Post di Fulvio Giuliani

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Direttore quotidiano La Ragione Linkedin Top Voice Italy

La delusione è grande, molto grande. Non facciamo finta che non sia così. Luna Rossa non era considerata semplicemente la favorita, ma la strafavorita della Louis Vuitton Cup e la sfidante “naturale“ dei neozelandesi. La sconfitta con Ineos - netta, persino più del sette a quattro finale - è una doccia gelata sportiva in tutto e per tutto. Vogliamo essere molto chiari: qui non si tratta di saltare sul carro o la barca del vincitore se le cose vanno bene e fare il tiro al piccione quando vanno male. Basta avere la pazienza di andare a rileggersi i commenti o riascoltare le previsioni degli esperti - gente che ne sapeva e ne sa immensamente più di noi - per rendersi conto che non c’è alcun disfattismo determinato dalla sconfitta nelle nostre parole. Solo l’analisi onesta e purtroppo spietata di come siano andate le cose. Male. La sconfitta della squadra capitanata da Max Sirena (uno che ci ha messo letteralmente l’anima e non osiamo immaginare come si debba sentire oggi) è stata netta. Almeno quanto è ampio il merito degli inglesi guidati da Ben Ainslie. Un fenomeno, uno che si è dimostrato non solo un fuoriclasse come skipper e già lo sapevamo, ma anche molto accorto nello sfruttare al meglio la condizione psicologica molto difficile del team Luna Rossa. Aggiungeteci l’esperienza nella SailGp, in cui gli italiani non ci sono. Il ruolo di grandi favoriti pesa, un macigno psicologico che è gravato sulla testa di chi andava in barca e sull’intera squadra, dai progettisti ai cuochi. E lo si è visto a Barcellona: se escludiamo le primissime regate sostanzialmente interlocutorie, Luna Rossa non ha mai dominato come tutti si attendevano. A cominciare dagli avversari. Barca veloce, a tratti velocissima, ma anche soggetta a inconvenienti vari, un po’ troppi se consideriamo i lunghi anni di test e allenamenti. Anche con gli americani era stata tutt’altro che una passeggiata e con gli inglesi si è troppo spesso inseguito, non di rado a distanza. In più, queste nuove imbarcazioni, spettacolari quanto si vuole ed estreme come una Formula 1 con i foil al posto delle ruote, si sono dimostrate sostanzialmente inutili per ingaggiare dei duelli spettacolari. Chi parte per primo, se non rompe, vince. Francamente tutt’altro che il massimo per una Louis Vuitton Cup e, ora vedremo, un America’s Cup che si vorrebbe trasformare nel più grande spettacolo sportivo o fra i più grandi spettacoli sportivi al mondo. Non è una giustificazione per Luna Rossa, tantomeno una sorta di ripicca per l’esito infausto della competizione. È un dato di fatto. La Ragione

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Pasquale Manisi

Funzionario tecnico commerciale c/o Manisi srls

5 mesi

Premetto che non me ne intendo. Personalmente ero più attratto dalla competizione ,quando vedevo i membri della stessa muoversi ad esempio per assecondare la strambata dello skipper quando vedevo e sentivo da qualche microfono montato sulla imbarcazione termini tipo andare di bolina issare o controllare la Genoa, controllare il Gennaker ,cima ,prua, drizza,dritta ,ponte etc. Sarò un nostalgico , ma a me sembrava più spettacolare.

Lorenzo Ippoliti

Founding Partner at Cube Investment Research

5 mesi

Non è vero. Sono regate bellissime anche per chi ama la vela tradizionale

Matteo Ranza

socio amministratore at Azienda Agricola Persico Ranza Soc sempl.

5 mesi

Chiunque mastichi di Vela sa benissimo che barche simili hanno velocità simili. Ciò significa che chi parte meglio, vuol dire davanti, se non fa errori nel marcare l'avversario, difende la posizione incrementando. Ciò succede perché modifica la qualità del vento dell'avversario. Queste barche sono spettacolari per le velocità, altre per le manovre, ma la regola generale del quinto ( chi è davanti ha vinto) vale sempre

ciromassimiliano esposito

AREA MANAGER SALES INGROSSO HORECA D.O. CAMPANIA presso Varie Aziende

5 mesi

non sono barche ...sono delle cose ibride

Emilia Forlani

Accounting and back office. Press officer Pro Recco Rugby. Blogger. NPR/Delinquenti squad.

5 mesi

Ma è ancora vela se bisogna fare di tutto per non toccare l'acqua? Sono ancora barche? Sono regate o ormai sono tutt'altro?

Purtroppo e' cosi'. Questi mezzi ultramoderni che di barca hanno solo piu' il nome, riusciranno a rendere anche la vela uno spettacolo noioso come la Formula 1 (lo sport piu' noioso del mondo) dove le uniche emozioni sono causate da imprevisti ed incidenti.

Purtroppo … e sottolineo purtroppo … concordo completamente con l’analisi proposta

Giuseppe Addonizio

libero professionista

5 mesi

Bravi tutti

Marco Martemucci

Business Angel & Entrepreneur

5 mesi

Perdere nettamente, lasciando per tutto il periodo una doppia medaglia olimpica sui foils in panchina, lascia perplessi. Max Sirena senz’altro sa e vede delle cose che dall’esterno non si possono sapere, ma la perplessità resta, oltre al disappunto da appassionato nel non aver potuto vedere il massimo talento esistente della vela sui foils sfidare Ben Ainslie.

Vito Vinci

Ceo presso VINCIARTE

5 mesi

Sembra la narrazione di Aldo Giovanni e Giacomo in 3 uomini e una gamba 🦵 Spettacolari ma alla fine hanno perso 9 a 2. Spero abbiano avuto per consolazione un borsellino della Louis Vutton 👜

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