Post di Ilario Mazzotta

📉 𝗜𝗹 𝟮𝟬𝟮𝟰 𝗱𝗲𝗶 𝗙𝗶𝗻𝗲 𝗪𝗶𝗻𝗲𝘀: 𝘂𝗻 𝗮𝗻𝗻𝗼 𝗱𝗮 𝗱𝗶𝗺𝗲𝗻𝘁𝗶𝗰𝗮𝗿𝗲 Il mercato dei fine wines chiude il 2024 con perdite a doppia cifra sul Liv-Ex, una situazione inusuale per un settore storicamente considerato rifugio sicuro. Tra inflazione, aumento dei tassi d’interesse e dinamiche di mercato sfavorevoli, anche i grandi classici come Borgogna e Bordeaux hanno sofferto un calo di domanda. 👉 Questa situazione rappresenta una sfida, ma anche un’opportunità: l’evoluzione dei mercati richiede una riflessione su come gli investimenti in beni alternativi possano adattarsi ai nuovi contesti globali. Cosa possiamo imparare da questo momento difficile per il mercato dei fine wines? Si tratta di un’occasione per ripensare le strategie d’investimento o semplicemente un ciclo negativo? 💬 Condividete le vostre opinioni nei commenti: come vedete il futuro del settore? #FineWines #Investimenti #LivEx #Vino #MercatiFinanziari #Winenews

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In profondo rosso fino a novembre 2024, gli indici del Liv-Ex hanno chiuso l’anno appena passato con un tonfo che in molti casi sfiora il -10%, in alcuni lo supera anche, con l’Italia che si difende meglio degli altri, come successo lungo tutto l’anno, ma chiude comunque poco sotto il -7%. È un verdetto impietoso, per investitori e collezionisti in fine wines, quello degli ultimi dati dello scorso anno del Liv-ex, la piattaforma inglese ritenuta il riferimento di questo peculiare mercato. Il Liv-Ex 100, indice di riferimento, ha fatto segnare il -9,1% (ne fanno parte, per l’Italia, il Barolo 2019 di Bartolo Mascarello, il Barolo Monfortino Riserva 2014 e 2015 di Giacomo Conterno, il Barolo Falletto Vigna Le Rocche Riserva 2017 di Bruno Giacosa, il Brunello di Montalcino Riserva 2016 di Biondi-Santi, il Barbaresco 2019 di Gaia, il Sassicaia 2018, 2019 e 2020 della Tenuta San Guido, il Solaia 2019 ed il Tignanello 2019 e 2020 di Marchesi Antinori, il Redigaffi 2020 di Tua Rita, l’Ornellaia 2020 ed il Masseto 2019 e 2020 del gruppo Marchesi Frescobaldi), che diventa -21,9% in due anni. Ancora peggio fa il Liv-Ex 1000, il più ampio degli indici, a -11,7% nel 2024 e -23,7% negli ultimi due anni. Con le perdite clamorose, tra gli altri, del Burgundy 150 (-15,2%), dello Champagne 50 (-11,7%), del Bordeaux 500 (-11,3%), e con segno negativo per tutti gli altri sotto indici, nessuno escluso. Nemmeno l’Italy 100, che poco si consola con la palma del “meno peggio”, con una calo del -6,8% nel 2024. #winenews

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