Sono passati pochi giorni dal gol di Zaccagni che ci ha qualificato agli ottavi. Ma quali prestazioni stanno avendo gli Azzurri anche sui campi di Instagram, Facebook e Tiktok? E come sta andando questo Campionato Europeo - lato social - per le principali nazionali e i loro giocatori simbolo? Scoprilo nel nostro articolo 👇
Post di A Lab
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Per la rubrica immaginaria "Calcio da Dietro vi legge nel pensiero", una risposta a un quesito importante. Cambia la formula della UEFA Champions Leaguee dell'UEFA Europa League, si passa al girone unico, ma non si sa bene come si fa a passare il turno. Quanti punti ci vogliono, come si fa a stare tranquilli? Bene, cercando in rete abbiamo scoperto che gli amici di #FootballMeetsData hanno simulato 10,000 iterazioni della nuova Champions, per scoprire proprio questo. La risposta è che per stare (quasi) sicuri ci vogliono 16 punti, ossia 5 vittorie e un pari, oppure 4 vittorie e 4 pareggi. Con 15 punti non c'è la certezza di passare, visto che spesso e volentieri ci saranno diverse squadre appaiate con questo score, che si può ottenere con due diverse combinazioni di risultati (5v 3p, oppure 4v 3n 1p). Quindi se volete farvi i calcoli per le grandi o per la vostra squadra del cuore basta vedere se il sorteggio le mette davanti 5 squadre battibili. Se la risposta è sì, si può provare l'assalto all'ottavo posto che vale gli ottavi di finale. E per il 24° posto che consente di star dentro fino a febbraio e ai playoff dei sedicesimi? Il modello dice che chi arriva 24° nella maggior parte dei casi lo fa con 9 punti, che significa che spesso e volentieri ce ne andranno 10 per stare sicuri e rischiare fregature a pari punti. Questo è quanto, almeno per la statistica.
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Forse è stato l’unico caso nella storia, dopo il Brasile campione del mondo nel 1970, di vittoria specchiata e meritata fino a sembrare dovuta. Non ricordo una sola squadra dominare un torneo come la Spagna neo-quadricampione d’Europa ha fatto con l’Europeo conclusosi ieri sera. Ha chiuso a punteggio pieno il girone preliminare vincendo poi tutte le gare a eliminazione diretta entro i 90’ regolamentari salvo una volta ai supplementari. Contemporaneamente ha espresso il miglior giocatore del torneo, il prodigioso 17enne Yamal, che ha scalzato nientemeno che Pelé dalla vetta dei più giovani a vincere con una maglia nazionale. Davvero una prestazione d’altri tempi. E cosa insegna tutto ciò a noi fallimentari italiani? Alcune cose. Prima: forse ridurre il numero di stranieri in serie A gioverebbe. Dico forse però, perché gli inglesi, meritevoli finalisti per la seconda volta di fila, sono messi esattamente come noi. Seconda: la scusa che le nazionali giocano troppo poco per rodarsi è appunto una scusa, perché la Spagna gioca tanto quanto noi. Terza: al netto della fortuna - ingrediente essenziale in ogni successo - la differenza la fanno le motivazioni. Ho come il sospetto che ai nostri campioni strapagati dai club, della nazionale importi poco. Molto di più importava ai predecessori diretti, che con Mancini vinsero l’Europeo stabilendo pure il record mondiale di risultati utili consecutivi. Cosa è cambiato in soli tre anni? Le motivazioni. Punto. Non il talento, che malgrado la vulgata dica il contrario è ottimo e abbondante. Altrimenti non saremmo stati gli unici a strappare alle furie rosse una sconfitta risicatissima per 0-1, per giunta su autogol. Proprio perché i nostri sono pochi ma buoni, ho una modesta proposta - no, non sono ironico. Parlo sul serio: chi può, Spalletti o altro, consideri di convocare uno, due, dieci, venti o quanti ne vuole di serie B. Scommettiamo che gli spuntano le ali ai piedi? Ricordiamoci: non esistono intelligenti e scemi o vincenti e perdenti. Esistono soltanto motivati e no. Non solo nel calcio.
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🎯 - quanto giocano i giovani calciatori con età compresa tra i 15 ai 21 anni nei vari campionati ? 🕵♂️ - minuti giocati dai calciatori nei campionati nazionali in questa stagione (analisi fino a gennaio 2025) 💻 - atlante demografico #CIESFootballObservatory Purtroppo non è la #SerieA il campionato nel quale i #giovani talenti maturano minuti di gioco indispensabili per la loro crescita professionale. Tra le #BIG5 la #SerieA è all'ultimo posto: ITA - 6,6% (equivalgono a meno di 6 min. di media nei 208 matches tot.) ENG - 6,7% GER - 8,3% FRA - 13,4% ESP - 21,9% E' la #Fiorentina la squadra italiana che dopo 20 matches in stagione ha la % più alta di minuti concessi ai #giovani #calciatori. #Comuzzo il primo italiano ad aver giocato di più. In contro tendenza la #SerieC, attraverso la #RiformaZola, prova a creare le condizioni affinché ci siano più #giovani #calciatori italiani tra i convocabili futuri. Il rapporto con la stagione precedente fa segnalare: 🚀 + 27% di aumento squadre #SerieC che impiegano U22 dei propri vivai 🚀 + 55 U22 scesi in campo 🚀 + 10.000 minuti giocati da #calciatori U22 🔗 https://lnkd.in/dwqXRp29
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SE NEANCHE LA KINGS LEAGUE RENDE IL CALCIO DIVERTENTE Due giorni fa, a Milano, è iniziata la Kings World Cup Nations, cioè la Coppa del Mondo per Nazionali della Kings League. Ah, già. Per chi (giustamente) non sapesse nulla della Kings League, in breve: nata in Spagna dalla mente dell'ex calciatore Gerard Piqué e dello streamer Ibai Llanos, è una competizione di calcio a 7 con regole decisamente strane. Per esempio, le partite iniziano con solo due giocatori per squadra in campo, negli ultimi due minuti ogni gol vale doppio e ogni squadra può giocare una "carta speciale" che le concede un vantaggio sull'avversaria (gol doppi per quattro minuti, superiorità numerica e via dicendo). Detta così sembra una baracconata, e forse lo è davvero, ma negli ultimi anni è diventata un fenomeno mondiale anche grazie alle stelle, del campo e della Rete, e agli enormi brand che i fondatori hanno saputo coinvolgere. Fino ad arrivare a organizzare un Mondiale con finale all'Allianz Stadium di Torino. Il caso della Kings League è interessante sia per gli aspetti sportivi che per quelli commerciali, strettamente legati. Io, in un certo senso, l'ho sempre vista come una Superlega che ce l'ha fatta. Perché, in fondo, nasce con lo stesso obiettivo: rivoluzionare quel calcio considerato sempre più noioso e poco interessante agli occhi delle generazioni più giovani. Solo, proponendo un calcio-non-calcio invece che creando un campionato riservato alle sole big. Eppure, neanche il calcio-non-calcio della Kings League è riuscito a rivoluzionare davvero il calcio. Nonostante le regole assurde, i rigori bonus calciati dai presidenti (di solito streamer con enorme seguito su Twitch, la piattaforma su cui è nata la competizione), le carte speciali e le arene che sembrano uscite da Fifa Street, spesso le partite non sono affatto più divertenti di quelle di un qualsiasi campionato europeo. Per non parlare di tatticismi esasperati, simulazioni ridicole, perdite di tempo e proteste, che non mancano praticamente mai. Alla fine, l'esperienza non è poi così diversa. Eppure la Kings League ha saputo guadagnarsi un seguito enorme, soprattutto tra i più giovani. Quindi siamo sicuri che il calo di interesse (tema comunque controverso) sia colpa dello sport e non, piuttosto, del prodotto? Cioè di come il calcio viene presentato, raccontato, in un certo senso anche spogliato dei suoi toni più artificiosamente epici? Siamo sicuri che il problema non sia rendere il calcio più divertente, ma semplicemente più genuino e accessibile? Come? E che ne so. So solo che la Kings League è una baracconata che funziona sempre meglio. Forse perché ben conscia di essere una baracconata. E quindi, forse, più libera di raccontarsi per ciò che è, e non ciò che vorrebbe essere. In fondo, sono sempre due squadre di tizi in pantaloncini che prendono a calci una sfera di cuoio. P.S. Questo post è una provocazione. Da appassionato di calcio, so bene che le cose siano molto più complicate di così. Easy.
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Scriviamo queste righe prima di Atalanta-Real Madrid (partita presentata come l’ennesimo esame di maturità al massimo livello e persa, ma solo con uno spettacolare 2-3). Prima, perché non ci interessava il risultato specifico di una sfida comunque dall’enorme fascino, ma sottolineare il valore calcistico e non solo del lavoro portato avanti a Bergamo da una società e da una conduzione tecnica che non esitiamo a definire modello per molti. Il concetto abusato e in questo caso del tutto errato di “miracolo sportivo” poteva avere un senso ai tempi dei quarti di finale di Champions League raggiunti nell’anno disgraziato del Covid, quando l’impresa sfiorata di eliminare il Psg di Neymar apparve anche un segno di riscatto per una città ferita come nessun’altra dalla pandemia. In realtà, già allora si stava costruendo in prospettiva e con razionalità un organismo in cui nessun aspetto è stato lasciato indietro. Squadra e società, settore tecnico e gestionale sono cresciuti in splendido parallelismo garantendo solidità economica e futuro all’area tecnica, mentre - in tempi sconosciuti al nostro Paese - la società si è garantita una casa all’avanguardia europea, ristrutturando il vetusto e glorioso stadio comunale “Atleti Azzurri d’Italia”, potendo contare su un socio forte e intelligente arrivato dagli Stati Uniti d’America. Finanziariamente solido, quest’ultimo, e altrettanto capace di lasciare la gestione in mano a chi conosce l’ambiente e sa cosa fare, la famiglia Percassi. Questa è una squadra che ha dominato l’Europa League, torneo che solo la prosopopea di un certo calcio italiano ha considerato negli anni “minore“ per motivi del tutto oscuri, considerato che prima dell’Atalanta non lo vincevamo dai tempi ormai arcaici della Coppa Uefa. Poi, il trionfo europeo è stato visto dagli osservatori più superficiali come il canto del cigno, il passo d’addio di Gasperini tentato dal Napoli e invece da lì si è ripartiti per l’ennesima, parziale ricostruzione di un gruppo che può contare su un’idea tattica che diventa personalità, un meccanismo che fa da volano alle prestazioni di giocatori trasformati dagli anni passati con Gasperini. Non può essere un caso che tanti dei protagonisti delle stagioni nerazzurre altrove non abbiano saputo garantire lo stesso livello e costanza di performance. Restando al campo, aspetto che trattiamo per ultimo perché lo consideriamo fondamentale, l’Atalanta non è moderna solo nel vestito tattico - in quell’ossessivo giocare uomo su uomo a ritmi sconosciuti alla Serie A - che ne ha garantito un’evoluzione continua e spesso irrisolvibile per gli avversari. L’Atalanta è moderna nella bellezza applicata all’efficacia. Un modo di intendere il calcio che oggi come oggi appare irrinunciabile, mentre le tattiche speculative così care ad alcuni allenatori ancora inchiodati alle idee utilitaristiche del “prima non prenderle“ non riescono letteralmente a star dietro a chi gioca nel futuro. La Ragione
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Scriviamo queste righe prima di Atalanta-Real Madrid (partita presentata come l’ennesimo esame di maturità al massimo livello e persa, ma solo con uno spettacolare 2-3). Prima, perché non ci interessava il risultato specifico di una sfida comunque dall’enorme fascino, ma sottolineare il valore calcistico e non solo del lavoro portato avanti a Bergamo da una società e da una conduzione tecnica che non esitiamo a definire modello per molti. Il concetto abusato e in questo caso del tutto errato di “miracolo sportivo” poteva avere un senso ai tempi dei quarti di finale di Champions League raggiunti nell’anno disgraziato del Covid, quando l’impresa sfiorata di eliminare il Psg di Neymar apparve anche un segno di riscatto per una città ferita come nessun’altra dalla pandemia. In realtà, già allora si stava costruendo in prospettiva e con razionalità un organismo in cui nessun aspetto è stato lasciato indietro. Squadra e società, settore tecnico e gestionale sono cresciuti in splendido parallelismo garantendo solidità economica e futuro all’area tecnica, mentre - in tempi sconosciuti al nostro Paese - la società si è garantita una casa all’avanguardia europea, ristrutturando il vetusto e glorioso stadio comunale “Atleti Azzurri d’Italia”, potendo contare su un socio forte e intelligente arrivato dagli Stati Uniti d’America. Finanziariamente solido, quest’ultimo, e altrettanto capace di lasciare la gestione in mano a chi conosce l’ambiente e sa cosa fare, la famiglia Percassi. Questa è una squadra che ha dominato l’Europa League, torneo che solo la prosopopea di un certo calcio italiano ha considerato negli anni “minore“ per motivi del tutto oscuri, considerato che prima dell’Atalanta non lo vincevamo dai tempi ormai arcaici della Coppa Uefa. Poi, il trionfo europeo è stato visto dagli osservatori più superficiali come il canto del cigno, il passo d’addio di Gasperini tentato dal Napoli e invece da lì si è ripartiti per l’ennesima, parziale ricostruzione di un gruppo che può contare su un’idea tattica che diventa personalità, un meccanismo che fa da volano alle prestazioni di giocatori trasformati dagli anni passati con Gasperini. Non può essere un caso che tanti dei protagonisti delle stagioni nerazzurre altrove non abbiano saputo garantire lo stesso livello e costanza di performance. Restando al campo, aspetto che trattiamo per ultimo perché lo consideriamo fondamentale, l’Atalanta non è moderna solo nel vestito tattico - in quell’ossessivo giocare uomo su uomo a ritmi sconosciuti alla Serie A - che ne ha garantito un’evoluzione continua e spesso irrisolvibile per gli avversari. L’Atalanta è moderna nella bellezza applicata all’efficacia. Un modo di intendere il calcio che oggi come oggi appare irrinunciabile, mentre le tattiche speculative così care ad alcuni allenatori ancora inchiodati alle idee utilitaristiche del “prima non prenderle“ non riescono letteralmente a star dietro a chi gioca nel futuro. di Fulvio Giuliani
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⚽️ Nel 2024, la Nazionale Italiana maschile ha totalizzato il maggior minutaggio (tra tutte le nazionali #FIFA ) disputato da calciatori tra i 22 e i 25 anni. 🇫🇷Solo la Francia (tra le nazionali big-five #UEFA ) ha un risultato paragonabile, anche se inferiore. 🇩🇪🇪🇸 I calciatori Under21 hanno giocato il 14.5% dei minuti per Germania e Spagna. Escluse le rappresentative "minori": 👉 L'Irlanda del Nord è la Nazionale maggiore che ha fatto scendere in campo gli U21 per più minuti: 39.9% (escluse le rappresentative "minori"); 👉 la Nigeria ha il 55,5% dei minuti giocati da calciatori tra 26 e 29 anni; 👉 L'Argentina è la nazionale più "vecchia", con più del 40% giocato da over30. 🇮🇹Molto interessante anche il dato dell'età media dei calciatori schierati: 26,34 per la nostra nazionale maschile. #fabiogpoli #scienzemotoriecalcio #FootballUniversity #italia #france #spain #england #belgium #portugal #argentina #germany #northernireland #nigeria
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È facile evidenziare la differenza di qualità quando ci sono esempi estremi come questo. Detto questo, la maggior parte dei campi da calcio nelle zone più basse della Lega Calcio inglese sono di qualità migliore rispetto alla maggior parte dei campi della Serie B e di alcuni campi della Serie A. Questa è però la punta di un iceberg, per così dire. In Italia il calcio completamente “professionistico” inizia dalla Serie C, ma la parola professionista si riferisce ai contratti piuttosto che alle competenze delle persone che gestiscono le finanze, i dirigenti e lo staff del club. Le attività fuori dal campo e le entrate sono quasi inesistenti, gli stadi sono di proprietà dei comuni e difficilmente i club riescono a coprire i costi di gestione di un'intera stagione. Le cosiddette “entrate facili” provenienti da fonti come il merchandising dei prodotti, le maglie replica e il catering del giorno della partita sono tutte poco sfruttate. I tifosi e la comunità locale sono spesso le vittime di questa pratica antica e insostenibile. È necessario un cambiamento radicale, regole di qualificazione più severe per i proprietari e i direttori dei club, una riduzione dei club e una migliore governance da parte della FIGC, che purtroppo è anche inetta nella gestione del gioco in Italia. Sotto la piramide superiore, A, B e C, abbiamo il sistema di base gestito dalla LND. Migliaia di club e scuole calcio che cercano di replicare l'esempio di gestione del livello superiore e non sono altrettanto qualificati per farlo. Con questo non voglio criticare TUTTI i club (grandi e piccoli), ci sono esempi positivi anche in Italia, ma piuttosto sottolineare che la differenza di qualità dei campi tra la Serie A e la EFL League 2 è una distrazione dalle reali differenze tra l'organizzazione e la gestione del calcio italiano e di quello inglese.
🔎Trova le differenze 👉Nella foto qui riportata nella parte di sopra il campo Castellani di Empoli ( dove ieri si è giocata la 1° giornata della serie A italiana )/nella parte di sotto il campo del Notts Country (4° divisione inglese..l ' italiana LND) 📍Anche ad uno sguardo poco attento si nota come già dal terreno di gioco il Calcio italiano sia un prodotto ( perché tale è) poco attrattivo, poco vendibile.. 📌 Inutile quindi lamentarsi se i grandi investitori preferiscono il calcio estero ( nell ultimo decennio la premier league innanzitutto) 👓Il campionato italiano oramai sopravvive solo ed esclusivamente grazie ai diritti 📺 ,l ultimo contratto è stato firmato per il prossimo quadriennio ed ha garantito 900 milioni di euro a stagione , cifra leggermente inferiore a quella precedente (927 circa).. 💪Il calcio è uno spettacolo e come tale deve essere trattato, in ogni suo aspetto ⏰Continuando in questa maniera e non investendo nel prodotto ( a cominciare dal rifacimento del manto erboso e della struttura degli stadi per poi sperare di attrarre investitori pubblicitari e non) inesorabilmente il calcio italiano sarà sempre di più uno sport di serie minori #unisanraffaele #FootballUniversity #scienzedellamministrazionedellorganizzazionedelcalcio
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NUOVA PUNTATA DI LINEE! Questo episodio è dedicato alla Nuova Super Champions League, la riforma della competizione di calcio per club più importante del mondo e che, come dice la UEFA, darà inizio a una "nuova era". Perché questa riforma arriva proprio adesso? Cosa ci dice del futuro del calcio europeo (e mondiale) questa novità? Si tratta di una risposta alla Super Lega che i club hanno provato a creare nel 2021? Parlare di Champions League non vuol dire semplicemente raccontare la competizione più importante del calcio di club, ma anche analizzare quale strada stia prendendo lo sport più popolare al mondo per cercare di continuare ad esserlo anche nel prossimo futuro. Con Giovanni Armanini, giornalista indipendente e autore della newsletter dedicata alle analisi politico-economiche del calcio che si chiama Fubolitix. Parliamo anche della Dea Eupalla, della Serie Tv Formula 1, di Anthony Joshua e degli sport americani tra i record di Shohei Ohtani, Caitlin Clark e il ritiro del guru NBA Adrian Wojnarowski. Si ascolta qua: https://lnkd.in/dj_VQe64
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Lo sai che si può fare #trading sugli #europei di calcio? Betfair per il mercato italiano ha inserito la possibilità di puntare o bancare la vincente del prossimo Europeo di calcio che inizierà domani con la gara inaugurale tra Germania vs Scozia. In poche parole, questa modalità, permette di fare una previsione e chiudere la posizione a seconda dell'andamento della propria previsione. Analizzare i possibili incroci dagli ottavi di finale in poi è importante per prevedere l'andamento delle quote partita dopo partita e decidere come agire. Per esempio se per te l'Italia non vincerà l'Europeo, vendere la sua quota oggi ti darebbe un potenziale rendimento netto del 5.61% sul capitale investito, con la possibilità di piazzare altre posizioni durante il torneo. Il tutto in soli 30 giorni completamente esentasse. Il #betting non è solo la scommessa sportiva che vedi fare dai tuoi amici 😉
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