse molte nuove occupazioni che neanche potevamo immaginare.
Ray ritiene che avverrà qualcosa di simile nei prossimi anni: l’IA rimpiazzerà molti lavori ripetitivi e faticosi, liberando le persone per ruoli più creativi e gratificanti. Secondo lui, molti non vedono l’ora di lasciare i loro lavori attuali, perché spesso sono lavori noiosi, che non permettono di esprimere il proprio potenziale. Compiti come pulire tavoli o rispondere a chiamate di routine verranno automatizzati, ma emergeranno nuove opportunità che consentiranno agli esseri umani di dedicarsi a ciò che amano e che li realizza.
Per affrontare questa transizione, Kurzweil prevede l’introduzione di un Reddito Universale di Base (UBI) negli anni 2030. L’idea è quella di sostenere economicamente le persone mentre si riorganizzano e si riqualificano per nuove opportunità di lavoro. Un’altra soluzione, secondo Jeff Bezos, potrebbe essere tassare i robot e le IA, utilizzando tali entrate per finanziare l’UBI.
Un’altra domanda cruciale riguarda la possibile divisione dell’umanità tra chi deciderà di fondersi con l’IA e chi sceglierà di rimanere umano al 100%. Kurzweil è convinto che, così come oggi nessuno si separa dal proprio smartphone, in futuro tutti vorranno fondersi con l’IA per potenziare le proprie capacità. La comodità e i vantaggi di avere l’IA direttamente nel cervello saranno troppo grandi per essere ignorati.
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Non sarà più necessario ricordare le informazioni o imparare processi complessi. Ad esempio, se si volesse capire l’equazione di Schrödinger o approfondire un argomento complesso come la biologia molecolare, l’IA fornirà immediatamente la comprensione necessaria, direttamente nella nostra mente, senza la necessità di un apprendimento laborioso. Sarà come avere un superpotere cognitivo a portata di pensiero.
Longevity Escape Velocity: vivere per sempre è possibile?
Un altro tema che appassiona Kurzweil è la longevità. Egli sostiene che siamo molto vicini al raggiungimento della cosiddetta “longevity escape velocity”, ovvero il punto in cui per ogni anno vissuto, i progressi medici ci permetteranno di guadagnare più di un anno di vita. Questo potrebbe avvenire già nel 2032. In pratica, una persona vivrebbe un anno ma, grazie ai progressi scientifici, otterrebbe più di un anno aggiuntivo di aspettativa di vita. Se riuscissimo a raggiungere questo punto, la nostra vita potrebbe estendersi indefinitamente, almeno in teoria.
Kurzweil sottolinea che questo non significa vivere più a lungo in una condizione di malattia o debolezza. Al contrario, i progressi nella medicina rigenerativa, nelle biotecnologie e nella terapia genica permetteranno di sostituire organi e tessuti, riparare i danni cellulari e persino migliorare il nostro corpo per mantenerci giovani e sani. È un futuro che oggi sembra fantascientifico, ma che, secondo Ray, è molto più vicino di quanto possiamo immaginare.
Un esempio è il lavoro fatto per creare organi sintetici, come i polmoni e il cuore, sviluppati da United Therapeutics. La loro produzione in laboratorio potrebbe consentire a chiunque di sostituire un organo malato, migliorando radicalmente la qualità della vita e prolungandola.
Kurzweil immagina un futuro in cui le nostre menti saranno connesse al cloud, un super-cervello in cui i nostri pensieri si integreranno con l’IA. Questo consentirà una crescita cognitiva senza precedenti: potremo imparare istantaneamente nuovi argomenti, migliorare la nostra memoria e persino connetterci con altre menti umane e artificiali.
Il confine tra ciò che è “umano” e ciò che è “macchina” diventerà sempre più sfumato, ma Ray è convinto che questo non sarà un problema. Anzi, sarà una grande opportunità per espandere la nostra capacità di comprendere il mondo e di risolvere problemi complessi, portando l’umanità verso un futuro di abbondanza e crescita.
Peter Diamandis e Ray Kurzweil concordano nel considerare questo periodo come uno dei più straordinari della storia umana. La velocità del progresso è tale che ciò che oggi sembra innovativo potrebbe sembrare obsoleto già nel giro di pochi anni. Nonostante le preoccupazioni legate all’IA — soprattutto sul fronte della sicurezza e dell’etica — entrambi sono fiduciosi che il bilancio sarà positivo per l’umanità.
Il 2029 sarà solo l’inizio di un nuovo capitolo per la nostra specie, un capitolo in cui l’intelligenza artificiale sarà il partner perfetto per ampliare le nostre capacità e costruire un mondo migliore.
La fusione tra l’umanità e la macchina, l’espansione delle nostre menti e la conquista della longevità sono tutte possibilità che ci attendono dietro l’angolo, e Kurzweil è ottimista nel credere che il meglio debba ancora venire.