🩺🏠Le cure domiciliari si stanno affermando come 𝐩𝐢𝐥𝐚𝐬𝐭𝐫𝐨 𝐞𝐬𝐬𝐞𝐧𝐳𝐢𝐚𝐥𝐞 per un SSN più umano e sostenibile. Per lo Speciale di Sanità33 “𝐋𝐚 𝐬𝐟𝐢𝐝𝐚 𝐝𝐞𝐥𝐥𝐞 𝐜𝐮𝐫𝐞”, l’intervista a Gennaro Sosto, dg dell’Asl Salerno e Vicepresidente nazionale di Federsanità, che evidenza l’urgenza di trasformare la casa nel nuovo centro dell’assistenza sanitaria. #FedersanitàAnciCampania #FedersanitàCampania #Campania #Anci
Post di Federsanità Anci Campania
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Centrali operative territoriali #COT in #Regione #Toscana 🥇 Raggiunto l'obbiettivo del #PNRR di portare in ogni zona distretto della Regione Toscana almeno un COT. Ma perché le COT sono fondamentali per il sistema sanitario? Ecco le principali #funzioni strategiche: -Coordinamento dei servizi: le COT fungono da punto di #raccordo tra i vari servizi sanitari e socio-sanitari sul territorio, migliorando l'efficienza e l'efficacia dell'assistenza. -Continuità assistenziale: garantiscono una #transizione fluida tra diversi livelli di cura, ad esempio tra ospedale e assistenza domiciliare. -Gestione dei percorsi di cura: #facilitano la gestione di percorsi assistenziali complessi, soprattutto per pazienti cronici o fragili. -Accesso ai servizi: #semplificano l'accesso dei cittadini ai servizi sanitari, fornendo un punto di contatto unico. -Monitoraggio e prevenzione: permettono un #monitoraggio continuo della situazione sanitaria sul territorio, favorendo interventi preventivi. -Ottimizzazione delle risorse: contribuiscono a un utilizzo più efficiente delle #risorse sanitarie disponibili. -Risposta alle emergenze: possono coordinare rapidamente le risposte a situazioni di #emergenza sanitaria.
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MEDICI DI FAMIGLIA E CASE COMUNITA' SPOKE. Il medico di base da libero professionista, convenzionato al Sistema Sanitario nazionale e con specifici obblighi, diventerebbe dipendente del SSN, lavorando presso le case di comunità. L idea è migliorare l offerta per i cittadini a livello territoriale. MA SIAMO COSÌ SICURI CHE QUESTA PROPOSTA SIA INTELLIGENTE?? Nell’idea del ministero, i medici di famiglia dovranno essere il primo riferimento dei cittadini rispetto alle richieste di salute. Un modo anche per decomprimere gli ospedali e soprattutto i pronto soccorso. SPOGLIAMO LA CHIESA PER VESTIRE LA SACRESTIA? Vorrei ricordare che il problema è la mancanza di medici. Ecco il perché della mia metafora "religiosa". Entro il 2026 le Case Comunità dovrebbero essere 1350 ma a giugno 24 se ne contano attive 413. I luoghi dove sorgeranno le stesse sicuramente NON saranno nei piccoli paesi di montagna abitati prettamente da anziani ma nelle città! Quindi cosa stiamo facendo??? Dobbiamo leggere le ordinanze di alcuni sindaci, tipo quello di BELCASTRO in provincia di CATANZARO?? "Non ammalatevi", l'ordinanza del sindaco di Belcastro. Il Pronto soccorso dista 45 km e la Guardia medica funziona a singhiozzo. I cittadini non possono contare, a causa delle carenze del servizio sul territorio, su un'assistenza sanitaria adeguata ed il sindaco emette un'ordinanza con cui «vieta» di ammalarsi. https://lnkd.in/duSDPzz5
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I dati riportati dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sulla qualità dell’assistenza dell’ospedale "Ruggi d’Aragona" di Salerno mettono in luce una situazione allarmante, con indicatori negativi in numerose aree critiche. #agenas #aziendaospedalierauniversitariasangiovannididioeruggidaragona #mariopolichetti #newssalerno #NotizieSalerno #salernoattualità #salute #sanità #uilfplsalerno #vincenzodamato
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I dati riportati dall’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) sulla qualità dell’assistenza dell’ospedale "Ruggi d’Aragona" di Salerno mettono in luce una situazione allarmante, con indicatori negativi in numerose aree critiche. #agenas #aziendaospedalierauniversitariasangiovannididioeruggidaragona #mariopolichetti #newssalerno #NotizieSalerno #salernoattualità #salute #sanità #uilfplsalerno #vincenzodamato
Aree di criticità estrema
https://www.gazzettadisalerno.it
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Dati alla mano, in Campania, il personale del servizio sanitario è fortemente inferiore alla media nazionale: lo rivela il monitoraggio della Fondazione Gimbe, che evidenzia come su ogni mille abitanti possiamo contare solo su 8,5 unità di personale. Il dato va in netto contrasto con ciò che succede nel resto del Paese che vede la media attestarsi sull'11,6. Un primato di cui faremo volentieri a meno come territorio e che conferma le grandi difficoltà con le quali i nostri operatori sono costretti quotidianamente a fare i conti. Un’organizzazione inesistente, una rete territoriale che non c’è, lasciano allo sbaraglio i pazienti ai quali dovrebbe essere garantita tutela sanitaria. Lo abbiamo visto con l’ospedale di Caserta ad inizio settimana, accessi incontrollati al pronto soccorso che mandano in affanno una struttura che non riesce a fare rete con Asl e medici di base. Purtroppo il caso si ripete al Moscati di Aversa e in tutte le grandi strutture ospedaliere della Campania andando ad offuscare le qualità professionali e umane dei nostri medici lasciati soli nel difficile compito di garantire la salute della collettività. #giuseppetamburro #campania #FondazioneGimbe #personalesanitario #difficoltà #sanità #ProntoSoccorso #Caserta #MoscatiAversa #struttureinaffanno
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I servizi integrati, in particolare attraverso la rete dell’assistenza territoriale, per soddisfare al meglio il “diverso” bisogno di tutela della salute. Leggiamo questo interessante articolo scritto da una delle maggiori esperte nel campo dell’organizzazione sanitaria Marinella D'Innocenzo
Un modello ADI che funziona, da non perdere
quotidianosanita.it
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Ogni anno Fondazione GIMBE analizza il nostro #Ssn e i report ci rilanciano la necessità di un intervento serio, efficace e condiviso sulla sanità pubblica. Boom della spesa delle famiglie, 4,5 milioni di persone che rinunciano a curarsi, -18% per la spesa in prevenzione. Il tempo stringe e il pilastro di cure gratis a tutti non sarà più così scontato. Aumentare le risorse in #manovra? Si, ma non bastano se non si mettono in campo le riforme che da anni il Ssn attende e non si capirà che le strutture, dagli ospedali alle Asl, le fanno funzionare gli operatori sanitari.
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In un momento di grande difficoltà per il nostro SSN continuare a non fare scelte pensando di poter estendere o mantenere l’offerta ad assetti organizzativi invariati rappresenta il più grosso pericolo per la sostenibilità. E’ sbagliato l’approccio di fare tutto dappertutto così come è sbagliata la difesa ad oltranza di situazioni che non rispettano i parametri clinici sanitari di sicurezza per i pazienti. Va affrontato un serio percorso con scelte rigorose che porti a riconfigurare l’offerta tra la componente ospedaliera e quella territoriale. Ci vuole coraggio diversamente il declino e’ inarrestabile. Questo vale per l’offerta ambulatoriale quella ospedaliera ed anche per l’emergenza urgenza. Se no si continueranno ad usare PS come presidi territoriali come dimostrato dalla enormità degli accessi in codice bianco e verde.
Pronto soccorso: "Nessun taglio ci servono tutti"
ilgiorno.it
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In poche parole il surrogato di un progetto che consideriamo parte del futuro dell'assistenza sanitaria. Un plauso per la chiarezza e la sintesi
Farmacie e assistenza di prossimità: un ruolo sempre più centrale nella sanità territoriale Le farmacie di comunità sono presidi sanitari di prossimità e avvicinano la sanità alla popolazione grazie all’introduzione di servizi e tecnologie integrate con le altre strutture del SSN. Questa evoluzione è particolarmente significativa per le persone più fragili, che necessitano di supporto costante e vicino e i residenti delle aree interne, dove l’accesso ai servizi sanitari è spesso limitato. #Federfarma #Assistenzaterritoriale #Farmaciadeiservizi
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In questa domenica sera mi sono imbattutto nell'ultima puntata di Dataroom di Milena Gabanelli e Simona Ravizza. L'analisi pubblicata sul Corriere della Sera è lucida e puntuale. La crisi dei Pronto Soccorso non è da vedere come un fenomeno a sé stante, ma va inserita all'interno di un quadro di insieme. Insomma, è un sintomo di una patologia ben più ampia e diffusa: assistenza territoriale in difficoltà, tempi di attesa per le visite troppo lunghi, carenza di personale negli ospedali e medici che - giustamente - in Pronto Soccorso non vogliono più starci. Con questo in mente è evidente come non si possa risolvere la situazione con interventi spot (es: togliere il numero chiuso a Medicina). Il ragionamento è molto più ampio e va ben oltre la programmazione da qui ai prossimi 5 anni. È necessario - e urgente - un piano di azione che possa risollevare la sanità pubblica sul lungo periodo. #sanità #ssn https://lnkd.in/dw8uiBVh
Pronto soccorso, cosa non funziona e di chi è la colpa | Milena Gabanelli
corriere.it
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