Quando Eros ti coglie...
L'artista Gabriella Santuari con il critico Barbara Codogno

Quando Eros ti coglie...

Ieri ho donato una mia opera al Liceo Amedeo di Savoia Duca d'Aosta di Padova. Ecco qui di seguito la presentazione del critico Barbara Codogno.

-Oggi ho avuto l'onore e il piacere di presentare al DUdA l'opera dell'artista Gabriella Santuari che titola “ Quando Eros ti coglie…”, opera del 2012, acrilico su tela stampata, cm. 180 x 135.

-Quando Eros ti coglie (coglie te, donna), tu cogli la rosa!-

Gabriella Santuari con quest'opera riscrive la storia di una costellazione mitica. 

Conosco e apprezzo il lavoro intimo, profondo, estremamente femminile di Santuari da tempo. Questo suo lavoro mi ha subito stuzzicata perché propone un tema a me molto caro. La finestra. 

Se le opere della maggior parte degli artisti presneti al Duda sono state realizzate sulle porte di vecchi edifici scolastici, Santuari invece inaugura la stagione delle finestre.

La finestra. Un tema che ho affrontato in alcuni dei miei racconti e tema alla base della storia di Santa Barbara: imprigionata dal padre e poi da lui severamente punita con la decapitazione perché, nella torre in cui era reclusa, si era fatta costruire una finestra per avere più luce, perché voleva leggere.

Dalla finestra entra la luce della conoscenza ( anche lo Spirito Santo raggiunge Maria attraverso un fascio di luce che entra dalla finestra); conoscenza che non è solo intellettuale ma è anche quella erotica, quella del corpo che conosce e si conosce attraverso la relazione amorosa e sessuale. 

Le due figure tracciate da Santuari descrivono l'universo, una cosmogonia sentimentale, e non solo perché ci appaiono vestiti di stelle, vestiti di infinito ma perché rintracciano le sorti del cogliersi rispettoso e gioioso. 

Quando dico che quest'opera riscrive il mito, ovvero la fondazione dell'universo, lo dico pensando alla Ninfa Dafne, appartenente alle Naiadi, ninfe dei corsi di acqua dolce. 

Recentemente sono stata a Roma e proprio a Villa Borghese sono rimasta sedotta dalla bellezza sconvolgente del Bernini che scolpisce la ninfa Dafne. 

La storia narrata da Ovidio nelle sue Metamorfosi è nota a tutti: Apollo si è innamorato di Dafne e la vuole, la desidera carnalmente. Dafne lo rifiuta e scappa. Mentre Apollo la sta per “prendere” e quindi “violare” lei si trasforma nella pianta del Lauro. Che poi è la pianta della metamorfosi e dell’illuminazione. 

La presa carnale ha molto spesso una valenza violenta, ma qui la congiunzione erotica fonde l'uomo e la donna a livello universale e cosmico. L'unione orgasmica è una notte stellata, l'uomo solleva la donna, procurandole un'estasi erotica. Si coglie la rosa. 

E qui si pensa per forza a Pierre de Ronsard: 

“Mignonne, allons voir si la rose

Qui ce matin avoit desclose...”

Las ! voyez comme en peu d'espace,

Mignonne, elle a dessus la place

Donc, si vous me croyez, mignonne,

Tandis que vostre âge fleuronne

En sa plus verte nouveauté,

Cueillez, cueillez vostre jeunesse :

Comme à ceste fleur la vieillesse

Fera ternir vostre beauté. 

Ronsard invita la giovane Cassandra a non perdere tempo: lasciatemi cogliere la vostra rosa che dura poco, poi nessuno la coglie più, si invecchia. 

Ma questo è Ronsard mentre Santuari, sue le parole, invita al godimento di un sereno piacere. Così come approccia il tema della violenza che trasforma in un messaggio di speranza: l'uomo e la donna uniti insieme, entrambi forza dell'universo, l'uno a sostegno dell'altra, con grande rispetto e amore. 

Un messaggio importante da consegnare agli studenti di questa scuola. 

Dice infatti l'artista: “La forza primigenia, vitale, dell'universo è l'amore, è arkè, l'energia pervasiva che aveva generato il mondo, dandogli forma plasmando il caos, forza che si basa sulla robustezza e sul coraggio per costruire il futuro. 

La donna, tenuta in alto, posizione che deve essere vista anche come un omaggio alla figura femminile, alla sua forza, oltre che come augurio di un suo definitivo riconoscimento nella società e nel privato, è protesa verso una rosa, cerca di coglierla. L'atto del “cogliere la rosa” è stato usato in letteratura un numero infinito di volte, da Saffo, Catullo, Poliziano, Ariosto, Tasso, solo per citarne alcuni, ed è un tema che riprende il motivo classico quale simbolo della bellezza femminile e dell'abbandono sereno al piacere. 

Questa installazione viene ora riadattata aggiungendovi lateralmente due “gelosie”, due scuri, per suggerire l'idea di una finestra aperta sull'Universo e lanciare uno sguardo lontano ad un futuro più roseo”.

Concludo rubando le parole a Gertrude Stein: “Santuari è una rosa, è una rosa, è una rosa”.

E con questo fiore di immensa potenza e bellezza Santuari ci mostra l'anima bella della sua arte. E della sua persona. 

Barbara Codogno

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