Sul valore e peso della Parola in Psicoterapia: Genere, Identità, Orientamento e Ruolo Sessuale ad uso di Psicoterapeuti, Medici e Psicologi.


Intervento al Congresso Nazionale (Roma 2003): " Per una buona prassi nell'intervento psicologico su Identità ed Orientamento sessuale".


Obiettivo di questa proposta di lavoro, e dunque anche del mio intervento è quello di predisporre una piattaforma di obiettivi condivisi. Il primo di questi obiettivi è una campagna di informazione scientifica. Perché informazione e perché scientifica? Perchè le persone, i nostri vicini di casa, di metropolitana, i nostri colleghi, i nostri fornitori, i familiari sono disinformati. Non sanno, o spesso non sono stati informati della esistenza alcuni fatti importanti ad esempio: le delibere dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms), della comunità scientifica internazionale. Non sanno o non conoscono i concetti di  Genere Sessuale, di Identità Sessuale, di Ruolo Sessuale, di Orientamento Sessuale.

Il sesso o Genere viene determinato al momento del concepimento: si è femmine o maschi. La definizione è biologica.

Il Ruolo Sessuale è quell’insieme di regole create dalla società che ci dice come comportarci, per essere in armonia col nostro genere, cioè col nostro sesso.

L’Identità Sessuale  è la convinzione personale, profonda, privata, che ciascuno di noi ha rispetto alla propria mascolinità o femminilità. Si struttura con molta probabilità intorno ai due anni,  nel momento in cui si apprende il linguaggio e si sviluppano le aree neuro-linguistiche del cervello.

La costruzione dell'Identità, e dell'Identità di Genere nello specifico, è un processo precoce e legato a complessi intrecci tra fattori biologici e fattori relazionali che, evolvendosi nel tempo, producono una molteplicità di differenze individuali collocabili lungo un continuum connotato ai due estremi da identità e ruoli considerati maschili e femminili, secondo parametri che variano da cultura a cultura.

Il termine Orientamento Sessuale indica  con chi facciamo sesso. Indica cioè verso chi siamo orientati ,a fare sesso cioè:

1.        con membri del nostro Sesso (o Genere).

2.        con membri dell’altro Sesso ( o Genere).

3.        con entrambi i sessi (o Genere).

Una campagna di informazione diventa scientifica nel momento in cui le persone vengono a confrontarsi con la evidenza scientifica, proposta da  fonti auterevoli. Per questo chiedo l’intervento degli Ordini Professionali, degli Psicologi e dei Medici, affinché applichino e richiamino alla applicazione di quelle norme del codice deontologico  che impone di non discriminare in base all’Orientamento Sessuale delle persone/pazienti/utenti.

E' necessaria una reinformazione, o una formazione, dei professionisti del settore. E' necessario che gli Ordini Professionali richiamino sconfessandoli quegli iscritti che ancora oggi a distanza di decenni ancora discriminano e compiono un abuso quando “curano” l’orientamento sessuale definendolo patologico. Quante ragazze e ragazzi, uomini e donne, soccombono dietro questo approccio; quanti crollano  dietro atteggiamenti colpevolizzanti.

La parola Omosessuale descrive l’orientamento di uomini e di donne che preferiscono  partner dello stesso sesso.

Non e’ una descrizione esauriente delle persone, dice solo con chi amano fare sesso.

La maggior parte delle persone preferisce partner dell’altro sesso, li chiamiamo Eterosessuali e  parliamo di loro normalmente come persone non come di Eterosessuali ( a meno che non si stia discutendo  in particolare del loro orientamento sessuale).

Da un punto di vista psicologico l’Omosessualità è descritta  come una attrazione erotica predominante verso individui dello stesso sesso che può essere espressa in una grande varietà di modi o che può essere inibita dalla pressione sociale intollerante, da un conflitto intra-psichico inconscio o da entrambi i fattori per cui viene negata o  rifiutata o rimossa.  

La concezione morale di tipo giudaico-cristiana ha mal tollerato l’omosessualità e in molti paesi era stata dichiarata illegale in alcuni lo è ancora, la condanna arriva anche alla morte.

Da un punto di vista giuridico  il percorso verso la normalizzazione della omosessualità ha seguito queste tappe:

  1. 1954: depenalizzata in Gran Bretagna (in privato tra adulti consenzienti dalla commissione Wolfenden della camera dei Lord.  
  2. 1973: abolita dal manuale diagnostico statistico dei disturbi psichiatrici dell’associazione americana degli psichiatri (DSM).  
  3. 1987: ricondotta nell’ambito delle varianti non patologiche dell’orientamento sessuale.
  4. 1987: depennata anche come entità diagnostica, la restante categoria di "omosessualità egodistonica" (quella non desiderata e che crea disagio).  
  5. 1993 L'OMS Organizzazione Mondiale della Sanità, cancella la parola Omosessualità dal repertorio delle patologie o trattamenti e la pone tra le varianti del comportamento sessuale o della personalità.

Era stato così trovato un lessico più adatto sul tema della definizione della salute sessuale: il nostro obiettivo, dei professionisti della Sanità, è quello della  diffusione della salute anche quella sessuale.

Sempre nel 1974 l'Organizzazione Mondiale della Sanità (Oms) ha stabilito che: "la Salute Sessuale risulta dall'integrazione degli aspetti somatici affettivi, intellettivi e sociali dell'essere sessuato che consentono la valorizzazione della personalità, della comunicazione e dell'amore".

La Salute si compone di due elementi principali:

  1. essere capace di gioire, avendone la piena padronanza, di un comportamento sessuale e riproduttivo in armonia con un'etica sociale e personale ;
  2. essere esenti da sentimenti di odio, di vergogna, di colpevolezza, di false credenze e altri fattori psicologici che inibiscono la risposta sessuale e turbano la relazione sessuale;

Questa lunga introduzione, un po pedante forse, solo per ricordare e richiamare la necessità di una sorta di manuale ad uso degli operatori socio sanitari, dei medici  e degli psicologi. Tale manuale o codice ha la funzione di suggerimento, un “memento”per la regolamentazione dei comportamenti del personale sanitario e scolastico nei confronti delle tematiche LGBT.

Una parola fuori luogo, una illazione scientifica, un pregiudizio introiettato e proiettato sull’utente paziente può creare gravi danni alla salute psicologica della donna o dell'uomo che si affidano a un professionista.

I colleghi sono invitati, anche attraverso l’ordine di appartenenza professionale, alla scrupolosa applicazione delle norme comportamentali già introdotte dal Codice Deontologico. Da qui nasce l’invito agli esponenti delle Università, delle Scuole, degli Enti Formativi  affinché operino una scrupolosa formazione, perché la Parola è importante, la Parola è significante, essa descrive, rappresenta o crea la realtà.

Le parole del professionista della Salute hanno un peso e responsabilità.

La Associazioni LGBT con una serie di campagne informative e presso le loro sedi intraprendono il percorso della valorizzazione delle parole, perché alcuni termini non solo non descrivono la realtà degli uomini e delle donne ma spesso le feriscono se non addirittura uccidono.

Obiettivo condiviso tra Enti di Formazione, Accademia, e Associazioni è esercitare una pressione sugli albi interessati per una stretta applicazione delle norme deontologiche e soprattutto ad una diffusione di concetti in base alle conoscenze scientifiche attuali.

E' un invito a sradicare il pregiudizio  affinché si possa parlare di Salute Sessuale.

Obiettivo è far sapere  ai nostri fratelli e alle nostre sorelle, alle nostre amiche e amici, alle nostre compagne e  ai nostri compagni, far sapere ai nostri concittadini, far loro sapere che essere "persone"  non dipende da con chi faccio sesso (se lo faccio).

Il diritto della Persona, del Cittadino, è anche diritto al rispetto e alla tutela, una società informata e formata è una società che non discrimina ma include.

Danilo Moncada Zarbo


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