Zoom Fatigue e come gestire l'energia da remoto
Sul tema della Zoom Fatigue, Jeremy Bailenson, direttore del Virtual Human Interaction Lab di Stanford, ha pubblicato uno studio che ne spiega le ragioni.
Quindi cosa possiamo fare in generale per vivere meglio mentre lavoriamo da remoto?
Progettare nuovi modi di lavorare richiede l’adozione di nuove abitudini, non di replicare a distanza quello che facevamo in presenza.
È importante proteggere e alimentare la nostra energia durante il lavoro da remoto attraverso la capacità di ri-creare rituali di benessere e bilanciamento.
Per farlo dobbiamo diventare molto più intenzionali nel delineare e separare chiaramente, più volte al giorno, lo spazio/tempo di lavoro rispetto allo spazio/tempo privato.
Ascoltare musica, fare una chiacchierata con il vicino di casa o anche con il gatto/cane, accendere una candela, mettere un profumo ambientale diverso ogni giorno, fare il giro dell’isolato, parco e così via sono modi semplici che ognuno può scegliere e trasformare in routine.
È utile imparare a gestire il ritmo della giornata, cioè gestire le interruzioni e separare quelle che alimentano oppure esauriscono la nostra energia, allineandoci al nostro ritmo circadiano.
Ad esempio, possiamo ridurre il numero di videochiamate, che sono una forma di performance ad alto consumo energetico e prevedere minuti di ricarica lontani dai device dopo ogni call.
Oppure possiamo separare lo spazio di lavoro dal resto dello spazio vitale, anche se ne fa parte, identificandolo e usandolo solo questo.
Cerchiamo di avere almeno uno spazio al giorno di riposo da tutto e da tutti, bambini compresi, per meditare, respirare, chiudere gli occhi e sognare.
Se siamo dei manager dobbiamo anche aiutare gli altri a difendere e rispettare i loro ritmi spazi e tempi di recupero. Durante le video calls, diamo spazio a tutti, minimizziamo il brainstorming o facciamolo diventare asincrono con spazi online accessibili h24 da parte di tutti quando sono più creativi.
Infine possiamo sperimentare anche con calls solo audio perché sembra che possano essere anche più efficaci.