Se l’enoturismo è “on demand”!
Il racconto dell’esperienza della cantina Feudi di Guagnano in un territorio che vive soprattutto di turismo balneare.
I numeri più significativi dell’ospitalità in cantina che va sotto il nome di enoturismo si registrano principalmente nei mesi che vanno da giugno a settembre. Questo vale nelle regioni del centro nord che storicamente hanno iniziato per prime ad aprire le porte delle proprie cantine, come in quelle del sud.
E’ possibile richiamare tutto l'anno molti più “viaggiatori esperienziali”, categoria molto diversa dal semplice turista, in un territorio come il Salento che è periferia sia nel senso geografico del termine che dal punto di vista dell’attrazione enoturistica?
Negli ultimi 5 anni, con una pausa dovuta all’epidemia da covid, la cantina Feudi di Guagnano ha rimodulato e reinventato sempre nuove formule di accoglienza per andare incontro alle esigenze e ai gusti del turista. Passando, per esempio, da un enoturismo "prêt-à-porter" cioè standard, con orari e wine tasting predefiniti a volte simili a una proposta di tipo museale, a un’accoglienza di tipo “sartoriale” cioè cucita su misura all’enoturista.
Intendiamoci, anche da noi esiste un catalogo con degustazioni preimpostate e prenotabili o direttamente dal nostro sito o attraverso varie piattaforme sul web: la Marenna, il Beviamolo Strano, il Minitour nelle Terre del Negroamaro, il Signor Negroamaro ecc.
Oggi però, Il nostro punto di forza è rappresentato dall'offerta di enoesperienze “on demand”
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fruibili tutto l’anno: per esempio un wine tour al tramonto ; delle verticali di annate storiche della cantina ma…di domenica; partecipare alla vendemmia nel contesto di un “team building” per i propri dipendenti; un addio al celibato con le amiche di una vita; una cena tra enoappasionati con i piatti della tradizione pugliese abbinati ai vini più importanti della cantina e…tanto altro ancora secondo i desiderata degli ospiti.
Questa specie di “rivoluzione” ha fatto sì che a varcare la soglia della nostra cantina, dall’inizio dell’anno ad oggi, siano più di 1500 enoturisti provenienti da oltre 30 nazioni e a meritarci le segnalazioni di riviste che trattano di turismo esperienziale e non solo come “in bicicletta” pubblicata da La Repubblica in collaborazione con la National Geographic Society lo scorso settembre.
Non so se il suddetto dato rappresenti un grande numero o un piccolo numero: di certo conta in maniera significativa sul bilancio economico e sulla crescita dell’attrattività di una cantina come la nostra.