io, con il cuore rotto, dove mi nascondo? (svegliaginevra)
Trovi il mio contributo qui: https://www.siamounmagazine.it/le-novita-della-settimana-p/
svegliaginevra è lo pseudonimo sotto cui Ginevra Scognamiglio pubblica canzoni.
L’idea nasce da quell’avvertimento che un genitore è solito pronunciare quando ci si ritrova un pochino sperduti e inconcludenti, adottandolo intenzionalmente come monito personale.
Nella sua vita un lutto la segna profondamente e si avvicina alla musica da piccola, facendosi poi conoscere grazie all’album d’esordio “Le tasche bucate di felicità” (2021).
Dunque scrivere testi e accostarli ad un tappeto sonoro risultano esercizi “terapeutici”, nei quali cerca le radici del suo essere, sviscerando situazioni vissute e sensazioni provate.
In questa particolare forma di raccoglimento scrive “Stare con te”.
La paranoia è l’immotivata tendenza a vedere, o forse cercare, insistentemente insidie nascoste dietro il senso delle cose. Sembra vivere una relazione con un certo sospetto.
Veste atteggiamenti ed opinioni dell’altro di timori e si sente sopraffatta da questa indagine perpetua: “A stare con te vado fuori di testa”.
Inevitabilmente chiede di essere rassicurata “però dimmelo tu che sono solo paranoie”, che non ci dorme più.
Si ravvede, cerca di comprendere il suo stato d’animo e per un attimo le sembra di esagerare: “Scusami se stare con te mi fa sembrare come se volessi litigare sempre”.
L’avvicinamento appare meno tedioso e premia il suo stesso sforzo di apertura verso l’altro con la ricerca delle sue cure. Aiutami a non sputtanare tutto, dice.
C’è un però.
L’altra persona come affronta questa sensazione, in quale modo ne viene colpita?
La immerge come in un mare e bisogna pur capire se è in grado di nuotare o, nonostante tentativi di galleggiamento, ne rimane preda delle onde.
Capisce che “tutti abbiamo un limite”. Forse i suoi dubbi risultano troppo anche per l’altro.
“Va bene, tu vai avanti” gli dà ragione. E’ ora d’azzardare una decisione.
Ma lei fa un passo indietro “ma questi siamo noi”, e ancora un altro “io sono paranoid”, e ancora “tu non mi dici niente, dimmi cosa vuoi”.
Sprofonda di nuovo nel tranello “allora è vero che l’amore fa precipitare sempre”, pur ricredendosi un pochino “quasi sempre”.
La comunicazione è il fertile terreno su cui far germogliare e far vivere qualsiasi rapporto, sia quando di dubbi non se ne hanno, sia, come in questo caso, quando ce ne sono una manciata.
Saper ascoltare l’altro, avere una voce in capitolo e, come in questo caso, l’urgenza di chiedere chiarimenti, non sono cose di poco conto.
Fare supposizioni è il peggior imbroglio a cui ci si deve sottoporre.
Consigliati da LinkedIn
SANTACHIARA e tha sup hanno messo l’argomento in mezzo nelle scorse settimane con le uscite dei loro ultimi singoli “le cose che non dici mai” e “Dimmi Che C’è”, chiedendo espressamente un’apertura nei loro riguardi e mostrando una disponibilità all’assoluzione di eventuali problemi.
Il primo attraverso
“Dimmi se non parli a cosa stai pensando
(…)
E trai guai
E i tuoi lunedì
Non mi parli mai
E ti nascondi lì,
tra le cose che non dici mai,
ma urli con gli sguardi”
L’altro con
“Dimmi che c’è,
cerco il motivo per cui sei sad
Sai che non lo dirò
Giuro a nessuno mai”
Spostando per un attimo l’attenzione egocentrica dal nostro Io, anche l’altro può sprofondare nella più totale chiusura. Magari non ce ne accorgiamo neanche, presi dalle nostre di paranoie.
Nessuno sa cosa passa per la testa dell’altro, non bisogna avere questa presunzione.
Ma allora che si fa? Non si può mica credere che il proprio sia un mondo per pochi (o peggio per nessuno) ed escludere chi prova a specchiarsi in noi.
Può capitare allora, in questo grande guaio di malvagi presentimenti, di trovare qualcuno che li fa sparire tutti, che malgrado il suo “cuore a metà” tenda una mano e ci renda improvvisamente e sorprendentemente meno soli.
Che paura quel “sai che hai me” di tha sup, quando si crede di non poter meritare cose grandi, quando si ha l’insistente convinzione che non possiamo, non dobbiamo sprofondare tra le braccia di forze maggiori, assolute e sovrane, come l’Amore.
Forse è ora di cambiare atteggiamento. Forse tutti ci dobbiamo un po’ svegliare, sai Ginevra.
“Ma maledetto a me, maledetto modo di fare!” è un modo per cominciare.
A cura di Giorgia Celentano ★