Olivetti, una storia di innovazione in continua evoluzione
Tra le mille offerte di una città in continua evoluzione come Milano, c'è sicuramente la Mostra "Olivetti, una storia di innovazione", promossa in collaborazione con l'Associazione Archivio Storico Olivetti e con la Fondazione Adriano Oliverri, è il racconto di oltre un secolo d’impresa, dedicata ad un'azienda che è sempre stata un passo avanti nel mondo della tecnologia, dell'innovazione, della comunicazione e che non accenna a fermarsi. La mostra è gratuita ed aperta al pubblico fino al 14 aprile nel Museo del Novecento a due passi dal Duomo di Milano.
Seguire la Milano Digital Week è una di quelle esperienze che mi sento di consigliare fortemente. Oltre 500 eventi di altissimo profilo dedicati alla divulgazione della cultura digitale, passando dal social media management ed il personal branding, arrivando all'etica ed all'educazione digitale. Numerose le aziende che hanno organizzato panel e workshop, andando anche a descrivere nuove tecnologie come il 5G, vista da molti come l'ultima frontiera della comunicazione nelle smart cities del futuro.
Una delle aziende che ho seguito maggiormente, all'interno di tre giorni fitti di eventi estremamente interessanti, è Olivetti. Protagonista della Milano Digital Week, l'azienda di Ivrea ha aperto gli eventi del 13 marzo con l'inaugurazione della mostra "Olivetti, una storia di innovazione", dedicata ai 111 anni di storia di questo glorioso brand, innovativo per eccellenza. L'esposizione è gratuita ed aperta al pubblico fino al 14 aprile.
La bellezza, insieme all’amore, la verità e la giustizia, rappresenta un’autentica promozione spirituale. Gli uomini, le ideologie, gli stati che dimenticheranno una sola di queste forze creatrici, non potranno indicare a nessuno il cammino della civiltà. - Adriano Olivetti
La mostra è stata fortemente voluta e soprattutto ideata, da Gaetano di Tondo, Direttore Comunicazione e Relazioni Esterne di Olivetti, che ha partecipato a diversi eventi durante la Milano Digital Week, supportando la tesi della necessità di maggior diffusione di Cultura ed Educazione Digitale, al di là dello sviluppo tecnologico, in tutte le fasce. Tra i temi trattati durante gli eventi, ci sono stati il 5G, le smart cities, lo smart retail o negozio digitale, la scuola digitale e il coding, ma anche internet of things e big data, per un ventaglio di servizi nei quali Olivetti si propone come leader di mercato grazie a partnership importanti con grandi player del settore.
La storia di Olivetti inizia nell'agosto 1908, quando Camillo Olivetti scrive una lettera inviando alla moglie mille baci affettuosi. La particolarità di questa lettera è che fu redatta con il prototipo della macchina da scrivere M1, prima Olivetti della storia, che arriverà sul mercato non prima del del 1911.
La lunga e gloriosa storia di un'industria che ha cambiato in meglio la vita di intere generazioni, inizia dunque da una dichiarazione d’amore. La mostra Olivetti, ospitata dallo splendido Museo del Novecento a Milano, espone un articolato racconto: elementi di ieri e di oggi, diventano fondamentali in un viaggio tra libri, manifesti, fotografie, macchine da scrivere, calcolatori e personal computer.
Assistere alla mostra “Olivetti, una storia di innovazione” significa toccare con mano la storia che tutti abbiamo, più o meno, vissuto. L’architettura, il design, la grafica, la pubblicità hanno formato negli anni un modello aperto di impresa, unico nella storia dell’industria del dopoguerra, fornendo un importante contributo alla cultura visiva, e digitale, del paese.
La grande comunità di Olivetti, che ha reso Ivrea famosa nel mondo, è composta da tecnici, fotografi, ingegneri, artisti, scrittori, urbanisti, psicologi e lavoratori che hanno pensato, immaginato e creato sempre prodotti decisamente più avanti rispetto al presente. Prodotti con un’anima che hanno, negli anni, rappresentato un legame forte tra uomo e macchina, diventando realmente la tecnologia al servizio e non quella che ci rende schiavi. La produzione olivettiana ha immaginato negozi, quando ancora nessuno ne sentiva il bisogno, inventato le forme degli obiettivi e previsto il desiderio di strumenti che poi è stata in grado di realizzare. Il racconto del passato, attraverso un presente decisamente innovativo, trasla in un futuro fatto di visioni e cultura, dedicato alla tecnologia ed all’informazione, partendo dai giovanissimi con i progetti scuola.
La mostra Olivetti, una storia di innovazione, e il messaggio che essa veicola ben si inseriscono tra i valori che UNESCO ha riconosciuto e che costituiscono l’Eccezionale Valore Universale della città industriale pensata, progettata e realizzata nel corso del Novecento da Adriano Olivetti. Innovazione, welfare, cultura e una nuova visione della città e del territorio sono oggi patrimonio universale ed eredità per tutta la comunità. - Stefano Sertoli, Sindaco di Ivrea
La protagonista della mostra "Olivetti, una storia di innovazione" che è gratuita ed aperta al pubblico fino al 14 aprile, è sicuramente lei: Olivetti M1, la prima macchina per scrivere italiana.
Progettata nel 1908 dall’ingegnere Camillo Olivetti insieme ad alcuni suoi collaboratori, la Olivetti M1 venne presentata per la prima volta nel 1911 all’Esposizione Universale di Torino. Torni e frese, nuovi macchinari automatici acquistati da Camillo Olivetti in America, rendono possibile la produzione di questa incredibile compagna dell'uomo, dal giornalista allo scrittore, che iniziano a desiderare e sognare questo oggetto.
L'evoluzione è la “mitica” Lettera 22, ma per assistere all’esplosione del mercato di massa delle macchine da scrivere portatili bisogna attendere il 1950. L’innovazione della Lettera 22, iconica rappresentante dei prodotti maggiormente riusciti dell’azienda di Ivrea, è prettamente dedicata a soddisfare nel modo migliore le esigenze di trasportabilità e di limitato ingombro.
Oltre ad essere inserita praticamente in ogni ufficio, la Lettera 22 viene utilizzata da illustri scrittori e giornalisti, tra i quali Indro Montanelli ed Enzo Biagi, fedeli utilizzatori di questa straordinaria compagna di viaggio.
La Lettera 22 è anche entrata a far parte delle collezioni permanenti del MOMA - Museum of Modern Art di New York e premiata con il Compasso d’Oro nel 1954, oltre ad essere scelta nel 1959 dall’Illinois Technology Institute come il miglior prodotto in termini di design degli ultimi 100 anni. Nella mostra "Olivetti, una storia di innovazione” a Milano, che in precedenza è stata presentata ad Ivrea, ce ne sono diverse, in varie colorazioni, con addirittura una a disposizione del pubblico, specialmente il più giovane, che in molti casi non ha mai vissuto l’emozione di scrivere a macchina, essendo nativi digitali al 100%.
Certamente affascinante la Valentine, un prodotto cult grazie ad elementi di design e grafica. Una macchina per scrivere portatile rosso fuoco, popolare e trasgressiva, definita "una Lettera 32 travestita da sessantottina", la Valentine rinnova i fasti (e il mito) delle Lettera 22 e riesce, nella sua semplicità ad essere molto innovativa, sia nella tecnica di produzione utilizzata che nell’impiego di nuovi materiali ma soprattutto nel design e nella pubblicità.
La Valentine è presentata come un prodotto di largo consumo che tutti possono usare dovunque, ed è per questo che viene presentata con grandi manifesti nelle vie della città, nelle metropolitane, nelle stazioni ferroviarie, sulle riviste popolari e addirittura attraverso brevi film destinati al cinema.
Olivetti non è però solo scrittura nel senso vivo del termine, ma anche e soprattutto programmazione e tecnologia. Uno dei prodotti più attesi della mostra è sicuramente la Programma 101. Creata da Pier Giorgio Perotto con un piccolo gruppo di ingegneri e periti superstiti del settore elettronica, l’idea di fondo era creare un computer da scrivania che avesse una sua autonomia funzionale, semplificato al punto da saltare la figura del programmatore, con l’ingresso e uscita dei dati attraverso una cartolina magnetica, una sorta di floppy disk. Nasce quindi nasce in modo inaspettato uno dei progetti più rivoluzionari della storia industriale italiana del dopoguerra che addirittura la Nasa adotterà, e la Hewlett Packard copierà, dovendo sborsare ricche royalties.
Direttamente dalla Programma 101 nasce la prima calcolatrice a tecnologia elettronica, presentata nel 1968 dalla Olivetti che di fatto apre la strada ad una vasta serie di modelli di calcolatrici elettroniche, che otterranno un ampio successo di mercato.
La prima fu la Logos 270: uscita nel 1970 e disegnata da Mario Bellini, è uno strumento di calcolo potente, compatto e facile da usare. Negli anni vengono prodotte sempre nuovi modelli, innovativi sia sotto l’aspetto tecnologico, che del design, decisamente non convenzionale anche per lo speciale materiale utilizzato che le rende morbide al tatto e per le dimensioni contenute rispetto ad altri modelli.
La produzione delle calcolatrici elettroniche Olivetti continua a ritmo serrato e negli anni ’70 escono sul mercato diversi nuovi modelli. Nel 1973, ad esempio, vengono presentate le Divisumma 18 e 28, disegnate da Mario Bellini. Sono macchine sicuramente innovative che entrano a far parte delle collezioni del MoMA - Museum of Modern Art - di New York, dove già sono presenti le calcolatrici meccaniche Divisumma 24 e Summa 19.
“Attorno a Natale Capellaro si era raccolto un gruppo di progettisti che non erano né ingegneri né laureati; molti avevano solo la licenza elementare, tutti però avevano tratti di genialità e creatività. Essi inventarono al di là di qualsiasi circuito accademico una nuova meccanica non convenzionale, molto diversa da quella che si insegna ai politecnici.”
Da queste parole di Pier Giorgio Perotto emerge la modalità di approccio in Olivetti, decisamente sui generis e atipica rispetto al momento storico: infatti, accanto a quella ufficiale più sofisticata degli ingegneri, era ammessa anche una ricerca poiesis intensive, impostata sul fare giorno per giorno e sulla continua esperienza di officina.
Il geniale progettista della Divisumma 24, Natale Capellaro, operaio in Olivetti dal 1916. diventa Direttore Generale Tecnico Progetti e Studi macchine per scrivere e da calcolo nel 1960. Capellaro segna uno dei punti più alti della sofisticazione e della miniaturizzazione dei cinematismi meccanici e la Divisumma con la sua memoria per la moltiplicazione un punto di arrivo oltre il quale c’è solo il passaggio all’elettronica.
La Divisumma costituirà per l’azienda un best seller che venderà dal 1956 al ritmo di 500.000 esemplari all’anno con un margine costi/ricavi elevatissimo (1 a 10).
Il negozio/performance
Una delle storie più belle che mi sono state raccontate, riguarda BBPR, il negozio Olivetti aperto a New York negli anni cinquanta. In una passeggiata notturna lungo Fifth Avenue in una sera del 1954 Albert Watson, amministratore delegato della IBM confessava di essere rimasto colpito da uno strano negozio dove le macchine da scrivere erano colorate (le IBM all’epoca erano solo nere), i mobili da ufficio colorati, le lampade in vetro di Murano erano campane colorate. Era lo showroom Olivetti.
L’idea di sbarcare negli Stati Uniti partiva anche dalla creazione di questo avamposto che doveva comunicare in prima battuta un’Italia in movimento e sperimentale. L’idea dell’Italia era concentrata in tre elementi di arredo fisso: il marmo, la scultura alla dimensione del fuori scala, la grande ruota metallica color blu cobalto che veniva dal seminterrato portando le macchine da scrivere, segno di cambiamento e di una tecnologia gioiosa.
Un grande bassorilievo di Nivola, tratto in gesso da una modellazione nella sabbia bagnata era sottolineato dalla luce radente che cadeva da proiettori incassati a soffitto. Sintesi quasi leonardesca degli architetti dello studio BBPR nel comunicare in uno spazio di vendita l’unità delle arti attraverso la tecnica.
Quello che adesso può essere interpretato come innovativo all'interno di uno store di famosi computer ed oggetti tecnologici nel 2019, nel 1950 era realtà e creava grande interesse attorno ad un oggetto come la macchina da scrivere, mentre la tecnologia era ancora agli albori.
Olivetti oggi
Oggi Olivetti è davvero un mondo di innovazione e tecnologia, ed alla Milano Digital Week ho potuto apprezzare la qualità dei progetti in atto.
Un esempio è sicuramente People CrowdSensing, in sperimentazione a Milano nel contesto dell’organizzazione grandi eventi. Si tratta di una mobile app che, attraverso i dati provenienti dalla rete, dai sensori IoT e dai social media (utilizzando dati anonimi e aggregati, raccolti nel rispetto della normativa sulla privacy), permette di essere aggiornati su quanto succede nella Smart City attraverso i tweet trends più gettonati e le variazioni dei flussi di presenze di persone in specifici punti di interesse.
Un Monitor con dashboard presenta dati “live” e storici sulla presenza di persone nella Smart City. Attraverso la mobile app “TIMcity” disponibile su tablet si possono visualizzare nei luoghi di interesse la presenza di persone “live” e storica e relativa caratterizzazione anagrafica (sesso, nazionalità), nonché gli hashtag più usati su Twitter.
Uno dei progetti più coinvolgenti che ho potuto "toccare con mano" è Olivetti Scuola Digitale, nato ad aprile 2018 per supportare il mondo dell’istruzione e della formazione più in generale nel percorso verso la trasformazione digitale. L’azienda presenta un’offerta integrata di software e di hardware, che combina le competenze digitali delle piattaforme di education leader di mercato (come per esempio Scuolabook Network) al know-how tecnologico dei prodotti dedicati al settore scolastico da Olivetti; un interlocutore unico a 360° per tutte le esigenze formative.
Focus principale è la formazione attraverso il digitale: in particolare Alternanza Scuola Lavoro e coding attraverso la proposta di pacchetti formativi online destinati agli istituti che intendono svolgere e certificare parte dell’Alternanza Scuola-Lavoro in autonomia.
Il più entusiasmante è Microninja, il progetto per bambini, genitori e insegnanti per giocare e divertirsi, imparando a interagire con la programmazione e la tecnologia. Il primo computer di casa, per i bambini che vogliono diventare grandi e per i grandi che vogliono restare bambini. Durante la Milano Digital Week, una scolaresca è stata ospite del TIM WCAP, l’hub di Open Innovation di TIM, per scoprire Microninja grazie al supporto di un esperto della Fondazione Mondo Digitale, rappresentata dal Direttore Mirta Michilli.
Il rapido sviluppo tecnologico sta cambiando non solo la vita intorno a noi ma molto anche la didattica, per questo abbiamo elaborato un nuovo modello educativo chiamato #EducazionePerLaVita.
Un altro tema importante è stato quello del nuovo approccio dei consumatori, ormai esperti e digitali talmente tanto da stravolgere le strategie di ogni punto vendita. Insieme a Marco Marchesi, Marketing Digital Products & Solutions di Olivetti, se ne è parlato durante l'evento "Physical&Digital Evolution of Retail Place" organizzato insieme ad eFM nella splendida e affascinante sede di Via Statuto 11 a Milano.
I temi trattati da Marco Marchesi hanno spaziato dal rapporto con il consumatore da parte dell'esercente, che ha il compito creare fidelizzazione proponendo una soluzione d’acquisto smart, capace soprattutto di ridurre il divario tra attese e risultato, senza dimenticare di curare i canali social, arrivando alla necessità di una digitalizzazione che permetta una più efficace relazione con la propria clientela, migliorando l’efficienza dei processi.
Ed eFM, brillantemente rappresentata dal General Manager Giuseppe Capicotto, è stata la sede ideale per organizzare un evento su un tema così attuale. Durante la seconda parte dell'evento si è parlato anche di come la città contemporanea debba esser concepita come network di spazi ibridi interconnessi in grado di intercettare, alimentare ed abilitare differenti esperienze ed interazioni tra le persone, grazie all'intervento di Valentina Gingardi di eFM.
Supportiamo HR, Real Estate e IT nel realizzare Engaging Places, luoghi capaci di generare benessere e migliorare in tempo reale la disponibilità degli spazi, l’efficacia delle tecnologie e la qualità delle relazioni.
Tornando alla Mostra "Olivetti, una storia di innovazione", il primo consiglio che posso darvi è quello di seguire l'hashtag su Twitter #StoriaDiInnovazione dove potete trovare moltissime foto (quelle che trovate in questo articolo sono della talentuosa fotografa Giulia Guccione), che durante la Milano Digital Week ha smosso un grande traffico social, con moltissime persone che hanno condiviso le foto dei prodotti Olivetti gelosamente custoditi a casa come autentici gioielli di tecnologia e innovazione.
Ovviamente invito anche voi a farlo, poiché non c'è niente di più bello che mostrare sui social un pezzo di storia come una Lettera 22, cassaforte di ricordi ed emozioni.
Il secondo consiglio, e forse il più importante è quello di andare a visitare la mostra, poiché dal vivo rende ancora di più e soprattutto, non smettete di seguirmi poiché a breve ci saranno altre novità in casa Olivetti che vi racconterò sui miei canali social. Ad maiora!
Account manager
5 anniUn viaggio fantastico nella storia dell'azienda italiana che ha fatto dell'innovazione il suo punto di forza #Olivetti
Social Media Manager & Strategist | Scrittrice | Copywriter | Giornalista | Digital Combat Academy
5 anniGran bell'articolo. Ti ho seguito sui social durante la Milano Digital Week e la mostra di Olivetti è di sicuro quella che mi ha affascinato di più e "rubo" la citazione di Gaetano di Tondo perché credo che racchiuda il senso di una grande azienda."Il cuore di Olivetti è un cuore digitale. L’innovazione è il filo conduttore che ha sempre caratterizzato la nostra azienda. Bisogna riprendere i valori del passato e portarli nel futuro."
Operations Controller
5 anniUn grande pezzo di storia è una giusta celebrazione per un’azienda che rappresenta bene lo spirito italiano che riesce a innovarsi mantenendo qualità e valori