Scriviamo queste righe prima di Atalanta-Real Madrid (partita presentata come l’ennesimo esame di maturità al massimo livello e persa, ma solo con uno spettacolare 2-3). Prima, perché non ci interessava il risultato specifico di una sfida comunque dall’enorme fascino, ma sottolineare il valore calcistico e non solo del lavoro portato avanti a Bergamo da una società e da una conduzione tecnica che non esitiamo a definire modello per molti. Il concetto abusato e in questo caso del tutto errato di “miracolo sportivo” poteva avere un senso ai tempi dei quarti di finale di Champions League raggiunti nell’anno disgraziato del Covid, quando l’impresa sfiorata di eliminare il Psg di Neymar apparve anche un segno di riscatto per una città ferita come nessun’altra dalla pandemia. In realtà, già allora si stava costruendo in prospettiva e con razionalità un organismo in cui nessun aspetto è stato lasciato indietro. Squadra e società, settore tecnico e gestionale sono cresciuti in splendido parallelismo garantendo solidità economica e futuro all’area tecnica, mentre - in tempi sconosciuti al nostro Paese - la società si è garantita una casa all’avanguardia europea, ristrutturando il vetusto e glorioso stadio comunale “Atleti Azzurri d’Italia”, potendo contare su un socio forte e intelligente arrivato dagli Stati Uniti d’America. Finanziariamente solido, quest’ultimo, e altrettanto capace di lasciare la gestione in mano a chi conosce l’ambiente e sa cosa fare, la famiglia Percassi. Questa è una squadra che ha dominato l’Europa League, torneo che solo la prosopopea di un certo calcio italiano ha considerato negli anni “minore“ per motivi del tutto oscuri, considerato che prima dell’Atalanta non lo vincevamo dai tempi ormai arcaici della Coppa Uefa. Poi, il trionfo europeo è stato visto dagli osservatori più superficiali come il canto del cigno, il passo d’addio di Gasperini tentato dal Napoli e invece da lì si è ripartiti per l’ennesima, parziale ricostruzione di un gruppo che può contare su un’idea tattica che diventa personalità, un meccanismo che fa da volano alle prestazioni di giocatori trasformati dagli anni passati con Gasperini. Non può essere un caso che tanti dei protagonisti delle stagioni nerazzurre altrove non abbiano saputo garantire lo stesso livello e costanza di performance. Restando al campo, aspetto che trattiamo per ultimo perché lo consideriamo fondamentale, l’Atalanta non è moderna solo nel vestito tattico - in quell’ossessivo giocare uomo su uomo a ritmi sconosciuti alla Serie A - che ne ha garantito un’evoluzione continua e spesso irrisolvibile per gli avversari. L’Atalanta è moderna nella bellezza applicata all’efficacia. Un modo di intendere il calcio che oggi come oggi appare irrinunciabile, mentre le tattiche speculative così care ad alcuni allenatori ancora inchiodati alle idee utilitaristiche del “prima non prenderle“ non riescono letteralmente a star dietro a chi gioca nel futuro. di Fulvio Giuliani
Post di La Ragione
Altri post rilevanti
-
Scriviamo queste righe prima di Atalanta-Real Madrid (partita presentata come l’ennesimo esame di maturità al massimo livello e persa, ma solo con uno spettacolare 2-3). Prima, perché non ci interessava il risultato specifico di una sfida comunque dall’enorme fascino, ma sottolineare il valore calcistico e non solo del lavoro portato avanti a Bergamo da una società e da una conduzione tecnica che non esitiamo a definire modello per molti. Il concetto abusato e in questo caso del tutto errato di “miracolo sportivo” poteva avere un senso ai tempi dei quarti di finale di Champions League raggiunti nell’anno disgraziato del Covid, quando l’impresa sfiorata di eliminare il Psg di Neymar apparve anche un segno di riscatto per una città ferita come nessun’altra dalla pandemia. In realtà, già allora si stava costruendo in prospettiva e con razionalità un organismo in cui nessun aspetto è stato lasciato indietro. Squadra e società, settore tecnico e gestionale sono cresciuti in splendido parallelismo garantendo solidità economica e futuro all’area tecnica, mentre - in tempi sconosciuti al nostro Paese - la società si è garantita una casa all’avanguardia europea, ristrutturando il vetusto e glorioso stadio comunale “Atleti Azzurri d’Italia”, potendo contare su un socio forte e intelligente arrivato dagli Stati Uniti d’America. Finanziariamente solido, quest’ultimo, e altrettanto capace di lasciare la gestione in mano a chi conosce l’ambiente e sa cosa fare, la famiglia Percassi. Questa è una squadra che ha dominato l’Europa League, torneo che solo la prosopopea di un certo calcio italiano ha considerato negli anni “minore“ per motivi del tutto oscuri, considerato che prima dell’Atalanta non lo vincevamo dai tempi ormai arcaici della Coppa Uefa. Poi, il trionfo europeo è stato visto dagli osservatori più superficiali come il canto del cigno, il passo d’addio di Gasperini tentato dal Napoli e invece da lì si è ripartiti per l’ennesima, parziale ricostruzione di un gruppo che può contare su un’idea tattica che diventa personalità, un meccanismo che fa da volano alle prestazioni di giocatori trasformati dagli anni passati con Gasperini. Non può essere un caso che tanti dei protagonisti delle stagioni nerazzurre altrove non abbiano saputo garantire lo stesso livello e costanza di performance. Restando al campo, aspetto che trattiamo per ultimo perché lo consideriamo fondamentale, l’Atalanta non è moderna solo nel vestito tattico - in quell’ossessivo giocare uomo su uomo a ritmi sconosciuti alla Serie A - che ne ha garantito un’evoluzione continua e spesso irrisolvibile per gli avversari. L’Atalanta è moderna nella bellezza applicata all’efficacia. Un modo di intendere il calcio che oggi come oggi appare irrinunciabile, mentre le tattiche speculative così care ad alcuni allenatori ancora inchiodati alle idee utilitaristiche del “prima non prenderle“ non riescono letteralmente a star dietro a chi gioca nel futuro. La Ragione
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
SE NEANCHE LA KINGS LEAGUE RENDE IL CALCIO DIVERTENTE Due giorni fa, a Milano, è iniziata la Kings World Cup Nations, cioè la Coppa del Mondo per Nazionali della Kings League. Ah, già. Per chi (giustamente) non sapesse nulla della Kings League, in breve: nata in Spagna dalla mente dell'ex calciatore Gerard Piqué e dello streamer Ibai Llanos, è una competizione di calcio a 7 con regole decisamente strane. Per esempio, le partite iniziano con solo due giocatori per squadra in campo, negli ultimi due minuti ogni gol vale doppio e ogni squadra può giocare una "carta speciale" che le concede un vantaggio sull'avversaria (gol doppi per quattro minuti, superiorità numerica e via dicendo). Detta così sembra una baracconata, e forse lo è davvero, ma negli ultimi anni è diventata un fenomeno mondiale anche grazie alle stelle, del campo e della Rete, e agli enormi brand che i fondatori hanno saputo coinvolgere. Fino ad arrivare a organizzare un Mondiale con finale all'Allianz Stadium di Torino. Il caso della Kings League è interessante sia per gli aspetti sportivi che per quelli commerciali, strettamente legati. Io, in un certo senso, l'ho sempre vista come una Superlega che ce l'ha fatta. Perché, in fondo, nasce con lo stesso obiettivo: rivoluzionare quel calcio considerato sempre più noioso e poco interessante agli occhi delle generazioni più giovani. Solo, proponendo un calcio-non-calcio invece che creando un campionato riservato alle sole big. Eppure, neanche il calcio-non-calcio della Kings League è riuscito a rivoluzionare davvero il calcio. Nonostante le regole assurde, i rigori bonus calciati dai presidenti (di solito streamer con enorme seguito su Twitch, la piattaforma su cui è nata la competizione), le carte speciali e le arene che sembrano uscite da Fifa Street, spesso le partite non sono affatto più divertenti di quelle di un qualsiasi campionato europeo. Per non parlare di tatticismi esasperati, simulazioni ridicole, perdite di tempo e proteste, che non mancano praticamente mai. Alla fine, l'esperienza non è poi così diversa. Eppure la Kings League ha saputo guadagnarsi un seguito enorme, soprattutto tra i più giovani. Quindi siamo sicuri che il calo di interesse (tema comunque controverso) sia colpa dello sport e non, piuttosto, del prodotto? Cioè di come il calcio viene presentato, raccontato, in un certo senso anche spogliato dei suoi toni più artificiosamente epici? Siamo sicuri che il problema non sia rendere il calcio più divertente, ma semplicemente più genuino e accessibile? Come? E che ne so. So solo che la Kings League è una baracconata che funziona sempre meglio. Forse perché ben conscia di essere una baracconata. E quindi, forse, più libera di raccontarsi per ciò che è, e non ciò che vorrebbe essere. In fondo, sono sempre due squadre di tizi in pantaloncini che prendono a calci una sfera di cuoio. P.S. Questo post è una provocazione. Da appassionato di calcio, so bene che le cose siano molto più complicate di così. Easy.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Ultima spiaggia per il rilancio o per il definitivo fallimento? Tempo di derby, Milano si ferma, il mondo ci guarda. Quali saranno i duelli più accesi in campo nel big match di domenica? Leggi su Calcio e Finanza il mio approfondimento, nell'editoriale settimanale del FPeX - Football Players Exchange ® ⬇
𝐅𝐨𝐧𝐬𝐞𝐜𝐚 𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐢𝐥 𝐩𝐫𝐢𝐦𝐨 𝐝𝐞𝐫𝐛𝐲 𝐦𝐢𝐥𝐚𝐧𝐞𝐬𝐞: 𝐠𝐥𝐢 𝐚𝐬𝐬𝐢 𝐝𝐚 𝐜𝐚𝐥𝐚𝐫𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐫𝐨 𝐥'𝐈𝐧𝐭𝐞𝐫 Una prima volta dal sapore particolare. Un esordio che arriva all’incipit di una stagione lunga, piena di impegni nazionali e internazionali ma, comunque, una partita che vale già tanto. In città non si parla d’altro e l’attesa si sente di più ora dopo ora: 𝗣𝗮𝘂𝗹𝗼 𝗙𝗼𝗻𝘀𝗲𝗰𝗮 𝘀𝘁𝗮 𝗽𝗲𝗿 𝘃𝗶𝘃𝗲𝗿𝗲 𝗶𝗹 𝘀𝘂𝗼 𝗽𝗿𝗶𝗺𝗼 𝗱𝗲𝗿𝗯𝘆 𝗱𝗶 𝗠𝗶𝗹𝗮𝗻𝗼 𝗱𝗮 𝗮𝗹𝗹𝗲𝗻𝗮𝘁𝗼𝗿𝗲 𝗱𝗲𝗶 𝗿𝗼𝘀𝘀𝗼𝗻𝗲𝗿𝗶. Fonseca sa l’importanza di questa partita per il risultato, per il club e per i tifosi, scottati dagli ultimi sei precedenti che sono sempre stati favorevoli all’#Inter. In particolare, l’ultimo confronto è entrato nella storia per la matematica consegna della Seconda Stella ai nerazzurri, garantita dal successo per 2-1 in casa del #Milan. Dunque, necessità di invertire la rotta per il club di Red Bird e il FPeX - Football Players Exchange ® di #CSA delinea le possibili carte che l’allenatore portoghese può giocarsi nella stracittadina di domenica sera, valevole per la quinta giornata di Serie A. Quali sono i #duelli più attesi al "Giuseppe Meazza"? Scoprilo qui ⬇ Per approfondire ➡ https://lnkd.in/dFic7cdC Accedi alla 𝗯𝗼𝗿𝘀𝗮 𝗱𝗲𝗶 𝗰𝗮𝗹𝗰𝗶𝗮𝘁𝗼𝗿𝗶 e inizia a giocare come un vero trader su 400+ calciatori dei top club europei ➡ https://lnkd.in/deaYr7D7
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Uno dei colpi di mercato più clamorosi e discussi di questa stagione estiva, è stato l’ingaggio della calciatrice svizzera Alisha Lehmann, approdata alla Juventus Women dall’Aston Villa circa due settimane fa. Una notizia tanto clamorosa quanto rumorosa e, il nostro paese, ha nuovamente messo in luce, nel corso di queste settimane, il lato oscuro della passione che riserviamo nei confronti del calcio femminile: così poco compreso, quanto screditato. “La calciatrice più seguita al mondo“, “la fidanzata di Douglas Luiz“, “la Juve si fa bella“, “la calciatrice più social del mondo“: così titolano alcuni dei principali quotidiani nazionali, mettendo in risalto la bellezza e il numero di follower su Instagram di Lehmann, piuttosto che il suo rendimento sportivo. Durante la sua esperienza in Premier League, Lehmann ha segnato 19 reti e fornito 10 assist, numeri certamente non esagerati, ma comunque significativi per il livello del campionato inglese; prestazioni, quella della svizzera, poste in secondo piano a fronte della bella presenza e dall’account social. Questa tipologia di narrativa, non solo perpetua stereotipi di genere, ma alimenta anche una percezione distorta tra i famigerati “tifosi medi”; alcuni dei quali, commentano su Instagram con frasi come “Comunque è bona” o “Non sai giocare, ma va bene lo stesso!“. Durante la conferenza stampa di presentazione del nuovo tecnico delle bianconere Massimiliano Canzi, il Direttore Generale della Juventus Women, Stefano Braghin, ha delineato gli obiettivi stagionali e sottolineato la volontà della società di creare un nuovo ciclo vincente. La preoccupazione, è che la narrazione dominante possa alimentare il falso mito dell’atleta bella e famosa che gioca anche a calcio, ponendo l’inclusione di Lehman nei piani della Juventus non come una strategia per migliore la squadra, quanto piuttosto una mossa legata al marketing e alla visibilità del brand Juventus FC. Visibilità, che la Serie A femminile certamente necessita, ma la scelta di inserire la giocatrice svizzera nella Rosa bianconera, con tali narrazioni, distorce l’immagine di tutto il calcio femminile italiano. La popolarità che il nostro campionato deve ricercare, deve porre le sue fondamenta sulla base delle competenze sportive e dei successi ottenuti sul campo, piuttosto che sull’estetica e il numero di follower sulle piattaforme social delle calciatrici. https://lnkd.in/euw7FJSm #calciofemminile #calcio #Juventus #alishalehmann
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
È facile evidenziare la differenza di qualità quando ci sono esempi estremi come questo. Detto questo, la maggior parte dei campi da calcio nelle zone più basse della Lega Calcio inglese sono di qualità migliore rispetto alla maggior parte dei campi della Serie B e di alcuni campi della Serie A. Questa è però la punta di un iceberg, per così dire. In Italia il calcio completamente “professionistico” inizia dalla Serie C, ma la parola professionista si riferisce ai contratti piuttosto che alle competenze delle persone che gestiscono le finanze, i dirigenti e lo staff del club. Le attività fuori dal campo e le entrate sono quasi inesistenti, gli stadi sono di proprietà dei comuni e difficilmente i club riescono a coprire i costi di gestione di un'intera stagione. Le cosiddette “entrate facili” provenienti da fonti come il merchandising dei prodotti, le maglie replica e il catering del giorno della partita sono tutte poco sfruttate. I tifosi e la comunità locale sono spesso le vittime di questa pratica antica e insostenibile. È necessario un cambiamento radicale, regole di qualificazione più severe per i proprietari e i direttori dei club, una riduzione dei club e una migliore governance da parte della FIGC, che purtroppo è anche inetta nella gestione del gioco in Italia. Sotto la piramide superiore, A, B e C, abbiamo il sistema di base gestito dalla LND. Migliaia di club e scuole calcio che cercano di replicare l'esempio di gestione del livello superiore e non sono altrettanto qualificati per farlo. Con questo non voglio criticare TUTTI i club (grandi e piccoli), ci sono esempi positivi anche in Italia, ma piuttosto sottolineare che la differenza di qualità dei campi tra la Serie A e la EFL League 2 è una distrazione dalle reali differenze tra l'organizzazione e la gestione del calcio italiano e di quello inglese.
🔎Trova le differenze 👉Nella foto qui riportata nella parte di sopra il campo Castellani di Empoli ( dove ieri si è giocata la 1° giornata della serie A italiana )/nella parte di sotto il campo del Notts Country (4° divisione inglese..l ' italiana LND) 📍Anche ad uno sguardo poco attento si nota come già dal terreno di gioco il Calcio italiano sia un prodotto ( perché tale è) poco attrattivo, poco vendibile.. 📌 Inutile quindi lamentarsi se i grandi investitori preferiscono il calcio estero ( nell ultimo decennio la premier league innanzitutto) 👓Il campionato italiano oramai sopravvive solo ed esclusivamente grazie ai diritti 📺 ,l ultimo contratto è stato firmato per il prossimo quadriennio ed ha garantito 900 milioni di euro a stagione , cifra leggermente inferiore a quella precedente (927 circa).. 💪Il calcio è uno spettacolo e come tale deve essere trattato, in ogni suo aspetto ⏰Continuando in questa maniera e non investendo nel prodotto ( a cominciare dal rifacimento del manto erboso e della struttura degli stadi per poi sperare di attrarre investitori pubblicitari e non) inesorabilmente il calcio italiano sarà sempre di più uno sport di serie minori #unisanraffaele #FootballUniversity #scienzedellamministrazionedellorganizzazionedelcalcio
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Forse è stato l’unico caso nella storia, dopo il Brasile campione del mondo nel 1970, di vittoria specchiata e meritata fino a sembrare dovuta. Non ricordo una sola squadra dominare un torneo come la Spagna neo-quadricampione d’Europa ha fatto con l’Europeo conclusosi ieri sera. Ha chiuso a punteggio pieno il girone preliminare vincendo poi tutte le gare a eliminazione diretta entro i 90’ regolamentari salvo una volta ai supplementari. Contemporaneamente ha espresso il miglior giocatore del torneo, il prodigioso 17enne Yamal, che ha scalzato nientemeno che Pelé dalla vetta dei più giovani a vincere con una maglia nazionale. Davvero una prestazione d’altri tempi. E cosa insegna tutto ciò a noi fallimentari italiani? Alcune cose. Prima: forse ridurre il numero di stranieri in serie A gioverebbe. Dico forse però, perché gli inglesi, meritevoli finalisti per la seconda volta di fila, sono messi esattamente come noi. Seconda: la scusa che le nazionali giocano troppo poco per rodarsi è appunto una scusa, perché la Spagna gioca tanto quanto noi. Terza: al netto della fortuna - ingrediente essenziale in ogni successo - la differenza la fanno le motivazioni. Ho come il sospetto che ai nostri campioni strapagati dai club, della nazionale importi poco. Molto di più importava ai predecessori diretti, che con Mancini vinsero l’Europeo stabilendo pure il record mondiale di risultati utili consecutivi. Cosa è cambiato in soli tre anni? Le motivazioni. Punto. Non il talento, che malgrado la vulgata dica il contrario è ottimo e abbondante. Altrimenti non saremmo stati gli unici a strappare alle furie rosse una sconfitta risicatissima per 0-1, per giunta su autogol. Proprio perché i nostri sono pochi ma buoni, ho una modesta proposta - no, non sono ironico. Parlo sul serio: chi può, Spalletti o altro, consideri di convocare uno, due, dieci, venti o quanti ne vuole di serie B. Scommettiamo che gli spuntano le ali ai piedi? Ricordiamoci: non esistono intelligenti e scemi o vincenti e perdenti. Esistono soltanto motivati e no. Non solo nel calcio.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
💥⚽️#Rodri è il vincitore del #pallonedoro 2024. Ma quanto guadagnerà dalla vittoria di questo riconoscimento? Almeno per il momento, nulla. #FranceFootball infatti non prevede alcun premio in denaro per il calciatore scelto. Gli introiti potrebbero però arrivare dall’aumento di visibilità globale, dai nuovi accordi contrattuali e dagli #sponsor. Rodri è attualmente sotto contratto con #Nike e presto potrebbe ricevere un ricco bonus vittoria👀🤑 💶🏆E il premio del club? In questo caso, dipende dal singolo accordo tra le due parti. Oltre a #CristianoRonaldo e Lionel #Messi, vincitori di 13 Palloni d’Oro in due, altri calciatori hanno fatto inserire delle clausole specifiche nei propri contratti. Tra questi Karim #Benzema che, grazie alla vittoria del premio nel 2022, ha potuto percepire un extra di 2 milioni di euro. Nonostante non lo abbia ancora mai vinto, anche Kylian #Mbappé al #PSG aveva una clausola extra di 500.000 euro. Caso particolare quello di André #Gomes, centrocampista ex #Barcellona che avrebbe potuto ottenere 20 milioni di euro 👀🤑 🤔💰 Il centrocampista del #ManchesterCity ha un valore di Mercato di 130 milioni di euro (fonte: Transfermarkt) ed è considerato uno dei migliori mediani della sua generazione. Acquistato dall’#AtleticoMadrid per la cifra monstre di 70 milioni di euro, il fuoriclasse spagnolo ha un ingaggio netto di 7,4 milioni di euro. L’accordo è in scadenza nel 2027 ma, viste le sue ultime prestazioni, non è da escludere un… 👉🏻Continua a leggere https://lnkd.in/egmckqk2 ✍🏻Pasquale Conte
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
⚽Saturday snapshot a cura di Davide Zennaro: 🎯La Juventus Football Club ha lanciato Juventus Business Club, una community esclusiva ideata per promuovere connessioni, collaborazioni e crescita tra le aziende che gravitano attorno al mondo bianconero, che offre opportunità di business, networking mirato, contenuti esclusivi ed eventi su misura. 🎯 Il #Vitesse è stato sanzionato con 21 punti di penalizzazione “per non aver rispettato diversi requisiti di licenza”, tra cui la consegna tardiva del bilancio 22/23 e 23/24 e della previsione 23/24 e 24/25. 🎯Si interrompe il sodalizio fra la Federcalcio portoghese (FPF) e #Nike che durava da ben 27 anni: dal primo gennaio il Portogallo vestirà Puma. 🎯L’amministratore delegato del Borussia Dortmund, Hans-Joachim Watzke ha proposto di indire un referendum tra i 218.000 soci del club per raccogliere opinioni sul controverso accordo di sponsorizzazione da 20 mln con il principale produttore di armi tedesco, #Rheinmetall. 🎯La Premier League ha ufficializzato le date della stagione 2025/26: il primo turno si giocherà sabato 16 agosto 2025, mentre l’ultima giornata si disputerà domenica 24 maggio 2026, con una data mai così a ridosso dall’inizio del Mondiale (11/06-19/07). 🎯 Anche l’SC Bastia, dopo il Lione, rischia a fine stagione la retrocessione amministrativa dopo un controllo della DNCG, l’organo responsabile del monitoraggio e della supervisione dei conti delle squadre di calcio francesi, dalla Ligue 2 alla National 1. 🎯 Il SSC Napoli ha chiuso il bilancio 2023/2024 con un livello di utile pari a 63 milioni, forte delle plusvalenze di 71 milioni ottenuti dalle cessioni di Lozano, Elmas e Kim. 🎯La Federazione calcistica libanese (LFA) riprenderà tutte le partite di calcio nei tornei a essa affiliati dall'inizio del prossimo anno, dopo che Israele e Hezbollah hanno annunciato il cessate il fuoco. 🎯Il produttore di birra leader di mercato AB InBev ha esteso la sua partnership quasi quarantennale con #FIFA diventando lo sponsor ufficiale per la Coppa del Mondo per Club FIFA 2025.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Highlights >> Tattica Sapete chi ha avuto il maggiore impatto sul modo di giocare a #calcio delle grandi squadre? No, non è Mourinho, non è Guardiola, non è il demone (per ora...). Sono i social e i nuovi media. Mi spiego: i quarti di finale della Champions League 23-24 hanno visto 32 gol totali, record assoluto per questa fase del torneo. Partite pazzesche, tra cui spiccano il 3-3 dell'andata tra Real Madrid C.F. e Manchester City Football Club, la doppia sfida tra Paris Saint-Germain e FC Barcelona, e una sleeper hit come il 4-2 tra Borussia Dortmund e Club Atlético de Madrid. Partite pazzesche, dicevamo, con azioni da una parte all'altra, fasi difensive ballerine (o balneari, per citare Giuseppe Pastore), e filosofia del "fare un gol in più dell'avversario". E fin qui sembra solo l'eterna lotta tra calcio offensivo e catenaccio all'italiana. Ma c'è molto di più. In settimana Alessandro Antonello, CEO corporate dell'FC Internazionale Milano, ha detto: "Ci definiamo #MediaCompany, facciamo parte del settore #entertainment. Dobbiamo cercare di conquistare il tempo libero delle persone". Nulla di più vero. Nessuno vuole spendere tempo e soldi per vedere un 1-0 sofferto, ma ogni appassionato sogna di vedere una partita come quella del Bernabeu all'andata. E allora meglio una difesa strenua e accorta, o meglio una partita con highlights infiniti e giocate spettacolari che diventano potenzialmente virali? Meglio portare a casa un pareggio o una vittoria risicata, o avere tifosi in tutto il mondo che cercano su TikTok o su Youtube i gol della tua squadra? E così vincere non è più l'unica cosa che conta – se mai lo è stata. Fino al punto che anche la stagione più fallimentare della storia del tuo club può farti diventare un fenomeno mondiale – vedi Sunderland 'til I die, una delle docu-serie sul calcio più belle degli ultimi anni.
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
-
Sono accomunate dall’enorme passione per il calcio. Sono accomunate dallo stile di gioco che mettono in campo. Sono accomunate dall’essere stati i Paesi in cui, tra club e Nazionale, si sono espressi “Palloni d’Oro” del calibro di Diego Armando Maradona e Lionel Messi. Basterebbe questo per comprendere quanto #Spagna e #Argentina siano tanto lontane geograficamente quanto vicine se si parla di “#fútbol”. Da pochi giorni un altro tassello ha avvicinato le due selezioni calcistiche: entrambe hanno guadagnato la vetta dei propri Continenti grazie ai trionfi, rispettivamente, a #EURO 2024 e in #Copa #America 2024. Nazionali che hanno visto in campo talenti cristallini, molti dei quali sono protagonisti anche sul FPeX - Football Players Exchange ®di CSA. Infatti, la #piattaforma #online permette di #negoziare 400+ #calciatori dei migliori top club europei, le cui valutazioni fluttuano a seconda delle performance in campo. Tenendo conto dell'assenza dei portieri in piattaforma, scopri la #migliore #formazione mista delle due vincitrici continentali ⬇ Qui per l'analisi integrale ➡ https://lnkd.in/d9zfy2Bw Accedi alla #borsa #dei #calciatori e gioca come un vero e proprio trader sui migliori giocatori in Europa ➡ https://lnkd.in/deaYr7D7
Per visualizzare o aggiungere un commento, accedi
31.363 follower
Chief People, Organization & Communication Officer. EMMC (European Mentoring & Coaching Council) Global Accreditation Senior Practitioner
1 meseConcordo, Fulvio Giuliani , la Dea è un esempio di eccellente evoluzione gestionale e non solo per l’aspetto sportivo ma anche per quello organizzativo. E ciò vale anche per il settore giovanile. Rispetto per la famiglia Percassi e per il socio americano, peraltro proprietario anche di una realtà simile nel mondo del basket: i Boston Celtics. 🖤💙