👨⚕️ 👩⚕️ Tempi di attesa più brevi per l'accesso alle prestazioni sanitarie, potenziamento dell'offerta assistenziale per i dipartimenti di salute mentale, tassazione agevolata degli straordinari del personale. Sono alcune delle norme contenute nel decreto legge liste d'attesa, già in vigore e che presto inizierà il suo iter di conversione nella commissione Sanità del Senato. Ne parliamo in questa puntata di una legge in due minuti, la rubrica del nostro podcast #BussolaPolitica. Ascoltala qui! ⬇ https://lnkd.in/dgEJFDN2
Post di ES Relazioni istituzionali & Comunicazione
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MEDICI DI BASE: ECCO LA FOTOGRAFIA DEL CNEL Nella relazione annuale del CNEL sui servizi della PA esce un quadro preoccupante sul servizio dei medici di base. Essi sono sempre di meno. Ne ho scritto su L'HuffPost #medicina #salute #wortharead #lavoro #sanità #CNEL
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Interessante articolo sulle liste d'attesa . In merito , il Ministero della Salute , deve verificare se Asp e Aziende ospedaliere hanno attivato degli open day ambulatoriali dal Lunedì alla Domenica , dalle 09 alle 21 fino ad abbattimento lista . Il Ministero della salute , dovrebbe verificare se tutte le Direzioni strategiche di Asp ed Aziende ospedaliere , hanno attivato open day ambulatoriali con prolungamenti dal lunedi alla domenica dalle 09 alle 21 Il Ministro della Salute , con il Ministro del Mef devono concordare che per medici , infermieri ed amministrativi in sanità , cuneo fiscale al 28% anche per i dipendenti con oltre cinquanta mila euro, per medici e infermieri Un doppio cuneo fiscale per ogni figlio nato e minore a carico in aggiunta all'assegno universale Corresponsione buono pasto per ogni turno di guardia notturno, festiva e pomeridiana e nell'abbattimento liste d'attesa . Orario di lavoro 7.12 con un buono pasto al giorno Corresponsione buono pasto ed anche orario formativo di 7.12 con un buono pasto al giorno In merito ai medici in formazione ( specializzandi) , il Ministro dell'Università, il Ministro della Salute e il Ministro Mef devono verificare, se anche, per i medici in formazione specialistica si può introdurre il cuneo fiscale al 14% Un eventuale doppio cuneo fiscale , per ogni figlio minore a carico Si invita in merito, Forza Italia ad attivarsi per impegnare Giorgetti ad incrementare cuneo fiscale anche per i medici , infermieri ed amministrativi con reddito fino a cinquanta mila euro, per incrementare il peso
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È stato proposto un emendamento di maggioranza al decreto sulle liste d'attesa nella sanità che permetterebbe 🧓🏻ai medici di lavorare fino a 72 anni (invece di 70) e 🧓🏻 a tutto il personale sanitario, inclusi gli infermieri, di lavorare fino a 70 anni su base volontaria. 👉Motivazioni della proposta. 😏Carenza di personale sanitario, soprattutto infermieri (mancano 65.000 unità secondo la Corte dei conti). 😏Difficoltà nel reclutamento e fuga di personale verso il privato o l'estero. 🤦🏻♂️Critiche e perplessità. 👉L'opposizione ritiene sia un'arma spuntata e che serva un piano più efficace per attrarre personale. 👉La Federazione degli Infermieri (FNOPI) crede che pochi infermieri sfrutteranno questa opzione dato il lavoro usurante. L'articolo evidenzia il tentativo di affrontare la carenza di personale sanitario in Italia attraverso l'estensione dell'età pensionabile, ma solleva anche dubbi sull'efficacia di questa misura.
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(MAL)EDUCAZIONE CIVICA Le liste di attesa nella sanità si potrebbero ridurre del 20% senza sforzo né costi aggiuntivi, semplicemente se gli utenti si comportassero educatamente (o fossero costretti a farlo). Chi prenota una prestazione e non si presenta si fermi un attimo a considerare come reagirebbe se l'idraulico non si presentasse dopo che lo si è aspettato a casa oppure, arrivato dal dentista si sentisse dire: "oh, scusi, mi sono dimenticato di avvisare che il suo appuntamento è cancellato". Siamo bravissimi a pretendere una sanità migliore, ma molto scadenti nel collaborare ad averla e l'inefficienza dei burocrati che mettono anni a produrre decreti attuativi impedisce , per ora, di mettere in atto misure che costringano i maleducati a mettersi a posto. L'esazione della "sanzione" potrebbe essere semplice, basterebbe subordinare l'erogazione della prima prestazione successiva da parte del SSN al pagamento del ticket per la prestazione cancellata, ma anche così non ci sarebbe da essere contenti, perché resterebbe la perdita di capacità del sistema sanitario. Ammesso, poi, che la propensione a condonare perfino le condotte illecite non si manifesti anche in questo campo. L'educazione civica all'uso dei servizi comuni sarebbe la via migliore, ma ha tempi lunghi. Articolo di Paolo Russo La Stampa 5-1-2025
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Reazioni dei medici di famiglia al nuovo regolamento e sospensione del lavoro: Esaminiamo in modo approfondito le reazioni dei medici di famiglia alla nuova normativa e le loro sospensioni dal lavoro. Informazioni aggiornate sui diritti degli operatori sanitari e sugli sviluppi di questo processo…
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Si va verso una sola direzione: ridurre la spesa sanitaria pubblica in Italia.
Secondo l’Istat, circa 3 milioni di italiani rinunciano a curarsi proprio a causa dei lunghi tempi necessari per accedere alle prestazioni: l’esecutivo vuole intervenire tramite la salvaguardia della cosiddetta “appropriatezza prescrittiva” e tramite una maggiore apertura alla libera professione
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…. 🟪Un riquadro alla volta: riflessioni di una caregiver e rappresentante pazienti. …🟪Continua il secondo quadrotto🟪 🔺Credo che proprio di questo enorme “spreco” i cittadini dovrebbero presentare il conto dei danni alla politica.Un conto salato. 🔺Se potessimo investire in sanità pubblica tutto il denaro finora speso per incentivare la sanità privata il SSN sarebbe salvo. Sempre la Bindi e la Dirindin hanno detto che questi interventi, erano e sono “contrari al rispetto dei principi costituzionali e dei diritti umani fondamentali, assecondando l’idea che il mercato avrebbe comunque potuto sostituire buona parte della sanità pubblica, quella più in grado di generare profitti” 🟩Semplice agli occhi di tutti sarebbe allora la ricetta di buon senso: 🔴Abolire il mercato agevolato e trasferire i fondi al SSN. Si potrebbe da subito intervenire abolendo il tetto alle assunzioni del personale sanitario pubblico. ⬛️Ma invece NO, come il cane che si mangia la coda, si continua a dire che il problema é la “non autosufficienza”, “incapacità di risposta” attuale del sistema sanitario pubblico e, invece di finanziare la sua autosufficienza e la sua capacità di risposta, si continua a investire nell’appaltare ai privati servizi e prestazioni. ◼️Chiaramente manca un elemento essenziale: la volontà politica di farlo. La Bindi e la Dirindin concludevano che “in assenza di sostanziali interventi straordinari e di un grande lavoro trasformativo sul piano culturale e politico, la «non autosufficienza» è destinata ad aggravarsi e gli italiani sono destinati a vedere la propria salute sempre più condizionata dalla loro situazione socio-economica. Tutto ciò richiederebbe più impegno (a partire dal livello centrale), più risorse (in armonia con quanto succede negli altri paesi sviluppati) e più indipendenza dagli interessi dell’industria della salute.” Non si sa cosa abbiano inteso per “grande lavoro trasformativo sul piano culturale e politico”, forse di mettere in primo piano i diritti dei cittadini e in secondo piano gli interessi speculativi sulla sanità. ◼️Purtroppo anche l’attuale governo di destra, in piena continuità con i precedenti, ha messo un freno ai finanziamenti della sanità pubblica e,nessun freno alla speculazione privata quindi alla privatizzazione. ⬛️Non è un buon segno: vuol dire che la politica non é più in grado di governare interessi privati così potenti che hanno preso pieno controllo della sanità. 🟪Per concludere le riflessioni di questo quadrotto: 🟥credo che protezioni politiche e interessi economici si siano così intrecciati da aver creato uno stato nello stato ( la definizione vi ricorda qualcosa?) 🟩e solo l’aperto sdegno dei cittadini e una forte mobilitazione di piazza potrebbero sortire qualche effetto.
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@pierinodisilverio a @quotidianosanità : “esiste ancora la possibilità di colmare i deficit della nostra sanità”. 📈I continui disinvestimenti degli ultimi 15 anni hanno portato una inesorabile decadenza della competitività del SSN e le continue aggressioni, le denunce a danno degli operatori sanitari in costante aumento testimoniano un graduale mutamento del rapporto medico-paziente da paternalistico a economicistico. Che sia forse anche ‘colpa’ delle modifiche delle forme di comunicazione che fino ad oggi il professionista ha subito è vero, ma è altrettanto vero e indubbio che alla base della perdita di fiducia verso l’operato del medico, giudicato solo fino a 30 anni fa quasi sacro, ci sia il disgregamento di un intero impianto di cure e la difficoltà conseguente che i cittadini hanno nell’accedervi. 😩Preoccupa anche che il cittadino identifichi il medico come responsabile dei disservizi… 😔Di fronte ai tagli lineari subiti dalla sanità ci saremmo aspettati una rivolta popolare, e invece assistiamo a una graduale assuefazione…↔️E qui i dati diventano impietosi: 🔴l’1,8 % dei cittadini italiani, secondo l’ultima indagine del CNEL, si indebita per le cure e 🔴4,5 milioni di cittadini si rivolgono ormai alla sanità privata secondo gli studi GIMBE. 🔴Nel 2023 il 7,6% della popolazione italiana ha rinunciato a curarsi, contro il 6,3% del 2019. 🔴La percentuale di quanti hanno rinunciato a causa delle lunghe liste di attesa risulta pari al 4,5% (2,8% nel 2019), secondo l’ISTAT. 🔴Ogni 100 tentativi di prenotazione nel SSN, la percentuale di popolazione che rinuncia e si rivolge alla sanità privata è del 39,4% (il 34,4% dei bassi redditi). 💸In questo quadro fosco, i medici italiani sono i meno pagati in Europa, con una diminuzione dei salari del 6,2% tra il 2015 e il 2022, secondo i dati FEMS. Serve 🙌🏻ripartire dalla presa in cura del paziente presso il proprio domicilio, 🙌🏻riqualificare strumenti alla medicina territoriale, 🙌🏻trasformare gli ospedali in luoghi di cura e non di diagnosi,🙌🏻un’azione verso l’appropriatezza e uno 🙌🏻shift immediato verso la prevenzione e la cura delle cronicità, 🙌🏻integrare la tecnologia in sanità per evitare di subirla. 👉https://lnkd.in/dz5yamBS
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“Con il compimento dei primi 20 anni del blocco del tetto di spesa sul personale sanitario si inizia ad intravedere una apertura del Governo dettata da una doppia esigenza: adeguare gli organici aziendali falcidiati dalla grande fuga dagli ospedali e ridurre drasticamente il fenomeno dei gettonisti, e come federazione CIMO-FESMED, aggiungiamo anche il fenomeno dei medici stranieri. Il primo segnale concreto giunge dal superamento del limite, ad oggi vigente, pari al 50% della spesa sostenuta nel 2009, limite che impediva l’assunzione di medici e professionisti sanitari e sociosanitari con contratti di lavoro subordinato a tempo determinato anche attraverso convenzioni o contratti di collaborazione coordinata e continuativa, o di formazione lavoro” “Certamente un primo importante passo che assicura maggiori opportunità ai medici specializzandi, limitando il ricorso ai gettonisti proprio attraverso il parziale superamento del tetto di spesa del 2009. Tuttavia, si corre il rischio di aumentare il precariato allungando ulteriormente i tempi per l’assunzione stabile di medici e sanitari. La vera necessità, quindi, sta nel garantire stabilità agli organici ma il pericolo nasce dal fatto che il richiamo all’art. 11 del DL 35/19 sembra riferirsi al finanziamento statale da ‘spendere’ sulla base degli indirizzi regionali e in coerenza con i piani triennali dei fabbisogni di personale. Pertanto la sperimentazione AGENAS rappresenta il vero ‘banco di prova’ attraverso cui si potrà finalmente comprendere se il Governo ha intenzione o meno di investire in sanità e nei suoi professionisti”. “Gli attuali segnali regionali non sono incoraggianti: eccetto l’Emilia Romagna, nessuna regione ha mai superato il tetto di spesa creando un tesoretto di oltre 2 miliardi non speso. Quindi, scarsa volontà di assumere personale per evitare di aumentare la spesa strutturale aggravata dalla adozione, addirittura alcune regioni hanno adottato la metodica sperimentale di AGENAS che, di fatto, ho portato molte aziende ad un ridimensionamento del fabbisogno di personale del 30%-40%. Buona la notizia riguardante gli specializzandi che finalmente avrebbero un inquadramento giuridico più dignitoso, ma soprattutto ottimo l’intervento per ridurre i tempi di attesa attraverso le assunzioni a tempo indeterminato negli enti del Ssn. Intanto, come federazione, attendiamo l’elaborato finale conoscendo perfettamente le attuali criticità più volte contestate e in attesa di una risposta definitiva”. “In sintesi ‘buona la prima’, se strettamente limitata al vero sbocco del tetto di spesa entro il corrente anno, ma grande attenzione al ‘famigerato’ algoritmo AGENAS che auspichiamo venga elaborato con una visione non involutiva del nostro SSN. Il Governo deve dare ampie assicurazioni che con lo sblocco del tetto di spesa i posti vacanti non verranno occupati da precari”. Guido Quici, presidente del sindacato dei medici Federazione CIMO-FESMED
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I dati del 7° Rapporto sul #Ssn della Fondazione GIMBE confermano quanto denuncio da tempo: i cittadini sono costretti sempre di più a pagare di tasca propria le prestazioni. Nel 2023, infatti, la quota di spesa sanitaria privata si è impennata, aumentando del 10,3%. Contemporaneamente, quasi 2,5 milioni di persone l’anno scorso hanno rinunciato a curarsi per ragioni economiche. La salute sta diventando sempre più un lusso per ricchi. A fronte di questa situazione drammatica, ad oltre quattro mesi dal varo del Decreto liste d’attesa - provvedimento presentato dal Governo come rivoluzionario e risolutivo per il nostro Ssn ormai prossimo al collasso - dei regolamenti e decreti attuativi necessari alla sua attuazione ancora non c'è traccia. Manca, fra le altre, la misura contenente le modalità per l'attuazione dei poteri sostitutivi che lo Stato dovrebbe esercitare quando le strutture regionali sono inadempienti nel garantire una gestione corretta delle liste d'attesa, mentre la Piattaforma nazionale sulle liste d’attesa, a cui spetta il compito di monitorare i tempi delle prestazioni interagendo con le piattaforme regionali, non vedrà la luce prima del 2025. Quello che doveva essere un provvedimento urgente è quindi ancora fermo, mentre l’accesso alle cure diventa sempre più differenziato in base al reddito: chi dispone di risorse può ridurre i tempi di accesso alle cure pagandole di tasca propria, mentre le fasce della popolazione economicamente più fragili sono costrette ad attendere mesi, se non anni.
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