Facciamo partire la catena!
Molto spesso in queste ultime settimane, in particolare negli ultimi giorni, mi è stato detto che sono un agente di cambiamento, che sto cambiando il mondo, che sto ispirando altri a diventare persone migliori. Tutto questo mi lusinga e mi ha fatto molto pensare sul vero concetto di "agente di cambiamento" e se quanto mi viene detto fosse vero, come lo sono diventato?
Guardandomi indietro mi vengono in mente tanti momenti nella mia vita che posso definire cruciali e che hanno cambiato il mio destino. Alcuni sono dipendenti a delle scelte che ho fatto, gli altri sono semplicemente successi senza che io potessi controllarli. Quindi mi chiedo, ad esempio: se Leonardo fosse nato con il "giusto" numero di cromosomi, sarei stato una persona peggiore? Se invece di venire a lavorare a Milano fossi rimasto a Pisa, sarei stato una persona peggiore? Se invece ad AIESEC avessi preferito la pallavolo, sarei stato una persona peggiore (tranquilli, la nazionale non si è persa alcun talento, siamo nell'ambito dell'esempio)? E avanti così all'infinito. La risposta per me è chiara: no, non sarei stato una persona peggiore, sarei stato diverso nelle esperienze, ma a prescindere dalle scelte prese o dagli eventi accaduti, avrei continuato ad imparare ed a migliorarmi.
Detto quindi che le nostre esperienze non ci rendono persone migliori o peggiori, quello che secondo me ci contraddistingue è come reagiamo a queste esperienze, cosa impariamo e cosa vogliamo restituire.
Più di un anno fa ho conosciuto Martina Fuga di Coordown (Coordinamento nazionale delle associazioni di persone con sindrome di Down). E' stato uno di quei classici incontri in cui uno dei due (io) era lì per caso, ma riguardando indietro nel tempo, ti viene da dubitare sul concetto di caso. Martina è un personaggio conosciuto nella comunità delle famiglie vicine a persone Down: ha scritto libri, fatto Ted, si espone di continuo in prima persona per tutelare i diritti delle persone con disabilità intellettiva. Io non avevo memoria di averla sentita nominare e mi ricordo che la mattina, prima di incontrarla, scrivo alla mia compagna, decisamente più sul pezzo di me in questo ambito, dicendo: "sto per incontrare Martina Fuga, tu la conosci?". Lei mi ha risposto dicendomi che ero fuori dal mondo.
In questo incontro Martina, con la luce negli occhi di chi sa che sta per fare una cosa fantastica e che tutti dovrebbero essere a bordo, mi racconta del progetto Hiring Chain. Un progetto fantastico perché unisce la semplicità di una canzone per bambini, ad un messaggio forte di uguaglianza, opportunità, crescita, per persone con disabilità intellettiva, ma anche per chi le circonda.
A questo punto, cosa avrei potuto fare io? Ho detto: "ci sto, e non so ancora come, ma ci sta anche LinkedIn".
Da lì è iniziato un viaggio meraviglioso, ve lo garantisco. Ho conosciuto persone magnifiche, veri agenti di cambiamento. Ho conosciuto meglio Martina che mi ha ispirato in tanti modi diversi, aiutandomi sempre con un punto di vista alternativo e facendosi (e quindi facendomi) sempre quella domanda in più per aiutarmi a capire meglio il contesto ed andare un po' più in là. Ho conosciuto Luca Pannese e Luca Lorenzini, semplicemente "i Luchi". Loro lavorano a NY nell'agenzia che hanno fondato SMALL. Sono dei creativi, veri creativi. Ed ogni anno supportano pro-bono la campagna mondiale di Coordown. Sì, pro-bono, mettendoci un cuore enorme, come se fosse il loro progetto più remunerativo. Lo fanno perché hanno dentro qualche cosa in più che pochi esseri umani hanno: sognano un mondo migliore.
Ci siamo confrontati tante volte in questi mesi, perché c'era da lanciare una campagna il cui cuore erano le strette di mano quando una pandemia ci costringeva a lavarci le mani e stare lontani. Non volevamo essere fraintesi ma al contempo volevamo che il mondo ci sentisse, perché in questi mesi di reclusione domestica le persone fragili erano quelle realmente lasciate indietro e rimaste inascoltate.
Martina è entrata in contatto con il team di LinkedIn Italia, ha conosciuto quasi tutti noi, alcuni per il progetto #HiringChain, altri perché è intervenuta in un evento interno per raccontarci il concetto di inclusione di persone con disabilità.
In questi mesi abbiamo atteso il momento giusto che purtroppo (soprattutto in termini pandemici) non mai è arrivato e quindi lanciando il cuore oltre l'ostacolo, Martina mi chiama a Gennaio e mi dice: "abbiamo deciso, a Marzo per la giornata mondiale delle persone con sindrome di Down del 21 Marzo usciamo con la campagna". E da lì una maratona di un anno è diventata uno sprint di 3 mesi dove ognuno credo abbia giocato la sua parte. Io ho cercato di fare in modo che i dipendenti di LinkedIn sapessero della campagna e la condividessero e la sorpresa più bella è stata quando Ryan Roslansky ha visto il post pubblicato ed ha deciso di scriverne uno lui spingendo la campagna, superando abbondantemente il milione di visualizzazioni!
Siamo riusciti a creare tanto rumore all'interno della piattaforma, grazie soprattutto all'incessante sostegno di alcuni colleghi che come me hanno creduto fortemente in questo progetto: Jessica, Erica e soprattutto Gabriella! Grazie infinite.
Grazie a Marco del team di LinkedIn Italia, abbiamo raccolto storie meravigliose di utenti che stanno lavorando con persone con sindrome di Down, cercando di ispirare quanti più possibili ad avviare la catena. Vi consiglio di leggerle tutte di un fiato, le trovate qui.
Oggi è il #WorldDownSyndromeDay, un'occasione mondiale per far sentire la voce di persone meravigliose che hanno tanto da dare al mondo, ma che quasi sempre rimangono in un angolo a vedere le cose succedere. Martina spiega molto meglio di me lo scopo di questa campagna nel suo articolo e perché è importante.
Per me è l'occasione di riflettere su me stesso e su quale mondo voglio provare a costruire per Leonardo ma non solo per lui: perché un mondo di inclusione, di opportunità per tutti, un mondo che guarda al diverso come risorsa è sicuramente un mondo migliore per ogni essere umano.
Riflettere quindi anche sul concetto di "agente di cambiamento". Martina è un grande esempio in questo. Per me per far cambiare le cose, devi avere delle caratteristiche fondamentali:
- Visione di come vorresti il nuovo status
- Conoscenze esatte di quello che c'è ora e conoscenze esatte di quello che vorresti che fosse
- Curiosità, intraprendenza, capacità di coinvolgimento ed entusiasmo
- Doti di comunicazione eccezionali (puoi avere una grande idea ma se non la sai raccontare non si realizzerà mai)
- Un obiettivo superiore a te, perché questo cambiamento è qualche cosa in cui credi fortemente ma trascende la tua persona
Io mi ritengo privilegiato ad aver seguito questo progetto e di poter lavorare in un'azienda così attenta a queste tematiche, dove ho trovato terreno fertile e collaborazione.
Quello che posso fare è dare l'esempio, mettermi io stesso in gioco e spingere per quello in cui credo sia giusto. Attivare la Hiring Chain è necessario ed è giusto perché può aiutarci ad aprire gli occhi, ad apprezzare la diversità, diventare persone migliori per costruire un futuro migliore.
Non sono un agente di cambiamento, ma ho questo sogno, da anni, di ispirare gli altri ad essere la versione migliore di se stessi, perché tutti nella vita abbiamo fatto scelte difficili, a tutti noi è successo qualche cosa di brutto, ma non sono gli eventi che ci cambiano, ma è come noi reagiamo agli stessi. La Hiring Chain è il come.
Internal Communication at Reply Social Network
3 anniBravo Francesco e fortunatissimo Leonardo ad avere un babbo e una mamma così forti!
Strategic Partnerships Builder | International Growth | Dream Team Leader
3 anniBravo Francesco, bellissima e importante iniziativa.
MHE and forklifts expert | Logistics Passionate | In love with Vietnam | #Worklifebalance
3 anniBravo fratello!
Co-Founder & Executive Creative Director @ SMALL | Founding Partner @ by The Network
3 anniThe Change Chain ;)
Shaping Italy's Digital Transition based on LinkedIn + Microsoft clear vision
3 annigrazie Francesco Costanzo