Post di Bruno Arbanassi

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Simuliamo insieme cosa potrebbe succedere con un congedo di paternità veramente obbligatorio di durata di 5 mesi invece del “finto” obbligo di 10 giorni di paternità attuale? -Negli annunci di lavoro inizieremmo a veder scritto “sostituzione di genitorialità” o “sostituzione di paternità” e non più solo “sostituzione di maternità”; -le domande rivolte perlopiù alle donne “Desidera figli?” oppure “Ha figli? Se sì di che età?” oltre ad essere illecite sarebbero anche inutili perché andrebbero rivolte a chiunque. Chi, invece, volesse continuare a farle, avrebbe rischi legali, di insostenibilità sociale e di brand reputation troppo grossi da affrontare; -negli ambienti di lavoro gli uomini non si sentirebbero più in “soggezione”, in “costrizione” o “disagio” professionale e manageriale qualora dovessero usufruire di congedo di paternità perché diventando padri sarebbero obbligati ad usufruirne pena le sanzioni al datore di lavoro (come nella maternità); -negli ambienti di lavoro i percorsi di carriera non verrebbero diversificati tra uomini e donne perché il carico di accudimento della prima infanzia verrebbe almeno in parte riequilibrato; -gli uomini svilupperebbero capacità di cura, pazienza, responsabilità ed empatia utili a migliorarli come persone ma anche come manager e lavoratori nel momento della ripresa dell’attività professionale; -crescerebbero generazioni con un giusto e concreto esempio di parità di genere ad oggi perlopiù inesistente sul piano normativo e di usi familiari secolari. Ora le domande sono: quali sono gli uomini e i padri contrari ad avere un congedo di paternità universale realmente obbligatorio di durata di 5 mesi? Quali dovrebbero essere i validi e ragionevoli motivi, per chi oggi desiderasse diventare padre, di opporsi ad un congedo di paternità obbligatorio di durata di 5 mesi? Di validi e ragionevoli motivi non ne vedo. Le risorse? Salvo trovarne di nuove, si potrebbero anche cominciare a spostare i contributi per la NASPI (pagata ai padri dimissionari entro l’anno del bambino) in un congedo obbligatorio di paternità di durata di 5 mesi, ad esempio. Per cambiare le “regole del gioco” serve essere padri investendo tempo non solo per portare a casa un reddito ma anche per occuparsi delle faccende quotidiane di responsabilità genitoriale alla pari di una madre. Quando nasce un figlio si diventa genitori. Un padre non è un genitore panchinaro e non è nemmeno un mammo. É semplicemente un genitore con responsabilità pari a quelle della madre. E una madre non deve sacrificare la sua individualità e il suo percorso professionale perché le “regole del gioco” nel lavoro e nella società sono squilibrate e inadeguate. _________ Se credi non ci siano valide ragioni per non equiparare l’obbligo di congedo di paternità a quello di maternità per la durata di 5 mesi, lascia una reazione, un commento o diffondi l’argomento. E grazie per l’attenzione. #lavoro #responsabilità #paternità #maternità #genitori

Nessuna obiezione, anzi, i miei post stanno diventando forse abbastanza ripetitivi sulla questione. Quello che invece mi rende perplessa è scoprire che la proposta viene spesso accolta con ostilità da parte femminile più che maschile. Le argomentazioni? Il timore che dare più diritti ai padri si traduca in un danno per le madri e nello svuotamento del proprio ruolo esclusivo di cura. Non so quali bias culturali o di esperienze personali ci possano essere dietro a questa rigidità, personalmente credo che ne avremmo da guadagnare tutti e tutte.

Lia Calloni

Continuous Improvement | Business Transformation | Social Impact

7 mesi

Grazie Bruno come sempre. Mi sembra così ovvio che non capisco come mai non sia già realtà.

Nicola Sabia

Sales | Excel Dev Expert | POWER BI | CMS Expert | Trainer | Formazione | PMI Solution

7 mesi

Per quanto importante, il tema oltre che ripetitivo è sempre farcito di tanta retorica senza mai centrare il punto, Che sia paternità o maternità, in caso di uno o più figli, il Problema non è il congedo e nemmeno la sostituzione di maternità, perché anche se risolviamo il problema non è che un bambino diventa autonomo e non ha più bisogno dei genitori! Ahahah dai siamo Seri, mai nessuno che faccia una proposta strutturale seria...

Luana Camperi

Attività di outsourcing contabile

7 mesi

Le aziende inizieranno a scartare anche i papà !!! Niente più carriera con bambini

Cristiano A. De Luca

Consulente Formatore RSPP SP3 Sanità & Assistenza Sociale | TF. Sicurezza Comportamentale e Ingegneria Forense | Diritto del lavoro

6 mesi

Il primo passo per risolvere un problema è ammettere che il problema esiste, detto questo e considerando le innumerevoli deficienze sociali, che stanno riducendo in briciole la credibilità di progetti concreti in questo paese sotto tutti i punti di vista, io non credo che ci sia nemmeno la volontà di ascoltare l’importanza di questi temi, figuriamoci immergersi e farli propri.. UTOPIA.. personalmente spero, mi auguro che quanto detto nel post possa diventare una realtà concreta, ma siamo messi molto male, partendo dalle basi da cose più semplici.

Riccardo Bernardini

Professore Associato

7 mesi

"le domande rivolte perlopiù alle donne “Desidera figli?” oppure “Ha figli? Se sì di che età?” oltre ad essere illecite sarebbero anche inutili perché andrebbero rivolte a chiunque. " Il fatto che vengano rivolte a chiunque non le rende inutili.

🌷Cristina Di Loreto

Founder e Ideatrice di Me First® - Parental Empowerment Psicologico in azienda | Supportiamo la salute psicosociale dei genitori lavoratori in azienda | Psicoterapeuta, Coach & Trainer | Speaker | PremioGammaDonna2024

7 mesi

Probabilmente, oltre al vantaggio di smettere di giudicare la persona attraverso il suo genere… 1. Si acquisirebbe anche quello di avere manager più capaci di sintonizzazione emotiva, di comunicazione efficace, team più performanti e… 2. Avremmo nuove generazioni (che sono comunque futuri lavoratori) con meno disturbi del comportamento, del comportamento alimentare e di disturbi dell’apprendimento perché si, l’assenza della figura paterna ha un impatto sullo sviluppo psicologico e relazionale del bambino/a. 3. Avremmo più madri che possono - come i loro partner - portare avanti traiettorie di carriera senza sentirsi in colpa o aggravate da un carico mentale dato dall’essere caregiver primarie. Ma posso davvero dirla tutta ? Potremmo ristabilire qualcosa che ha anche più valore di questo: offrire ai padri e ai loro bambini e bambine il diritto di vivere una delle esperienze più ricche e sfidanti che possiamo incontrare. Oggi chi di loro lo fa (e non sono pochi) paga lo scotto di: - non dirlo apertamente per paura di discriminazioni o giudizi - rischia di sentirsi come “quello che non vuole davvero fare carriera” - si sente fare domande stupide sul perché scelga di farlo o sul perché non ci sia la partner del bambino.

Teresa Alonzi

Experienced Designer with a demonstrated history of working in corporate communication, pubblishing and photo editing.

7 mesi

Smetterebbero commenti del tipo "Eh ma se resta incinta mette in crisi l'azienda."

Serena Persiani Acerbo

Responsabile Sistema Gestione Qualità presso BISCOTTI P. GENTILINI S.R.L.

7 mesi

Molto istruttivo

Silvia Culasso

Amministratrice presso McPoock srl, Innovation Manager UNI11814

6 mesi

Magari!

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