"Le aree sensibili, in cui le #donne faticano a farsi valere, sono state passate ai raggi X da una ricerca che si chiama 𝙄𝙣𝙨𝙞𝙙𝙚 𝙩𝙝𝙚 𝙂𝙖𝙥, il divario di genere nel mondo del lavoro e che punta a capire, in modo molto concreto, cosa resta da fare per eliminare i divari tra donne e uomini. 🖊A realizzarla è stata la startup universitaria IDEM | Mind the Gap, che supporta le aziende nel costruire parità di genere, e SheTech, ente no profit che vuole portare la parità di genere nel mondo #digital e #tech. 🔍𝙄𝙡 𝙧𝙚𝙥𝙤𝙧𝙩, 𝙘𝙤𝙨𝙩𝙧𝙪𝙞𝙩𝙤 𝙨𝙪 𝙪𝙣 𝙘𝙖𝙢𝙥𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙞 789 𝙥𝙚𝙧𝙨𝙤𝙣𝙚, 𝙙𝙞 𝙘𝙪𝙞 634 𝙙𝙤𝙣𝙣𝙚 𝙚 155 𝙪𝙤𝙢𝙞𝙣𝙞, 𝙝𝙖 𝙨𝙤𝙣𝙙𝙖𝙩𝙤 𝙡’𝙖𝙧𝙚𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙧𝙚𝙩𝙧𝙞𝙗𝙪𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙚 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙣𝙚𝙜𝙤𝙯𝙞𝙖𝙯𝙞𝙤𝙣𝙚, 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙤 𝙨𝙫𝙞𝙡𝙪𝙥𝙥𝙤 𝙥𝙧𝙤𝙛𝙚𝙨𝙨𝙞𝙤𝙣𝙖𝙡𝙚 𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙙𝙚𝙡𝙡𝙖 𝙜𝙚𝙨𝙩𝙞𝙤𝙣𝙚 𝙙𝙚𝙡 𝙩𝙚𝙢𝙥𝙤." Interessante intervista a Silvia Fanzecco. #genderGap #lavoro
Post di Alessandra Iannaccone
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#STEAMiamoci intervista Ludovica Busnach, Vice Presidente ANITEC-ASSINFORM - Associazione italiana per Information Communication Technology, con delega alle #DigitalSkills per #crescita d'#impresa e #inclusione. Il suo messaggio alle #ragazze: "Non abbiate timore di affrontare le nuove #sfide, perché con il vostro #lavoro di oggi state già costruendo i casi di #successo che serviranno da #modello alle ragazze del #futuro."
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🔍 Riportiamo questo articolo de Il Sole 24 Ore perché affronta un argomento di cui noi di Techinn ci siamo occupati pochi giorni fa, tramite la redazione di un articolo che promuove la certificazione della parità di genere. Tema sempre attuale. Più se ne parla, più si consapevolizza il gap. Vi lasciamo alla lettura, seguendo questo link: 📰 https://shorturl.at/svxKR. 🖊 Se avete piacere, fateci sapere qual è la vostra idea in merito alla questione. ✨ L'apertura al confronto è un nostro tratto distintivo. #gendergap #impresa #certificazioneparità #sostenibilità #equity #genderequality
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Sul percorso verso la parità di genere, l’intelligenza artificiale rappresenta l’enorme masso che blocca il cammino. Oppure sarà la schiacciasassi che livella il terreno? Al momento (…) il comparto è ancora abitato, implementato e costruito soprattutto da professionisti uomini. Come la parità di genere verrà influenzata dalla rivoluzione conseguente alla diffusione dell’IA. Dalle implicazioni sulla produttività, al tema del recruting, ci troviamo in un momento spartiacque, in cui la diseguaglianza basata sul genere implica già oggi la perdita di talenti in una delle industrie più cruciali del nostro tempo. La natura stessa delle occupazioni sta cambiando grazie/a causa dell’IA. Se da una parte stiamo assistendo alla nascita di nuove figure e professioni, dall’altra è evidente che la “segregazione” di genere già esistente ma particolarmente radicata in alcuni settori, ne verrà interessata. Alcuni studi indicano che il 18% dei posti di lavoro potrebbero essere automatizzati dall’IA; in particolare le occupazioni nel retail e nei servizi – professioni attualmente a maggioranza femminile. Aumentano gli impieghi legati direttamente alla tecnologia, dagli specialisti di intelligenza artificiale ai data scientists – settori e profili a (grande) prevalenza maschile. «I limiti dell’IA nelle competenze sociali e nell’intelligenza emotiva potrebbero creare una domanda di ruoli in cui l’interazione umana, l’empatia e la comunicazione sono fondamentali. Questi aspetti prevalgono nelle professioni a prevalenza femminile come l’assistenza sanitaria, l’istruzione e la consulenza». Se l’AI ha il potenziale di funzionare con meno pregiudizi rispetto ai professionisti umani e quindi ridurre i gap uomo-donna nella selezione dei candidati, allo stesso tempo la tecnologia «può rinforzare gli stereotipi di genere. Per esempio, le risposte ai prompt “descrivi un amministratore delegato tipo” non fanno mai riferimento a una donna. Nei curriculum generati dall’IA, alle donne è assegnato in media quasi un anno di esperienza in meno rispetto agli uomini, in particolare rispetto agli uomini bianchi». Lo strumento «spesso enfatizza la professionalità e la flessibilità per gli uomini, mentre evidenzia i compiti non promuovibili per le donne.» Serve implementare algoritmi e strumenti di intelligenza artificiale “gender neutral”, includere la diversità nei team di sviluppo e nei dataset utilizzati. Al mondo le donne con un lavoro nel settore IA sono il 22%. E il 14% quelle che occupano posizioni di leadership. Per quanto il divario di genere sia presente nella forza lavoro generale e in tutti i Paesi considerati, risulta significativamente più pronunciato in questo settore; ed è presente anche nei centri globali leader di questa tecnologia. Stati Uniti in testa. Dato uno sguardo all’Unione europea, si legge che il gap occupazionale generale uomini-donne è in media inferiore al 10%. Percentuale che però non scende sotto il 40% nel settore IA.
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🎙️Un’interessante intervista a Silvia Fanzecco, Community Manager di SheTech, evidenzia il desiderio delle giovani della Gen Z di rivendicare il riconoscimento del loro valore professionale come uno degli insights più significativi del report “Inside the Gap, il divario di genere nel mondo del lavoro” realizzato in collaborazione con noi di IDEM | Mind the Gap. In particolare, emerge come le ragazze, rispetto al passato, parlano maggiormente e con maggiore tranquillità di denaro, stipendio e carriera attesa: si attribuiscono un valore e rivendicano, proprio su questo, un riconoscimento adeguato considerando work-life balance e benefit elementi imprescindibili del pacchetto retributivo. https://lnkd.in/dhDEafRk
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L' #empowerment, inteso come aprirsi alle possibilità, nella vita, in azienda e nelle relazioni, assume una valenza particolare se associato al mondo femminile. Una mole significativa di studi e ricerche ha evidenziato che una maggiore partecipazione delle donne nel mondo del lavoro porterebbe ad una crescita significativa del PIL del paese oltre a rendere la società più equa e rappresentata. Il percorso è però accidentato, servono politiche ad hoc che sollevino le donne dal peso della cura dei figli e dei familiari e un #cambiamento culturale. Le famiglie, ad esempio, dovrebbero instradare e incoraggiare le figlie verso le materie scientifiche e smettere di pensare che le stesse sono più portate per le materie umanistiche. Il futuro del lavoro riguarda mestieri che vedranno protagonisti gli ingegneri, i matematici e si rischia di non avere donne in ruoli decisionali. Bisogna portare avanti proposte per cambiare gli stereotipi, lo si può fare concedendo un credito d'imposta alle aziende che assumono donne o ancora un riconoscimento in termini di fiscalità alle università che spingono le donne alle materie stem. Le donne possono rappresentare un boost per la nostra economia e porre le basi per una società più inclusiva #empowerment #donne #aziende #cambiamenti #futuro
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L'intelligenza artificiale può essere un potente alleato nella lotta per la parità di genere, ma anche un ostacolo insidioso se non affrontata con consapevolezza. Oggi, il settore dell'IA è dominato da uomini, creando disuguaglianze che limitano la diversità delle idee e il potenziale di innovazione. Tuttavia, con la giusta visione, l'AI può diventare una leva per l'empowerment femminile, migliorando la produttività e persino favorendo una distribuzione più equa dei compiti familiari. Per farlo, è fondamentale colmare il gap di competenze e coinvolgere attivamente le donne nello sviluppo di tecnologie inclusive. Se l'IA viene progettata con una prospettiva di genere, può ridurre i pregiudizi e abbattere stereotipi, creando un futuro più equo per tutti. È il momento di agire: formare le nuove generazioni, diversificare i team e costruire un’IA che promuova l'inclusione. Il futuro è nelle nostre mani: facciamo sì che l'AI sia un motore di cambiamento positivo per la parità di genere!
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Se nel 2024 in una foto ci sono solo uomini in un consiglio di amministrazione… Se nel 2024 in una riunione di management apicale le donne sono in perenne sproporzionata minoranza rispetto agli uomini… Se nel 2024 le imprese sono fondate o sono amministrate soprattutto da uomini… Il problema della parità di opportunità tra uomini e donne non si risolve solo con regole che garantiscano quote riservate alle donne come si è fatto in passato. Il problema si affronta forse più seriamente: -scegliendo di accorgersi della presenza di donne competenti per nominarle nei CDA; -scegliendo di accorgersi della presenza di donne meritevoli e promuovendole in ruoli manageriali apicali; -scegliendo di accorgersi e dando più spazio, investimenti e importanza a idee e innovazione portate nel mercato da imprenditrici e startupper. E fare solo questo non basta. Non basta perché ciò che serve è anche la consapevole assunzione di responsabilità degli uomini sui carichi di cura domestici, familiari, extralavorativi. Serve che gli uomini si diano da fare di più nella dimensione extralavorativa. Così si costruisce parità di opportunità tra generi. Promuovendo più spazi professionali alle donne rispetto al passato, aumentando le responsabilità extralavorative degli uomini rispetto al passato. Distribuendo in modo più equo da un lato le responsabilità professionali verso le donne e dall’altro le responsabilità extralavorative verso gli uomini. Se quella distribuzione non è equa, lo squilibrio nel lavoro permarrà e a farne le spese per mancanza di opportunità continueranno ad essere di più le donne. Manager, dirigenti, professionisti e imprenditori che parlano di certificazioni di parità di genere o di politiche Sociali in strategie ESG per promuovere il lavoro femminile nelle loro aziende? Non sono credibili se poi quei manager, professionisti, e imprenditori sono uomini di mezza età che non sono stati esempio di parità e sostenibilità nella loro vita perché lavoravano 10-12-13 ore al giorno magari scaricando di fatto i carichi di cura domestici e familiari sulle loro compagne di vita. É come parlare di aborto tra uomini. Incoerente e impersonale. Iniziare a creare reale (e non di facciata) parità di opportunità tra generi, passa anche da una nuova coerenza nel comportamento e nel pensiero maschile. __________ Se credi che sia controproducente e incoerente mettere in mano le iniziative di parità di genere ed ESG delle aziende a persone che non hanno applicato o continuano a non applicare quei valori nella loro vita quotidiana, lascia una reazione, un commento o diffondi l’argomento. E grazie per l’attenzione. #lavoro #gendergap #donne #esg #management
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Ne leggiamo ormai ogni giorno: storie profonde e di resilienza che raccontano la forza, il coraggio e la determinazione delle donne, soprattutto nei contesti più difficili. Un esempio recente? Nel campo profughi di Burj al-Barajneh, in Libano, sono state proprio loro a farsi carico del cambiamento e della rinascita. Mariam al-Shaar e il suo gruppo di donne hanno dimostrato una forza straordinaria: hanno organizzato aiuti, sostenuto intere comunità e guidato iniziative di trasformazione sociale. Con il loro impegno, sono riuscite a distribuire oltre 12.000 pasti durante i conflitti, oltre a vestiti e kit di prima necessità. Anche nei momenti più bui, hanno dimostrato che il coraggio può trasformare le difficoltà in speranza. Sono esempi concreti di come le donne rappresentino spesso il pilastro del cambiamento. Nonostante gli sforzi e i buoni propositi, però, il divario di genere rimane un ostacolo al progresso globale. Secondo il Global Gender Gap Report 2024 del World Economic Forum, occorreranno ancora 131 anni per colmare completamente questo divario. Il tasso di partecipazione femminile alla forza lavoro è inferiore di circa il 27% rispetto a quello maschile, mentre le donne occupano solo il 28% delle posizioni dirigenziali nel mondo. Superare queste disuguaglianze è una sfida che ci riguarda tutti. Per riuscirci è necessario garantire pari opportunità di formazione, non solo nell’accesso all’istruzione ma anche nello sviluppo di competenze specifiche e professionali. È cruciale promuovere la presenza femminile in tutte le discipline, con un’attenzione particolare alle STEM, settori che sono la chiave del futuro dove le donne sono ancora sottorappresentate. Contribuiamo offrendo corsi gratuiti che permettono a tutti e tutte di sviluppare competenze e accedere alle stesse opportunità nel mondo del lavoro. Quest’anno, mentre le luci di Natale illuminano le strade e le case, scegliamo di soffermarci su questi valori e di riflettere sulle sfide che ancora dobbiamo affrontare. Scegliamo un mondo in cui ogni donna, uomo e bambini e bambine possano vivere liberi da barriere e disuguaglianze. https://lnkd.in/d9yzRVcJ #FastwebDigitalAcademy
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🎯 Grande traguardo per la Fondazione Mondo Digitale! Con orgoglio annunciamo che le nostre politiche sono ora conformi alla normativa UNI PdR 125:2022 per l’uguaglianza di genere. Da tempo implementiamo una politica aziendale per ridurre il divario di genere in tutte le aree ritenute più critiche: opportunità di carriera, parità salariale, gestione delle diversità di genere e protezione della maternità. ✅ Il 18 giugno 2024, abbiamo ottenuto la certificazione Gender Equality, un riconoscimento del nostro modello gestionale che promuove attivamente: ➡ Cultura aziendale e strategie inclusive ➡ Governance equa ➡ Processi HR imparziali ➡ Opportunità di crescita neutre per genere ➡ Equità remunerativa ➡ Tutela della genitorialità e conciliazione vita-lavoro 🚀 La nostra visione? Un futuro dove le opportunità non conoscono genere. Dove la parità salariale e la crescita professionale sono realtà per tutti. 🔗 Scopri di più sulla nostra sfida per la parità di genere e come stiamo diventando promotori di un cambiamento significativo nel sistema educativo e nel terzo settore. https://lnkd.in/eaF2_UCT #FondazioneMondoDigitale #GenderEquality #ParitàDiGenere #Inclusività #Innovazione
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L'intelligenza artificiale può essere un potente alleato nella lotta per la parità di genere, ma anche un ostacolo insidioso se non affrontata con consapevolezza. Oggi, il settore dell'IA è dominato da uomini, creando disuguaglianze che limitano la diversità delle idee e il potenziale di innovazione. Tuttavia, con la giusta visione, l'AI può diventare una leva per l'empowerment femminile, migliorando la produttività e persino favorendo una distribuzione più equa dei compiti familiari. Per farlo, è fondamentale colmare il gap di competenze e coinvolgere attivamente le donne nello sviluppo di tecnologie inclusive. Se l'IA viene progettata con una prospettiva di genere, può ridurre i pregiudizi e abbattere stereotipi, creando un futuro più equo per tutti. È il momento di agire: formare le nuove generazioni, diversificare i team e costruire un’IA che promuova l'inclusione. Il futuro è nelle nostre mani: facciamo sì che l'AI sia un motore di cambiamento positivo per la parità di genere!
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