Il dibattito sul potere dei miliardari e le politiche antitrust si intensifica con le recenti dichiarazioni di Elon Musk su Lina Khan. Le sue affermazioni riflettono le tensioni crescenti tra grandi aziende e regolatori. #AI #IntelligenzaArtificiale #USA #Elezioni2024 #Antitrust #ElonMusk #LinaKhan #Economia #Politica #CorporatePower https://lnkd.in/dGZrkesu
Post di MagIA. Magazine Intelligenza Artificiale
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🇺🇸🚀 Lo scorso 20 gennaio, alcune ore dopo il discorso inaugurale di Donald Trump al Campidoglio, si è tenuto anche quello di Elon Musk, il potente magnate dell’alta tecnologia nominato dal tycoon alla guida del dipartimento per l’efficienza governativa (Doge), che ha rubato l’attenzione mediatica con il suo saluto romano (poi negato) alla folla. Gli interessi di Musk differiscono da quelli degli Stati Uniti su varie questioni, a cominciare dal rapporto con la Cina. Gli investimenti di Tesla nella Repubblica Popolare sono notevoli e il tentativo di Musk di inserirsi nei rapporti sino-americani per influenzarli (per esempio, ventilando di poter mantenere TikTok negli Stati Uniti se a X fosse permesso di operare in Cina) rischia di sovrapporsi alle pressioni anti-cinesi sempre più forti negli apparati e nella società americana. Su un altro fronte, corteggiando i movimenti populisti di destra europei, Musk mira a indebolire le capacità regolamentatrici dell’Unione Europea. Ma l’ipotesi che - per esempio - alternative für Deutschland vada al potere in Germania, con l’esplicita promessa di riaprire il gasdotto Nord Stream e ristabilire i rapporti russo-tedeschi pre-bellici, rappresenta una minaccia agli interessi americani intollerabile per qualunque amministrazione. C’è poi la questione dell’immigrazione. Oggi Musk si fa fautore di un rilassamento delle regole immigratorie, almeno per quanto riguarda il personale qualificato su cui si è largamente basato il successo dell’industria high tech, ma ciò si scontra non solo con l’opposizione della base più xenofoba della nuova dirigenza repubblicana, ma anche contro le preoccupazioni crescenti di parti dell’establishment securitario americano circa l’esposizione di aspetti centrali della sicurezza nazionale a influenze straniere. Tenuto conto di tutte queste differenze tra gli interessi di Musk e quelli della politica statunitense incarnati da Trump, è possibile che nel futuro prossimo si verifichi una rottura tra i due? Ne parliamo nell’ultimo report di Aliseo Plus, il servizio premium di Aliseo che puoi provare gratis a questo link https://lnkd.in/dQ94xbsz
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AI e Big Tech in catene: il tributo imposto dalla "corte" di Trump è un fatto globale non solo USA Il ricatto economico e il ruolo controverso di Musk Mentre il mondo si trova ad affrontare una rivoluzione tecnologica senza precedenti, le Big Tech, custodi dell’intelligenza artificiale, sembrano piegarsi a una logica politica che sa di ricatto. La Silicon Valley, storicamente vicina all’ideologia progressista e ai suoi valori liberali, oggi appare come un gruppo di cortigiani obbligati a rendere omaggio a Donald Trump per ottenere il via libera necessario alla propria operatività. Negli ultimi anni, la concentrazione di potere nelle mani dei colossi tecnologici ha attirato critiche, ma è oggi sotto l’egida di un’amministrazione minacciosa e vendicativa che questo potere sembra destinato a rimanere "a pagamento". L’accusa è chiara: Trump esercita un’influenza opprimente sulla scena economica e tecnologica, imponendo implicitamente che l’innovazione passi attraverso il filtro del suo consenso politico. I CEO, da Mark Zuckerberg a Sam Altman, uno dopo l’altro, si sono affrettati a offrire sostegno, timorosi delle ripercussioni di un leader noto per il suo temperamento vendicativo. Il carattere vendicativo di Trump Trump ha più volte dimostrato di non dimenticare gli avversari. Critiche pubbliche, minacce di misure fiscali o regolatorie e attacchi personali rappresentano gli strumenti della sua politica. Non è un caso che figure influenti come Jeff Bezos, che in passato è stato un avversario dichiarato attraverso il Washington Post, si siano riallineate nel corso del tempo. Lo stesso Zuckerberg, dopo aver subito critiche feroci sul ruolo di Facebook nelle elezioni e sulla libertà di parola, ha preferito "mettere da parte" le differenze per preservare i propri interessi. Tutto questo pone una domanda cruciale: che spazio resta per l’etica e l’indipendenza dell’innovazione tecnologica, se i giganti del settore vengono costretti a sottostare al potere politico di turno? Il ruolo ambiguo di Elon Musk In questo panorama, Elon Musk si distingue come figura controversa. Considerato un alleato informale di Trump, Musk ha abbracciato posizioni ideologiche che hanno aperto a speculazioni sul suo ruolo di mediatore o "cavallo di Troia". Mentre la sua influenza cresce sia nei settori tecnologici che politici, il suo approccio spregiudicato sembra funzionare da modello per altri imprenditori. Tuttavia, questa vicinanza solleva dubbi: Musk agisce per proteggere l’interesse della propria azienda o per rafforzare ulteriormente il suo dominio tecnologico in un’epoca di crescente controllo governativo? Un futuro a rischio La sudditanza delle Big Tech a Trump e ai suoi ricatti fiscali o normativi non è solo una questione americana. Con l’IA pronta a definire il futuro dell’economia e della società, la dipendenza di queste aziende da un unico attore politico rappresenta un rischio immenso per la democrazia e per il progresso umano. Le conclusioni a voi 😉
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Forza Italia, rappresentata dal senatore Maurizio Gasparri, lancia una proposta audace: tassare i giganti del web, incluso Elon Musk, accusato di "banditismo fiscale". Questa iniziativa mira a garantire che le multinazionali contribuiscano equamente al bilancio statale, affrontando la questione della giustizia fiscale in un contesto economico sfidante. Scopri le reazioni a questa proposta e le riflessioni dei cittadini sull'argomento. Leggi l'articolo completo sul nostro blog e condividi le tue opinioni nei commenti! https://lnkd.in/dnkmcT-c #Tassazione #ForzaItalia #GiustiziaFiscale #EconomiaDigitale #ElonMusk
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Nella vittoria di Trump Elon Musk non è solo l’imprenditore eccentrico e visionario, è il miliardario che ha trasformato la sua influenza in un motore politico capace di spostare masse e determinare risultati. Con la sua super PAC “My America PAC” — un comitato di azione politica che può raccogliere e spendere somme illimitate di denaro per sostenere candidati senza coordinarsi ufficialmente con le loro campagne — Musk ha diretto l’operazione di mobilitazione elettorale più massiccia mai vista, spendendo oltre 175 milioni di dollari per raggiungere quasi 11 milioni di elettori nelle zone chiave. Mentre Trump affidava il suo destino politico a un outsider, Musk dettava le regole di un gioco che la democrazia americana stenta a riconoscere. Canvassers, ossia volontari o professionisti incaricati di contattare gli elettori porta a porta, venivano pagati, con bonus per reclutare voti, persino incentivi economici mascherati da appelli al patriottismo: tutto pur di accendere un riflettore su un sistema dove la voce di chi ha denaro urla più forte di quella degli elettori. Il connubio tra Trump e Musk non è solo un’alleanza elettorale. È la prova che la politica si è fatta spettacolo per pochi ricchi protagonisti, e Musk – con la sua piattaforma X trasformata in megafono personale – ne è il regista e attore principale. Le tattiche sfacciate, dagli incentivi al controllo delle operazioni sul campo, mostrano come le campagne politiche si stiano trasformando in laboratori per esperimenti finanziati da miliardari. “Una stella è nata”, ha detto Trump tra applausi e sorrisi, mentre Musk pianificava già le prossime mosse per influenzare le elezioni di midterm. E così, in un’America sempre più strattonata tra potere e capitale, resta una domanda inquietante: quanto è lontana la democrazia quando la politica diventa l’affare personale dei miliardari? Buon giovedì. (il mio #buongiorno per Left) https://lnkd.in/gqhxq_j8
Trump, Musk e la politica pagata a peso d’oro: chi ha il controllo degli Stati Uniti?
https://left.it
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#ElonMusk, sostenitore chiave di #DonaldTrump, ha rafforzato la sua posizione politica, ottenendo vantaggi immediati come un aumento del 15% delle azioni Tesla. Trump, ora più potente, potrebbe ridurre le regolamentazioni antitrust e favorire lo sviluppo dell’IA e la competizione con la Cina. I social media saranno un terreno critico, con Musk e X pronti a sfruttare l’onda Trump, mentre altre big tech cercano un difficile equilibrio con la nuova amministrazione. Leggi l'articolo qui: https://lnkd.in/dxSeCx9P #ElonMusk #Tesla #X #DonaldTrump #ForbesItalia #Business
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𝐄𝐥𝐨𝐧 𝐌𝐮𝐬𝐤, 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐞 𝐬𝐨𝐜𝐢𝐚𝐥 𝐦𝐞𝐝𝐢𝐚: 𝐁𝐞𝐫𝐥𝐢𝐧𝐨 𝐞 𝐋𝐨𝐧𝐝𝐫𝐚 𝐚𝐥 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐚𝐭𝐭𝐚𝐜𝐜𝐨 Le tensioni tra Elon Musk e i governi europei si intensificano. La Germania e il Regno Unito reagiscono agli attacchi e alle influenze digitali del magnate, delineando una strategia di difesa istituzionale e normativa contro la sua crescente influenza sui social media e sulla politica interna. Leggi l’articolo integrale 👉🏼 https://lnkd.in/dKCwYHZH #ItaliaInforma #ElonMusk #SocialMedia
Elon Musk, politica e social media: Berlino e Londra al contrattacco
italia-informa.com
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Elon Musk ha contribuito in modo decisivo alla vittoria elettorale di Trump🇺🇸, muovendosi abilmente tra le regole per orientare una delle campagne più importanti del 🌎 . Alcuni temono questa combinazione di poteri, ma personalmente la vedo come una scelta strategica dal punto di vista industriale, sebbene forse non soggetta a molte limitazioni normative⚠️ Trump sembra pronto ad affidare ruoli simili a quelli di un vicepresidente a un imprenditore che ha rivoluzionato i pagamenti digitali, l’industria della mobilità elettrica, le comunicazioni #satellitari, i viaggi #spaziali e la #tecnologia #neurale… e che non ha esitato a lanciare anche un lanciafiamme anti-zombie 🧟♂️. La nuova amministrazione si prepara seriamente a confrontarsi con i BRICS, puntando sull’ingegno e sulla visione di un innovatore. Mentre il blocco #BRICS cresce grazie alla manodopera a basso costo e poche regole, Trump conta sull’audacia e la genialità di Musk per competere a livello globale. Il #futuro richiede #visione, #coraggio e un tocco di #follia. Resta da vedere quanto sarà sottile la linea etica seguita, una questione tutt’altro che secondaria. Nel frattempo, l’Europa 🇪🇺 sembra intrappolata in una rete di regole e nelle divisioni di un’Unione poco coesa e priva di una leadership forte. Tesla PayPal X SpaceX xAI
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🇺🇸 Dopo una parentesi democratica espressa in passato nel voto a favore di Barack Obama e Hillary Clinton, Elon Musk ha stretto un forte legame con Donald #Trump negli ultimi anni. L’imprenditore di Pretoria ha infatti finanziato la campagna elettorale del magnate newyorkese e ha spesso favorito su X, social di sua proprietà, la narrazione trumpista. Alla fine, Musk ha ricevuto dal presidente eletto la guida di un nuovo ente: il dipartimento per l’efficienza governativa (Doge), ratificando così la sua definitiva ascesa in politica. Per Musk, l’accesso alle stanze dei bottoni è fondamentale per influenzare il processo decisionale al fine di implementare politiche di deregolamentazione, così da favorire le aziende di sua proprietà, come Tesla e Space X. Quest’ultima ha un altissimo valore strategico per gli Stati Uniti dato che domina il settore dell’invio di satelliti nello spazio e lavora a stretto contatto con gli apparati governativi, da cui riceve lauti contratti. Essendo le aziende di Musk delle multinazionali con interessi in tutto il mondo, l’imprenditore sudafricano cerca di influenzare anche la politica dei Paesi stranieri. Per esempio, Musk starebbe considerando l’idea di donare 100 milioni di dollari a Reform Uk, un partito di opposizione nel Regno Unito guidato da Nigel Farage, chiedendo in cambio la promozione di riforme di deregulation volte a favorire le sue aziende. In realtà anche i politici hanno bisogno di Musk, dato che intrattiene rapporti privilegiati con alcuni dei leader più influenti del globo. In particolare, per via dei suoi stretti legami con la Cina – da cui dipendono gran parte dei suoi affari – Musk è un nome ambito da Trump per la sua amministrazione. Tuttavia, la guerra commerciale che il Tycoon ha promesso di ingaggiare con Pechino potrebbe nuocere gravemente agli interessi del Ceo di Tesla, che a quel punto potrebbe trovarsi ad agire come forza moderatrice all’interno dell’amministrazione repubblicana. Nell’ultima uscita di Lumina, la newsletter gratuita di Aliseo, spieghiamo quali sono gli interessi di Elon #Musk in politica. Puoi iscriverti gratis a Lumina a questo link https://lnkd.in/dhKAsDTC #geopolitica
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QUI IN ITALIA GLI EVASORI FISCALI CHE CON ARTIFIZI CONTABILI E LEGISLATIVI NON SONO CONSIDERATI LADRI CHE FOTTONO SOLDI AI CITTADINI, ALL'ISTRUZIONE, ALLA SANITÀ, MA DEGLI ABILI IMPRENDITORI CHE OTTIMIZZANO IL CONTO ECONOMICO. ANCHE QUESTO RIENTRA NELL'ACCEZZIONE DESTORSA DEL MERITO. QUINDI, BENVENGA MUSK E BENVENGANO TUTTI I LADRI FISCALI IN ITALIA
Rissa a destra su Elon Musk, Forza Italia: “È un bandito fiscale: va tassato lui, non le banche”
repubblica.it
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