Liste d’attesa, il decreto resta in stallo: approvato solo un decreto attuativo su sei
Liste d’attesa, il decreto resta in stallo

Liste d’attesa, il decreto resta in stallo: approvato solo un decreto attuativo su sei

Sei mesi di ritardi, milioni di pazienti in attesa e tempi ancora incerti.

A sei mesi dalla conversione in legge del Decreto Legge 73/2024 sulle liste d’attesa (L. 107/2024), la sua attuazione resta paralizzata. Secondo l’analisi indipendente della Fondazione GIMBE, solo uno dei sei decreti attuativi previsti è stato effettivamente adottato, mentre gli altri cinque si trovano in una situazione di stallo. Un ritardo che si traduce in benefici ancora lontani per milioni di cittadini costretti a lunghe attese per visite ed esami medici.

La questione delle liste d’attesa è stata richiamata con forza anche dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nel discorso di fine anno, sottolineando come il problema abbia ricadute sanitarie, sociali ed economiche di grande rilievo: “Vi sono lunghe liste d’attesa per esami che, se tempestivi, possono salvare la vita. Numerose persone rinunciano alle cure e alle medicine perché prive dei mezzi necessari”.

Tuttavia, nonostante le dichiarazioni istituzionali e le promesse di interventi rapidi, la realtà fotografata dall’analisi della Fondazione GIMBE racconta un’altra storia.


Riforma bloccata: lo stato dell’arte dei decreti attuativi

Il DL sulle liste d’attesa prevedeva almeno sei decreti attuativi, necessari per dare piena operatività alle misure. Ad oggi, solo uno è stato pubblicato:

  • Pubblicato (28 ottobre 2024): decreto sulle modalità di funzionamento della Piattaforma nazionale delle liste d’attesa (Art. 1, comma 4).
  • Scaduti senza approvazione:

- Criteri di funzionamento e interoperabilità tra la Piattaforma nazionale e le piattaforme regionali (scadenza 30 settembre 2024);

- Modalità di esercizio dei poteri sostitutivi dell’Organismo di verifica e controllo (scadenza 31 agosto 2024);

- Piano d’azione per il rafforzamento della capacità di erogazione dei servizi sanitari (scadenza 30 settembre 2024).

  • Senza scadenza definita:

- Linee di indirizzo per la gestione delle prenotazioni e delle disdette presso il CUP;

- Metodologia per la definizione del fabbisogno di personale del SSN.


Le promesse istituzionali e le difficoltà reali

Nel question time alla Camera del 5 novembre 2024, il Ministro della Salute Orazio Schillaci ha garantito che “dal mese di febbraio 2025 sarà disponibile il cruscotto con gli indicatori di monitoraggio delle liste d’attesa”. Tuttavia, la Fondazione GIMBE evidenzia che le Regioni hanno ricevuto le linee guida solo il 17 dicembre 2024 e hanno chiesto più tempo per valutarle. Ad oggi, il processo resta bloccato, rendendo irrealistico pensare che la piattaforma possa essere operativa entro febbraio.

Il Ministro ha inoltre affermato che “tutti i decreti attuativi sono prossimi all’adozione”, ma l’analisi della Fondazione dimostra che non è possibile prevedere tempistiche certe, specialmente per il decreto relativo alla spesa per il personale sanitario, un nodo cruciale ancora irrisolto.


Cosa rischiano i cittadini?

L’inattuazione del DL 73/2024 significa che molte delle misure annunciate restano sulla carta:

  • Obbligo per le Regioni di un centro unico di prenotazione integrato con pubblico e privato accreditato;
  • Nuove modalità di disdetta delle prenotazioni per ottimizzare le agende;
  • Divieto di chiusura delle liste d’attesa;
  • Percorsi di garanzia per i cittadini (possibilità di ricorrere al privato convenzionato in caso di attesa troppo lunga nel pubblico);
  • Piattaforma nazionale per monitorare i tempi di attesa e istituire un organismo di controllo con poteri sostitutivi nelle Regioni inadempienti.

Secondo il Presidente della Fondazione GIMBE, Nino Cartabellotta, la situazione è emblematica di un problema più ampio: “Le interminabili liste d’attesa sono il sintomo di un indebolimento tecnologico, organizzativo e soprattutto professionale del SSN. Servono investimenti e riforme coraggiose. Ma se si continua a intervenire solo sul sintomo (i tempi di attesa) e non sulle cause strutturali, la situazione non cambierà”.


Una riforma che rischia di rimanere un annuncio

Le criticità evidenziate dalla Fondazione GIMBE mostrano come i ritardi nei decreti attuativi rendano inattuabili le misure previste dal DL 73/2024. Senza un’accelerazione concreta, milioni di cittadini continueranno a subire gli effetti di un sistema sanitario incapace di garantire tempi di attesa accettabili.

La riforma, così com’è, rischia di rimanere un’operazione di facciata senza reali benefici per la popolazione. Il tempo stringe: senza un cambio di passo immediato, la crisi delle liste d’attesa continuerà a pesare sulla salute degli italiani.


#SalviamoSSN

La presente analisi tratta dal comunicato stampa del 29/01 fa parte delle attività di #SalviamoSSN, la campagna della Fondazione GIMBE che con attività di ricerca indipendente, advocacy e comunicazione pubblica si batte dal 2013 per rimettere al centro del dibattito pubblico e dell'agenda politica l'importanza della sanità pubblica e per difendere il diritto costituzionale alla tutela della salute.

La tua donazione ci permette di continuare a lottare per un servizio sanitario pubblico equo e universalistico. Scopri come: www.salviamo-ssn.it

Del grosso

Medico specialista presso Asl fg

1 mese

Ci credo!!!

Francesca Montali

Dir. Psicologa Psicoterapeuta presso AOU di Parma

1 mese

Bravo Nino!

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