📊🍇 #swotAnalysis e #vino dell’Etna? Si! Durante la masterclass dedicata al vino in occasione di Contrade dell'Etna 2024, @pietro russo ha introdotto il concetto di SWOT analysis in un contesto inaspettato. La sessione si è concentrata sulle potenzialità di crescita dei vini del territorio etneo, esplorando le diverse zone e microclimi che caratterizzano l'Etna. Attraverso l'analisi #SWOT, è emerso che l'Etna ha un'enorme #opportunità per competere nella scena internazionale dei fine-wines grazie alla sua identità unica e alla qualità dei suoi vini. Le piccole produzioni potrebbero rappresentare una forza e la presenza di microclimi diversificati potrebbe essere una opportunità per creare vini distintivi e di alta qualità.
Post di Alessandro Lieto
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In questo momento di sfide climatiche, Marzia Varvaglione condivide la sua visione sull'importanza della qualità dei vini. Scopri l'articolo completo 🌿👇🏻
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⚱ L'anfora tra enologia e marketing 🍷 Tra polemiche e successi il millenario contenitore per il vino è tornato di moda. Su Il Corriere Vinicolo un focus speciale sull'#anfora e sui diversi stili di #vino che nascono dal suo utilizzo, un mini-dossier dedicato al recupero di questo antichissimo contenitore, che è però anche strumento di vinificazione. Diamo conto delle polemiche di chi la ritiene una mera “invenzione” del marketing e della convinzione di coloro invece che la utilizzano per caratterizzare in maniera originale i vini. 🎤 Spazio alle testimonianze di enologi e produttori, c’è molto interesse e curiosità per le anfore (ma non in sostituzione di acciaio, cemento e legno), mentre i distributori confermano che non è una moda passeggera per quanto l’identità di questi vini è ancora confusa. E, poi, il prezzo… 📰 Il nostro approfondimento sull'anfora con gli interventi di enologi, produttori e distributori vi aspetta nel n. 36 sul nuovo sito di Unione Italiana Vini (nei commenti il link) 👇 #corrierevinicolo #vini #unioneitalianavini #affinamento
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Da leggere: modi nuovi per guardare all’utilizzo ‘tecnico’ dell’#anfora e al #profilosensoriale dei #vini che ne derivano.
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Un uomo che guarda indietro, verso il passato, mentre si sposta in avanti verso il futuro. L’etichetta del Primitivo di Manduria riserva, 1921, dice tanto di Cosimo Varvaglione, enologo, anima dell’azienda che porta il suo cognome e –oggi- spedisce 5 milioni di bottiglie in 70 paesi del mondo. Vestire i vitigni autoctoni pugliesi, implementati con una vinificazione moderna, con la passione, l’eclettismo, la lungimiranza, ha consentito a questa cantina storica di arrivare con successo alla quarta generazione. Non a caso, la collezione privata di Cosimo Varvaglione è stata premiata con 3 bicchieri Gambero Rosso 2023 tra i migliori vini italiani e con i cinque grappoli da Bibenda 2023, la guida istituita da Franco Maria Ricci. Sempre nel 2023, un’altra icona internazionale del vino, James Suckling, ha assegnato 91 punti alla collezione privata Cosimo Varvaglione Negroamaro del Salento IGP 2019, che nel 2021 ha ottenuto 90 punti anche da Wine Spectator. Quella dei Varvaglione è una storia ultracentenaria, che passa per vitigni papali, liaison con il mondo della moda, rispetto per il territorio, amore per quel prodotto vivo, generoso e legato alla sensibilità, che è il vino. Infatti, fra le loro immense e vaste declinazioni di Primitivo, Negramaro, Malvasia, Aglianico, Falanghina e altre meraviglie, i Varvaglione hanno la Family Collection, cinque rossi e due bianchi dedicati ai membri della famiglia: non solo Cosimo, ma Tatu (soprannome di Angelo, primogenito) e Chicca, ovvero Francesca, la più piccola. A Maria Teresa, la first lady, è tributato uno Chardonnay, il Primadonna, mentre sulla personalità di Marzia è modulato il Marfi, un blend con il sapore della primavera. 🔗Per saperne di più, leggi l’articolo completo su https://lnkd.in/dUV2w6WK
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Ieri ho letto un post super interessante che spiega cosa c’è dietro a questi prodotto simbolo di eccellenza. Quello che noi chiamiamo gambero Rosso di Mazara è in realtà un normalissimo gambero rosso del Mediterraneo. Sicuramente un prodotto eccellente ma, esattamente come il pistacchio di Bronte, ha giovato non poco del marketing. Il "Rosso di Mazara" è infatti un marchio registrato dalla famiglia Giacalone, che da quasi un secolo opera nel settore della pesca di crostacei proprio a Trapani. Lo sapevi? Scommetto di no. È stata proprio questa famiglia che nel 2013 ha proposto agli imprenditori locali di unirsi in in consorzio di tutela, senza ricevere alcuna risposta. Oggi tutti godono di questa prelibatezza senza realmente sapere che si tratta di un gambero comune e trovo estremamente interessante riflettere su quanto siamo facilmente influenzabili. Ci hai fatto caso che basta dare a un prodotto una denominazione tipica locale per accrescerne vertiginosamente la percezione di qualità? Esattamente come adoperare sigle e acronimi come DOP o DOC. Mazara è un luogo poco conosciuto, su un’isola e distante ed è considerato quindi un presidio di cultura culinaria, inoltre evoca l’Italianità. Forse averlo chiamato “gambero di Sicilia” probabilmente avrebbe avuto meno appeal. Provate a farci caso nei menu o al supermercato: noterete che spesso la formula è simile, ossia dare a dei prodotti nomi come questo per accrescere la percezione di qualità e valore del prodotto. Un buon prodotto rimane un buon prodotto, ma con il marketing può diventare il più buono in assoluto. Così è. Che ne pensi?💬 —— 📌 Se hai trovato interessante questo post seguimi per altri contenuti di marketing, curiosità e business 👉🏻 Lorenzo Ferrari Se cerchi un’agenzia di marketing e comunicazione, eccola: www.smarTalks.it
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La nostra inchiesta esclusiva sui trend e le sfide commerciali dei prodotti pregiati, attraverso le voci dei principali produttori italiani ad OperaWine (2a puntata) L’articolo di Camilla Rocca su #Vendemmie
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🥊 Dai contrasti può nascere qualcosa di innovativo, basta mantenere la voglia di imparare 🎤 Nelle interviste a Vittoria Rocca e Nicola Guidi emerge con forza lo sguardo internazionale e la voglia di mettersi in gioco dei nuovi protagonisti del vino italiano. Prosegue così il nostro approfondimento dedicato alle nuove generazioni, e alle istanze innovative che queste inseriscono nel dibattito interno al settore, grazie alla collaborazione con AGIVI (Associazione Giovani Imprenditori Vinicoli Italiani) 📰 Sulle pagine del numero 2 de Il Corriere Vinicolo trovate la doppia intervista ai soci #Agivi e tanto altro, nei commenti il link per il nostro spazio online 👇 #corrierevinicolo #vino #unioneitalianavini #giovani #innovazione
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