«Sbaglia ma decidi - diceva mio padre - E guardando i giovani come argonauti smarriti in una tempesta di passioni, ho capito che avevano bisogno di un faro. Per questo ho deciso di creare il Myllennium Award»
Lui è Paolo Barletta, imprenditore, investitore e filantropo. È il Ceo del Gruppo Barletta, fondato dal padre nel 1953. Dieci anni fa ha inventato questo premio multidisciplinare (dedicato al papà Raffaele) e rivolto ai giovani under 30 che credono all’innovazione.
Give back, merito, talento sono i valori che lo hanno ispirato. «Restituire opportunità a chi ha talento è il miglior investimento che un imprenditore possa fare» ha raccontato durante la cerimonia di premiazione della decima edizione che si è tenuta il 10 luglio a Roma.
Quest'anno ero tra i giurati.
30 gli innovatori premiati, in 10 campi diversi.
C'è lui. Edoardo Prati, 20 anni, studente di lettere antiche, una grandissima passione per gli studi classici, 540mila follower su Instagram. Racconta Dante, Catullo, Goethe in modo innovativo. Vince il premio miglior talento dell'anno
C'è Andrea Buri, 24 anni, una laurea in fisica. Ha fondato CityZ: un sensore di gomma riciclata, adesivo, che si attacca all’asfalto al centro del parcheggio e ti comunica quando il posto è libero. Ha appena chiuso un accordo con il gruppo Autostrade.
C'è Aurora Caporossi, 26 anni, ha creato Comestai, una piattaforma riabilitativa per il trattamento dei disturbi alimentari. Nasce per prevenire le ricadute e aiutare i famigliari
C’è Nicola Nazareno Pirozzi: ha creato BILLD, il primo dispositivo per digitalizzare le ricevute fiscali. «Lo sapete che in Europa stampiamo 230 miliardi di scontrini?»
C’è Alberto Ghisi, 21 anni, premiato per aver creato il primo sistema di guida autonoma di precisione per la nautica. C'è Irene Stefanelli, 25 anni, campionessa di pallanuoto e laureata in giursisprudenza.
Felici e sognatori, nonostante tutto. Il loro ritratto? Lo dipinge una ricerca condotta da #Ipsos per il Myllennium
Il 74% dei ragazzi tra i 18 e i 30 anni si dice infatti felice.
Il motivo principale della loro felicità è la salute (per il 34% del campione).
Si ritengono però meno fortunati delle generazioni precedenti.
L’approccio al lavoro? È di tipo pragmatico. Il 49% di loro guarda al lavoro come una fonte di reddito per la propria autonomia e il proprio sostentamento. Solo per il 12%, il lavoro è fonte di prestigio sociale
(una svolta epocale rispetto a noi...)
Uno su tre, il 35%, lascerebbe l'Italia per avere opportunità lavorative migliori e salari più alti...
Prima di chiudere, Barletta sale sul palco e lancia un messaggio alle nuove generazioni. «Se avrete costanza, riuscirete a raggiungere qualsiasi obiettivo».
Poi fai un invito a tutti noi. «Se non facciamo qualcosa di concreto, non saremo ricordati. Facciamo qualcosa per farci ricordare. Facciamolo tutti...»
#MyllenniumAward #giveback #GenZ
