Il Burlo ha portato oltre 200 studiosi, medici e scienziati da tutto il mondo a Trieste per un confronto sulla restrizione della crescita fetale

Il Burlo ha portato oltre 200 studiosi, medici e scienziati da tutto il mondo a Trieste per un confronto sulla restrizione della crescita fetale

Grande successo per il convegno svoltosi il 14 giugno e la riunione del gruppo di ricerca internazionale “Truffle -2” che hanno fatto il punto sullo stato dell’arte e i progetti di ricerca più innovativi nel campo svoltosi il 15 giugno.

Un tema medico-scientifico di nicchia, ma di grande importanza per le future mamme è stato protagonista di una due giorni di convegno di ricerca che ha posto Trieste al centro del mondo grazie al convegno New insights on fetal growth restriction, organizzato dalla professoressa Tamara Sampalija dell’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” e dal professor Christoph Lees dell’Imperial College di Londra e alla riunione del gruppo di ricerca internazionale Truffle-2 interamente supportato da fondi della Direzione scientifica del Burlo.

Il tema della restrizione della crescita fetale riguarda una parte relativamente ristretta delle partorienti e dei nascituri, ma è comunque un aspetto che va indagato adeguatamente perché può avere conseguenze molto significative. Nello specifico la restrizione di crescita fetale si ha quando un feto non raggiunge il suo potenziale genetico di accrescimento per un qualunque motivo che può essere di origine genetica o placentare, dato da una gravidanza gemellare con condivisione della stessa placenta, o ancora da uso di fumo o alcol da parte della madre.

Al convegno si sono iscritti oltre 200 studiosi, medici e ricercatori in arrivo, oltre che da tutta Italia, da Austria, Croazia e Slovenia, così come da Australia, Germania, Gran Bretagna, India, Libano, Stati Uniti d’America e altri paesi ancora che si sono confrontati sugli studi, le tecniche e le tecnologie più recenti. Molto partecipata è stata anche la riunione del gruppo di ricerca internazionale Truffle-2 che è composto da 53 centri medico-scientifici europei che lavorano insieme su diversi progetti di ricerca nell’ambito della restrizione di crescita fetale.

«Sono molto felice – ha affermato la professoressa Tamara Stampalija – di aver portato un evento internazionale di nicchia così importante a Trieste, a dimostrare il ruolo che l’Irccs Burlo Garofolo ha nell’ambito della medicina fetale anche a livello internazionale. La ricerca e la proposta di nuovi approcci diagnostico-terapeutici rappresenta uno spiraglio di speranza per le mamme/coppie che si trovano ad affrontare una situazione difficile come può essere la mancata crescita del proprio bambino in utero. Vorrei cogliere l’occasione per ringraziare in particolare il direttore scientifico, professor Massimo Zeviani e la Direzione Scientifica per il supporto dato nell’organizzazione di questo evento».

Da parte sua, il professor Massimo Zeviani, direttore scientifico del Burlo ha sottolineato come: «Il convegno appena conclusosi è la testimonianza dell’importanza del lavoro svolto da anni dal Burlo, in particolare dalla professoressa Stampalija e da tutta la squadra guidata dal professor Ricci – perché la mancata o ridotta crescita fetale, sia per cause materne, sia per cause fetali, è un problema importante che può avere, poi, conseguenze negative nello sviluppo della vita post-natale. Oggi, però, può essere diagnosticata precocemente attraverso tecniche di imaging particolarmente di tipo ecografico, ma non solo (che sono presenti al Burlo e che sono finanziate in modo sostanzioso anche dalla Direzione scientifica per il loro intrinseco valore di ricerca) ed eventualmente corretta. Anche vere e proprie patologie fetali – ha continuato Zeviani - possono essere, in qualche caso, trattate sia direttamente in utero (come già è stato fatto al Burlo, ad esempio, con le trasfusioni), sia immediatamente dopo la nascita come, ad esempio, nel caso delle malformazioni congenite. Siamo pertanto estremamente soddisfatti- ha concluso il direttore scientifico dell’Irccs – del successo ottenuto dal convegno e dalla successiva riunione del gruppo di ricerca internazionale».


A cura di Carlo Tomaso Parmegiani,

Ufficio stampa Irccs Burlo Garofolo

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