FASB Linea 2 e Avan: la rivoluzione 4.0 non è solo questione di macchine

FASB Linea 2 e Avan: la rivoluzione 4.0 non è solo questione di macchine

Negli anni della trasformazione digitale, delle macchine sempre più intelligenti e connesse, sempre più capaci di raccogliere e fornire informazioni e persino, in una certa misura, di agire autonomamente in base a esse, l’essere umano però serve ancora. Punti di vista diversi potrebbero considerarlo un bene o un male, ma è un fatto che il livello di digitalizzazione a cui si vorrebbe portare la massa delle imprese con la rivoluzione 4.0 è ben lontano dal prevedere macchine che possano prescindere dalla persona che le opera, il che lega indissolubilmente l’informatizzazione all’alfabetizzazione digitale.  

Un’osservazione evidente, forse scontata, eppure spesso sottovalutata da imprese che compiono grandi sforzi per sostenere un rinnovamento della tecnologia per poi cascare sulla cultura di chi la deve usare, finendo con il sottoutilizzare o addirittura sprecare gli investimenti fatti. Porta a riflettere su questo tema l’esperienza virtuosa di Fasb Linea 2 Srl , azienda a conduzione familiare della Brianza lecchese specializzata nella lavorazione di tubi metallici, che ha sviluppato un’attenzione particolare alla sicurezza sul lavoro grazie al suo posizionamento di punta nella produzione di barriere e transenne.

FASB Linea 2 si è avvalsa del programma Tech Fast di Regione Lombardia , che dà diritto a finanziamenti a fondo perduto per progetti innovativi sostenuti da PMI sul territorio lombardo, per introdurre un'innovazione digitale su un oggetto normalmente statico: la transenna che delimita le aree di lavoro temporaneo. L’innovazione di prodotto, però, ha innescato una riflessione a 360° sulla digitalizzazione in azienda, che ha dato il via a un lungimirante programma di rinnovamento 4.0, in cui il lato umano ha proceduto al passo con quello tecnologico.

A raccontarci questa esperienza sono Alberto Fumagalli (Direzione Generale di FASB Linea 2) e Riccardo Fumagalli (Co-founder e CEO di AVAN , spin-off di FASB) che hanno supervisionato le due anime del progetto “F.A.S.B. For A Safety to Be”.

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Il progetto è nato da uno sviluppo di prodotto. Com'è iniziato tutto?

Riccardo - L’idea di partenza è venuta dal dialogo con il mercato. La digitalizzazione ha un gap importante da colmare nell’ambito della sicurezza sul lavoro e ci sono dei passaggi in cui la mancanza di strumenti che rendano facile la fruizione delle informazioni diventa un pericolo reale per le persone. Ad esempio, il DUVRI è un documento che viene prodotto per far sì che gli appaltatori esterni conoscano e rispettino tutti i criteri di sicurezza. In pratica però, questo documento può contare decine di pagine e difficilmente viene letto in dettaglio. Questa criticità rappresenta un pericolo su cui la digitalizzazione può aiutare.

A che cosa avete pensato?

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Riccardo - Abbiamo pensato di rendere intelligente un oggetto che sta sempre dove il rischio si presenta, ovvero la transenna. All’inizio avevamo immaginato di dotarla di sensori capaci di rilevare fattori di rischio inattesi, ma poi ci siamo resi conto che questo tipo di criticità è secondario rispetto alla mancata fruizione del DUVRI o altri documenti per la gestione delle interferenze. Così, anche grazie al confronto con Marco Paleari , il Technology Transfer Manager di Find Your Doctor che ci ha seguito nel lavoro tecnico, abbiamo pensato di andare oltre la sola sensoristica e inserire un sistema di promemoria in loco di facile fruizione per il manutentore. Sviluppando l‘idea, siamo arrivati a costruire un sistema informatico con elementi di intelligenza artificiale che supporta gli utenti (committente e appaltatore) nella corretta compilazione del DUVRI e successivamente, interagendo anche con i dati provenienti dalla barriera, consente al manutentore di visualizzare in modo evidente le informazioni fondamentali estratte in automatico dal DUVRI stesso. La nostra barriera aveva già caratteristiche di innovatività legate alla leggerezza, piegabilità e portabilità. Ora è anche parte di un sistema intelligente.

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Lavorando sulla barriera avete finito con il lavorare su tutta l’azienda, è corretto?

Alberto - È proprio così. Tra il COVID e altre difficoltà, il 2020 ci ha fatto capire che qualcosa doveva cambiare a livello di organizzazione, sia sul fronte dei processi e dei macchinari che su quello umano. L’introduzione delle logiche 4.0 per la barriera non si è quindi fermata lì. Siamo partiti acquistando nuovi macchinari per la piega e il taglio lamiera, poi ci siamo resi conto che tutta quell’intelligenza digitale avrebbe dovuto essere operata dalle nostre persone, che non necessariamente erano a loro agio con queste nuove tecnologie. Così ci siamo appoggiati a Find Your Doctor per costruire un team di lavoro dedicato allo sviluppo del nostro personale. Abbiamo costruito un sistema di mappatura delle competenze digitali ad hoc sulla nostra realtà, andando a individuare i gap esistenti e mettendoci nelle condizioni di costruire un piano di formazione mirato a colmarli, la cui realizzazione sarà il prossimo passo. Dalla mappatura delle competenze è nato anche un mansionario dettagliato, che ci ha aiutato per la certificazione di qualità ISO 9001.

Quali erano gli ostacoli principali che vedevate all’inizio del progetto e com'andata poi?

Alberto - Sicuramente l’entità della trasformazione che stavamo immaginando era tale che non sarebbe stata possibile senza l’aiuto finanziario del Tech Fast e degli altri bandi che abbiamo potuto utilizzare, che sono stati fondamentali. Allo stesso tempo, gestire gli incartamenti relativi a queste agevolazioni sarebbe stato al di sopra delle nostre forze senza l’aiuto dei professionisti del Consorzio C2T che ci hanno supportato e che ci hanno anche permesso di trovare le competenze che servivano per concretizzare i nostri desideri.

Riccardo - Si dice che l’idea è il 5% di un progetto, il grosso della difficoltà è l’esecuzione. La sfida era soprattutto trovare persone abili nel trasformare l’intuizione in un progetto. Seconde me la formula che offre C2T assieme a Find Your Doctor è decisiva proprio in questo, perché non si tratta solo di individuare gli strumenti finanziari corretti a sostenere gli investimenti, ma di trovare anche le competenze verticali e trasversali per formalizzare e realizzare l’idea.

Sia per l’innovazione di prodotto che per quella organizzativa vi siete appoggiati a dei ricercatori: una scelta non banale, specie per una PMI. Com'è andata l’interazione?

Alberto - È andata molto bene e non era scontato. Interagire con persone che fanno ricerca e che si occupano di innovazione non è la prassi per un’azienda nata nel 1981 in Brianza, ci portiamo dietro una mentalità che deriva dalla nostra storia. Tuttavia, con un po’ di apertura e pazienza da entrambe le parti, il team di ricerca che ha lavorato sull’analisi delle competenze digitali ha interagito molto positivamente con tutti i livelli dell’organizzazione, dal management agli operatori sulla linea di produzione.  

Riccardo - Lavorare con i ricercatori mi è piaciuto moltissimo, perché hanno contribuito a elaborare un piano e mi hanno supportato nel prendere le decisioni migliori. Era quello che temevo di non trovare.

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Dal progetto barriera è nato anche uno spin-off, Avan, di cui sei CEO. Cosa farete?

Riccardo - Beh, siamo quasi arrivati al punto in cui la barriera può essere portata sul mercato. Avan farà questo e andrà oltre. Gli infortuni sul lavoro sono ancora troppi e la sicurezza è un tema che sento molto e su cui c’è molto da fare. Tecnologia e formazione, con il network che abbiamo scoperto attraverso Tech Fast, apriranno infinite possibilità.


FASB Linea 2 e Avan sono state presenti all’evento online INNOVAZIONE POSSIBILE in cui PMI e startup lombarde hanno raccontato come hanno concretizzato i loro progetti innovativi utilizzando in modo virtuoso il programma Tech Fast di Regione Lombardia. QUI la registrazione dell’evento.

Hanno lavorato con FASB Linea 2 e Avan: Gianluca Mustillo (Responsabile Commerciale e Innovation Manager) e Costanza Rovelli (Innovation Specialist) del Consorzio per il Trasferimento Tecnologico C2T, che hanno sostenuto l’azienda nell’individuazione, presentazione, gestione e rendicontazione dei bandi Tech Fast.

La tua impresa ha un progetto innovativo da realizzare? Ti aiutiamo a farlo ➜ www.consorzioc2t.it

Sei un ricercatore/trice e vuoi spendere le tue competenze in azienda? Scopri come ➜ www.findyourdoc.org

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Intervista realizzata da Eva Ratti

Socia Fondatrice e Innovation Developer di Find Your Doctor

Dopo la laurea in Fisica presso l’Università degli Studi di Milano-Bicocca, acquisisce nel 2013 il titolo di dottore di ricerca in Astrofisica presso l’Università di Amsterdam. Rientra quindi in Italia con l’obiettivo di spendere in contesti diversi le competenze, soprattutto trasversali, acquisite durante gli anni di ricerca. Dopo aver constatato sulla propria pelle la mancanza di un sistema di supporto per la ricerca di lavoro con un dottorato alle spalle, nel 2014 concepisce insieme a Gualtiero Cortellini il modello di Find Your Doctor, di cui nel corso degli anni segue la sperimentazione e lo sviluppo. Ad oggi si occupa di formazione ai dottorandi sul tema della valorizzazione delle competenze nel mercato del lavoro, svolge attività di analisi delle esigenze di aziende e organizzazioni in tema di innovazione (è iscritta all’elenco degli Innovation Manager del Ministero dello Sviluppo Economico) e sperimenta le nuove idee e traiettorie che man mano vengono ideate all’interno di Find Your Doctor per renderlo sempre più rispondente ai bisogni dei ricercatori e della società.

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