I vantaggi di questo dialogo intergenerazionale per gli anziani sarebbero i seguenti: aumento dell’autostima miglioramento del benessere maggiore contatto sociale minore senso di ansia incremento della memoria più mobilità fisica maggiore senso di appartenenza sociale il senso di accettazione e l’affetto favorire lo sviluppo di nuovi scopi e significati conoscere nuove tendenze e tecnologie, e di vedere il mondo attraverso una prospettiva diversa. Per i bambini stare con le perone anziane offre tanti benefici – atteggiamenti positivi verso la terza età – miglioramento delle abilità sociali – imparare abilità come il pensiero critico, la risoluzione dei problemi e l’interazione sociale. Si tratta di atteggiamenti e strategie necessari per muoversi efficacemente in un mondo sempre più complesso, capacità che gli anziani possono veicolare grazie alle loro esperienze di vita. In sintesi nel creare relazioni tra generazioni, anziani e bambini, si cerca di favorire il rafforzamento della coesione sociale aumentare il contatto fra le persone e la comprensione reciproca creare relazioni significative stimolare la crescita emotiva e sociale. Alla luce della riflessione sinora condotta, s’invitano le Istituzioni Regionali della Campania a promuovere un costante dialogo con persone esperte in materia, come psicologi, psichiatri, geriatri, assistenti, educatori ed operatori, allo scopo di assicurare un autentico progresso sociale basato sul rispetto reciproco.
Post di riccardo vizzino
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Il paternalismo tecnologico solleva interrogativi sull'uso dell'IA per gli anziani. Un nuovo studio evidenzia come le tecnologie di assistenza, sebbene progettate per garantire sicurezza, possano limitare l'autonomia e rinforzare stereotipi legati all'età. #IA #Tecnologia #Anziani #Paternalismo #EticaDigitale
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#crisi della #salutementale #giovani Qual è la priorità su cui puntare nell’accostarsi a giovani con disturbi psichici ? Cosa si può fare subito per migliorare la condizione dei ragazzi/e con disturbi psichici ? Scrivi il tuo commento qui 👇 https://lnkd.in/ezmYq-Eu
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Denatalità in Italia. Cosa c’entra l’educatore professionale? In questo periodo si sente parlare molto di calo demografico. Proprio qualche sera fa ci si confrontava con amici sul tema della natalità e mi son chiesta: ma cosa c’entra l’educatore professionale con questo? Il problema complesso della natalità nella nostra società non riguarda solo i politici, gli economisti, le aziende, le famiglie…riguarda anche gli educatori! La famiglia, universalmente riconosciuta come agente primario di socializzazione, è il luogo di costruzione del sè, veicola valori, media la relazione con il mondo, è una scelta. L’ EP ha il ruolo di offrire strumenti affinché le persone possano liberamente scegliere di avere dei figli. 🆘Semplifico: meno nascite, meno persone che intraprendono professioni di cura come quella dell’educatore professionale ma sempre più fasce di popolazione con bisogni sociosanitari complessi. 💡È fondamentale che noi educatori ci interroghiamo sul nostro ruolo e su cosa possiamo fare per affrontare questo scenario “distopico”. 🎯Promuovere una cultura della famiglia e della solidarietà; Sensibilizzare sulla bellezza e la gioia della genitorialità per chi sceglie questa esperienza offrendo supporto pratico e sostegni educativi; Rendere più attraente le professioni di cura battendoci per opportunità di carriera e migliorare le condizioni di lavoro; Collaborare con le istituzioni locali portando una voce autorevole che possa rappresentare le esigenze reali delle famiglie che incontriamo. ❓Cosa ne pensate colleghi Educatori Professionali? #educazioneprofessionale #lavoroeducativo #famiglia #natalità #ssn #salute
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Una maternità diversa nei nuovi modelli sociali Maternability, matrescence e maternomics: ecco i tre termini con i quali tracciare il possibile itinerario metodologico per un necessario mutamento concettuale che affronti la questione Un interessante articolo di Arianna Visentini su fondazionerut.org "Il nostro sistema economico, le nostre organizzazioni, hanno bisogno di "maternità": le nostre imprese devono essere capaci di generatività, sviluppando la vocazione alla cura, ridefinendo mission e vision all'insegna del benessere non soltanto della proprietà ma anche dei collaboratori/trici, delle comunità, territori e del pianeta." #flpnews
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#crisi della #salutementale #giovani Qual è, secondo te, la priorità su cui puntare nell’accostarsi a giovani con disturbi psichici ? Quale cosa concreta che si può fare da subito per migliorare la condizione dei ragazzi/e con disturbi psichici ? Scrivi il tuo commento qui 👇https://lnkd.in/ezmYq-Eu
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«Nelle situazioni più favorevoli, in presenza di #nipoti, la persona anziana diventa un punto di riferimento fondamentale, trasmette #fiducia, la sua vita e la sua “identità” acquisiscono un nuovo senso. Talvolta a rendere il quadro esistenziale più favorevole sono le reti amicali, con #relazioni che generano soddisfazione e, scrivono gli autori, confermano "i significati di una storia passata insieme, di una trama relazionale importante, che si è intessuta nel tempo".». Su Avvenire si parla di "La famiglia che invecchia", la ricerca condotta da Silvia Donato e Donatella Bramanti, che si interroga su come la comunità sociale, le reti familiari e personali, il sistema di protezione dei servizi reagiscono nei confronti della transizione verso la condizione anziana, all'interno del nucleo familiare, nel momento in cui evidenzia le prime forme di fragilità. L’#invecchiamento della popolazione, e di conseguenza delle #famiglie, è fenomeno ormai noto che ha raggiunto in questi ultimi anni una dimensione imponente, tanto da far parlare di #società in declino, o addirittura in drastica contrazione. Molto è stato scritto sull’invecchiamento della popolazione, molto meno sull’invecchiamento delle famiglie. Questo volume focalizza tale tema, caro ai ricercatori del Centro di Ateneo Studi e Ricerche sulla Famiglia dell'Università Cattolica del Sacro Cuore. Link nei commenti per l'articolo 👇
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Da dove nasce la paura di invecchiare? Le persone non hanno sempre temuto l’invecchiamento, infatti in molte culture l’esperienza e la saggezza sono ritenute qualità fondamentali attribuibili solo ai più anziani. Eppure, l’invecchiamento può generare addirittura paura: è la cosiddetta “FOGO”, ovvero Fear Of Getting Older. La buona notizia è che la FOGO si può affrontare e abbiamo a disposizione diversi strumenti per farlo, leggili nell'articolo di #AgingProject UPO Università degli Studi del Piemonte Orientale Zadig srl Società Benefit
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In #Italia vivono circa 3 milioni e 800 mila persone #anziane #nonautosufficienti. Diventeranno 4,4 milioni nel 2030 e 5,4 milioni nel 2050. #ilsole24ore In media, quindi, il 28,4% della #popolazione #anziana non riesce a svolgere autonomamente #attività #fondamentali della #vitaquotidiana come #camminare, salire o scendere le scale #mangiare, #vestirsi, #lavarsi, #cucinarsi, #prenderelemedicine. Al crescere dell’età aumenta progressivamente la quota di anziani con severe #limitazionifunzionali: tra i 65-74enni è al 14,6%, raddoppia al 32,5% tra gli #anziani di 75-84 anni e quadruplica tra gli #ultraottantacinquenni (63,8%). Su 6,9 milioni di #over75, oltre 2,7 milioni hanno due o più #malattiecroniche, #gravidisabilità motorie e visive, nonché grave compromissione dell’#autonomia. Tra questi, 1,2 milioni non hanno #aiutiadeguati e, tra loro, circa un milione #vivedasolo o in famiglie con tutte persone anziane. Ancora: circa 100mila anziani sono soli, #poveri in risorse #sociali e relazionali, #senzaaiuto alcuno, con problemi motori, con gravi #limitazioni nelle attività di cura e strumentali della vita quotidiana, e si collocano nella fascia più bassa della distribuzione dei #redditi; dunque, secondo il Rapporto, prossimi candidati ad affollare ospedali e #Rsa-Residenze #sanitarie #assistenziali. #corrieredellasera Contattami e facciamo due chiacchere per trovare una #soluzioneadeguata alle tue #esigenze.
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Parlare di #reti è tanto affascinante quanto complesso e stabilirne delle regole fisse quasi impossibile, considerato che i bisogni, le risorse e le peculiarità di ogni #comunità – e certamente di ogni organizzazione e/o ambito- sono differenti; per fare in modo che un lavoro di rete funzioni è fondamentale tenerne conto. Il Centro per la Salute del Bambino già da molto tempo sente la responsabilità di assumere un ruolo attivo all’interno della leadership sociale nazionale e di provare a connettere i nodi attorno a un argomento di cui è uno dei principali promotori in Italia e che mette al centro i #bambini, le #bambine e i #genitori fin dalla gravidanza e il loro sostegno, in termini di sviluppo, competenze e qualità dei servizi. Ne parlo in questo articolo pubblicato da Percorsi di secondo welfare 📍
Il Centro per la Salute del Bambino negli ultimi anni ha sviluppato diversi progetti legati alla dimensione della #lettura che ben esemplificano l’importanza di creare nuove sinergie tra attori profit e non profit per affrontare varie sfide sociali che riguardano i più piccoli e le loro comunità. Antonella Provenzano ci ha raccontato alcune di queste iniziative, che dimostrano come la collaborazione intersettoriale possa promuovere il cambiamento sociale. In questo senso, il #TerzoSettore si conferma centrale nel costruire #reti e connessioni per il benessere collettivo. 📚 https://lnkd.in/dAteHtwB
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Preparatevi a ripensare completamente la vostra visione dell'invecchiamento. Una recente ricerca mette in luce come il concetto di terza età stia evolvendo, suggerendo scenari futuri completamente diversi da quello che potremmo aspettarci. Questa nuova comprensione potrebbe non solo cambiare il modo in cui viviamo i nostri anni d'oro, ma anche come la società si prepara ad accogliere una popolazione sempre più anziana. Un mondo in cui "anziano" non equivale più a "obsoleto" ma a un nuovo inizio pieno di possibilità. Siete pronti a sfidare gli stereotipi sull'invecchiamento? Il consueto articolo a quattro mani con Alberto Robiati vi aspetta su Il Fatto Quotidiano. #invecchiamento #futuro #società #ricerca #terzaetà
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