🏠 UN DIRITTO ALLA RESIDENZA PIÙ ACCESSIBILE E DIGNITOSO La Città metropolitana di Torino ha approvato un’importante #delibera che semplifica e garantisce l’iscrizione #anagrafica per le persone senza dimora o in condizioni di marginalità sociale. 🌱 Cosa significa in concreto? • Accesso facilitato alla #residenza tramite #autocertificazione per chi non dispone di un titolo idoneo. • Riorganizzazione degli indirizzi virtuali. La storica “via della Casa Comunale” diventa via Lia Varesio, un omaggio alla dedizione verso le persone con fragilità sociale, che restituisce dignità e supera uno stigma storico. Inoltre i civici vengono semplificati: restano due indirizzi per l’iscrizione, unificando un trattamento diversificato ormai ingiustificato. • Supporto attivo del #TerzoSettore. Gli enti potranno svolgere un ruolo di accompagnamento e accettare l’iscrizione delle persone presso i loro indirizzi. • Otto nuovi centri servizi finanziati dal #PNRR offriranno supporto concreto per l’accesso alla residenza e altri servizi di base. 🤝 Questo risultato è frutto di quasi due anni di lavoro condiviso: un percorso di #advocacy e #confronto tra le #organizzazioni del Terzo Settore, Amministrazione Comunale, Consiglio Comunale e Assessorati ai servizi #anagrafici e #sociali. Un impegno congiunto che garantisce un diritto fondamentale e restituisce dignità a chi vive in situazioni di vulnerabilità. La residenza, infatti, è la base per accedere a #servizi essenziali come #salute, #istruzione e #lavoro. Altrimodi, insieme ad altre 140 altre realtà, ha sostenuto e contribuito a questo importante cambiamento. 📍 Un passo concreto per una #Torino più giusta e senza #discriminazioni. 👉 https://lnkd.in/dBB_A-bJ
Post di Altrimodi S.r.l. Impresa sociale ETS
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La ricerca supportata da varie organizzazioni, tra cui il Nationwide Foundation e il Tudor Trust, che si interroga sulle disuguaglianze nell'accesso alla casa 🏡 delle minoranze etniche nel Regno Unito merita di essere interrogata sul tema del come aumentare l'inclusività degli interventi edilizi. Il report identifica diverse soluzioni 💡 e raccomandazioni: ✔️ Promozione attiva delle opportunità: le autorità locali dovrebbero promuovere attivamente le opportunità di cessione e acquisizione di terreni per progetti guidati da comunità di minoranze etniche. Questo include lo sviluppo di processi di pianificazione inclusivi e l'engagement proattivo con i gruppi potenziali per garantire proposte di pianificazione di alta qualità. ✔️ Collaborazione strategica: è fondamentale una collaborazione strategica e orientata all'azione tra i soggetti attuatori degli interventi di edilizia sociale, i finanziatori e chi si occupa di advocay per l'uguaglianza razziale. Questo approccio può facilitare un maggiore coinvolgimento delle comunità di minoranze etniche nel settore abitativo. ✔️ Adattamento dei modelli di consegna: i canali di produzione dell'offerta abitativa dovrebbero essere sviluppati e adattati per beneficiare le comunità di minoranze etniche, inclusa la possibilità di lavorare con organizzazioni di base su piccoli siti e approcci alternativi alla cessione di beni. ✔️ Miglioramento della rappresentanza: aumentare la rappresentanza delle comunità di minoranze etniche nel settore dell'edilizia abitativa può contribuire a superare la barriera della consapevolezza. Ciò implica una promozione più efficace delle opportunità e una maggiore visibilità delle esperienze e dei successi delle comunità di minoranze etniche. ✔️ Accesso ai finanziamenti: è necessario migliorare l'accesso ai finanziamenti per i progetti di alloggiamento guidati da comunità di minoranze etniche, affrontando le percezioni di sottorappresentazione nelle assegnazioni di finanziamenti e promuovendo attivamente le opportunità di prestito sociale. ✔️ Integrazione delle esigenze delle comunità: le politiche e le strategie dovrebbero essere sviluppate tenendo conto delle esigenze specifiche delle comunità di minoranze etniche, per garantire che le opportunità abitative siano realmente accessibili e rilevanti per queste popolazioni. Qui per leggere tutto il report: https://lnkd.in/dxwUMEEp #report #casa #disuguaglianze #housingforall #minoranze #etnie #regnounito
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Il seguente report presenta i risultati principali della indagine qualitativa sulle difficoltà di accesso ad un alloggio adeguato incontrate dalle persone che si identificano come Rom e realizzata dai partner del progetto R-HOME. L'indagine si basa su 128 interviste qualitative approfondite e 10 focus group. Sono state condotte 101 interviste approfondite con Rom che vivono in contesti difficili, svantaggiati e segregati, mentre 27 interviste sono state realizzate con dei responsabili politici, amministratori, volontari e attivisti, a livello locale, regionale e nazionale. Lo studio è stato condotto nei cinque paesi partner e in particola in: Francia, nell'area metropolitana di Parigi, in Italia nell'area metropolitana di Milano, in Spagna nell'area metropolitana di Barcellona, in Ungheria nelle città di Gyöngyös e Miskolc e le relative aree metropolitane, in Romania in due comuni della regione storica della Transilvania, a Singeorgiu de Mures (area di Mures) e a Sfântu Gheorghe (area di Covasna) e nel quartiere di Orko. Il presente report non è finalizzato al confronto e all'analisi delle specificità urbane e territoriali dei diversi casi incontrati, ma li analizza per evidenziare le principali problematiche che devono affrontare i Rom in situazioni abitative molto precarie. Sono state raccolte informazioni da interviste e dialoghi in focus group svolti con esperti, amministratori e policy makers che hanno riportato l'importanza di produrre una offerta riformata di edilizia residenziale pubblica e del miglioramento delle unità abitative già esistenti, nonché della qualità urbana dei quartieri marginali. Il report è strutturato in tre sezioni principali: - una relativa alle condizioni abitative - la seconda alla discriminazione e segregazione abitativa - la terza alle politiche e agli strumenti delle politiche Le conclusioni suggeriscono diversi principi di progettazione e implementazione che emergono dall’analisi dei dati raccolti durante l’indagine.
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Più anziani, più longevi ma anche più soli. È questo, in una battuta, lo scenario che pare prospettarsi per le generazioni attuali e future di anziani. Nel tentativo quindi non solo di supportare le persone nell’invecchiare, ma “nell’invecchiare bene”, Governi, imprese private, Terzo Settore e comunità locali stanno avanzando nuove proposte e soluzioni. Tra queste c’è il senior housing, che comprende progetti rivolti alle persone anziane e che prevedono, oltre alla proposta abitativa, servizi socio-sanitari e di accompagnamento all’abitare. Il senior housing è al centro del rapporto “Abitare e anziani (fragili): evidenze e spunti per coprogettare nuove forme di housing”, di Chiara Lodi Rizzini, Manuela Verdino e Franca Maino, realizzato dal nostro laboratorio e dalla Fondazione Filippo Turati Onlus. #seniorhousing #anziani #abitare
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Prendersi cura: ogni comunità dovrebbe poterlo esprimere nei confronti delle persone anziane, soggetti fragili e spesso non autosufficienti. Con il D. Lgs. 29/2024, in materia di politiche in favore delle persone anziane, oltre al riordino (in senso tecnico e legislativo), si punta ad attivare la spinta di contesto e la leva finanziaria. Siamo davvero ad una svolta? Attraverso il communityholder engagement l'utopia potrebbe davvero diventare realtà! In attesa delle Linee guida del Comitato interministeriale per le politiche in favore della persona anziana (CIPA), un contributo di Antonio Campagnoli sugli scenari del cohousing intergenerazionale. #cohousingintergenerazionale #seniorcohousing #cohousing #abitarecollaborativo #communityholderengagement
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#SettimaneSociali: mentre aumentano gli sfratti, cresce il #disagio abitativo delle fasce vulnerabili, con 4,9 milioni di persone in Italia che faticano a trovare un’abitazione, nonostante 10,7 milioni di case sfitte. Ai Villaggi delle buone pratiche di Trieste anche l’esperienza del #Cicsene di Torino. «Così coinvolgiamo proprietari e inquilini costruendo incontri e relazioni di territorio». L'articolo è dell'inviato Paolo Alfieri. https://lnkd.in/diY9Ru6x Avvenire, L'economia civile
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"Negli ultimi 30 anni nelle 14 città metropolitane italiane è sparita un’intera grande città di ragazzi. La #popolazione di età compresa fra 0 e 24 anni è infatti di 4,8 milioni di individui, che sono 1,5 milioni meno di quelli che risultavano nella stessa fascia di età nel 1993 (-24,5%). La progressiva #desertificazione della popolazione giovane in quelle aree è dovuta in parte alla ben nota #denatalità italiana, non compensata a sufficienza dall’arrivo di giovani #migranti. Ma anche delle condizioni di vita nelle grandi aree metropolitane meno sostenibili per le famiglie che si sono spostate in comuni più piccoli dove il #costodellavita era più sostenibile e i servizi per l’#infanzia più assicurati. In questi 30 anni la sola città metropolitana nel cui territorio i #giovani sono aumentati è quella di Bologna, in tutte le altre 13 aree invece la popolazione 0-24 anni si è ridotta anche sensibilmente. Nell’area della città metropolitana di Bologna complessivamente i giovani negli ultimi 30 anni sono aumentati del 13,2 per cento. Ma il dato è una media fra l’aumento contenuto nel comune di Bologna (+3,1%) e quello percentualmente assai più rilevante dei comuni di seconda cintura della città metropolitana: +51,4%. Nel resto di Italia la desertificazione della popolazione giovanile è stata soprattutto a Sud. Il record è di Cagliari (-45,3%), davanti a Reggio Calabria (-41,1%), Messina (-39,6%), Bari (-37,4%) e Napoli (-36%). La contrazione è stata decisa anche a Torino (-22,1%), e più contenuta a Roma (-14,4%) e Milano (-9,5%). Fra le ragioni di questa differenza c’è anche l’#immigrazione giovanile, che ha interessato molto di più i comuni del Centro nord mentre è stata statisticamente poco rilevante in quelli del Sud."
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Tra le fasce più fragili della popolazione si ritrovano le persone anziane che soffrono maggiormente di isolamento sociale. Le soluzioni che cercano di fronteggiare questo fenomeno sono diverse. Una di queste è Villaggio Novoli a Firenze: non solo un senior housing, ma anche un progetto innovativo di rigenerazione urbana. Qui, i percorsi di accoglienza interagiscono con la trasformazione urbanistica di un quartiere popolare. Realizzato in collaborazione da Consorzio Fabrica, Consorzio Co&So, cooperativa Il Girasole e con il contributo della Fondazione CR Firenze, Villaggio Novoli ospita persone over65 (singole o in coppia) e talvolta anche piccoli nuclei familiari composti da due autosufficienti a loro volta caregiver di un soggetto non autosufficiente più anziano. Chiunque può accedere al progetto e la selezione avviene attraverso una verifica socio-sanitaria (che attesti la condizione di autosufficienza) e una verifica dei redditi a disposizione dei richiedenti, che devono essere in grado di sostenere i costi richiesti per garantire la sostenibilità economica del progetto. Villaggio Novoli è uno di quei progetti che vanno nella direzione della welfare society, cioè quel sistema sociale che si attiva perché tutte le persone abbiano un "posto" a cui sentono di appartenere e in cui possono collaborare per trovare risposte ai propri bisogni. #housing #seniorhousing #rigenerazioneurbana #secondowelfare #welfaresociety
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Le recenti modifiche al regolamento regionale, introdotte con l’ultima delibera, non tutelano la domanda delle persone più fragili. ... . #attualitàmilano #casa #casepopolari #cgil #cisluil #economia #edilizia #inquilini #milanoattualità #newsmilano #notiziemilano #regionelombardia #sindacati
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C.A.S.A. 3 è un servizio che prevede l’attivazione di un’Agenzia per il Diritto all’Abitare un front-office sul diritto alla casa, monitoraggio immobili E.R.P, un team mobile operativo per monitorare sfratti e sgomberi, assistenza legale gratuita e gestione di un server integrato per la raccolta dati su diritto all’abitare e emergenza alloggiativa. C.A.S.A. 3 sarà anche uno spazio fisico dove prendere in carico le situazioni di precarietà per mettere in sicurezza single e famiglie sfrattate, permettendo la presa in carico da parte del Municipio e la messa in atto di strategie per un pieno raggiungimento del diritto all’abitare. Come ha sottolineato il Presidente del Terzo Municipio Paolo Marchionne: "Ogni giorno ci troviamo di fronte a sfratti, a famiglie e persone che perdono la casa e fino ad oggi non avevamo nessuno strumento concreto per rispondere direttamente come amministrazione di prossimità, adesso proviamo a fare la nostra parte fino in fondo a partire da un principio a cui non vogliamo rinunciare: nessuno deve dormire in mezzo a una strada, senza un tetto sopra la testa. Sono molto orgoglioso di questo concreto risultato frutto di un lungo lavoro collettivo iniziato mesi fa. Sono orgoglioso e soddisfatto perché abbiamo messo concretamente in campo azioni politiche e amministrative di sinistra a supporto di chi è ai margini della povertà e dell’emergenza abitativa. Un progetto all’avanguardia, che nasce dalla determinazione di non lasciare indietro nessuno, e in cui la mia amministrazione crede fermamente". Un grande lavoro fatto anche con Nonna Roma sempre attenta e attiva nei territori. Grazie alla collaborazione con la Fondazione Charlemagne (in parallelo allo sportello casa e ecc.) verrà avviato un progetto sperimentale mirato al rilevamento delle condizioni di criticità socio-economiche della popolazione del III Municipio. Per far questo ci si avvarrà di un questionario elaborato da ricercatori e operatori di settore e dai Servizi Sociali del Municipio e sarà sviluppato attraverso un applicativo on-line in grado di raccoglier dati contemporaneamente da diversi fonti. II questionario verrà diffuso in tutti i punti di contatto istituzionali e presso gli sportelli territoriali di associazioni che prestano attività di volontariato nel Municipio. Stefania Mancini Consigliere della Fondazione Charlemagne ha sottolineato come "la raccolta dati a cura di A.D.A sarà fondamentale per rappresentare istanze politiche presso le istituzioni comunali. La problematica abitativa rischia di invalidare qualsiasi possibile sviluppo della città. In tal senso l’iniziativa del III Municipio risulta lungimirante ma soprattutto innovativa. Le competenze e le risorse del III Municipio, saranno in grado di produrre un cambiamento sociale che auspichiamo possa estendersi ad altri Municipi, in vista anche del previsto potenziamento degli sportelli abitativi in tutti i municipi della capitale". #periferiacapitale
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Il Dl Flussi, uno degli strumenti principali per regolare l’immigrazione in Italia, è stato recentemente oggetto di un’importante modifica che renderà più difficili le procedure per il ricongiungimento familiare per gli immigrati. Un emendamento approvato in commissione, che avrà presto il suo percorso legislativo in Camera e Senato, introduce nuove restrizioni che, se confermate, cambieranno significativamente il panorama delle politiche migratorie italiane. Le nuove restrizioni La modifica principale del Dl Flussi riguarda l’introduzione di una proroga del periodo minimo di residenza necessario per poter richiedere il ricongiungimento familiare. Fino ad ora, la legge prevedeva un periodo di residenza di almeno un anno per poter fare richiesta di riunificazione. Con l’emendamento, il tempo minimo di residenza per poter avanzare una richiesta viene doppio, passando a due anni. Si tratta di un cambiamento importante che complica ulteriormente l’accesso a uno dei diritti fondamentali per i migranti, quello di poter riunirsi con i propri familiari in Italia. Non si tratta solo di un allungamento dei tempi. Prima che venga concessa la possibilità di un ricongiungimento, sarà necessario sottoporre l’alloggio della famiglia a una serie di verifiche. In particolare, si dovrà esaminare il numero di occupanti e le condizioni igienico-sanitarie dell’abitazione. Questo passo aggiuntivo introduce un ulteriore ostacolo burocratico che potrebbe ritardare o, in alcuni casi, precludere la possibilità di ricongiungimento. L’orientamento politico e le reazioni Dietro la proposta di modifica c’è una forte spinta da parte della Lega, che ha presentato l’emendamento in commissione, supportata anche dall’europarlamentare Anna Maria Cisint. La Cisint, già sindaca di Monfalcone, ha sempre sostenuto la necessità di inasprire le regole sull’immigrazione, cercando di inserire parametri più severi anche per quanto riguarda il reddito, condizione necessaria per la richiesta di ricongiungimento familiare. La proposta della Lega ha trovato terreno fertile all’interno del partito, e il segretario regionale Marco Dreosto ha parlato di una vittoria significativa, giustificando il cambiamento come una risposta a un fenomeno che secondo lui stava diventando “insostenibile” per i territori italiani. La modifica al Dl Flussi ha suscitato forti reazioni da parte delle opposizioni politiche, che hanno subito criticato l’emendamento come una mossa inadeguata e dannosa. I parlamentari di Movimento 5 Stelle, Alleanza Verdi Sinistra, +Europa e Partito Democratico hanno sollevato dubbi sulla legittimità e sull’efficacia della proposta. In particolare, a livello locale, il consigliere regionale del Partito Democratico Diego Moretti ha dichiarato che il ricongiungimento familiare è uno degli strumenti più efficaci per favorire l’integrazione, richiamando l’esperienza degli emigrati italiani degli anni ’50, che hanno trovato
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