Post di Carla Icardi

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Project and Client Director food division presso MNcomm - Direttore Accademia Gualtiero Marchesi

Di talent e uvetta sultanina Doveva essere l’operazione della stagione. Doveva e forse non sarà (ma aspettiamo i dati di vendita per tirare le somme). Parlo, ovviamente, della liaison tra #Motta e Bruno Barbieri osannata da più parti come eccellente e annunciata come foriera di impennate nelle vendite e upgrade di percepito del brand. Tralasciando la bocciatura del prodotto da parte della critica (Gambero Rosso non dà la sufficienza, Altroconsumo gli riserva un poco onorevole sesto posto in classifica) #pandori e #panettoni firmati dal Bruno nazionale non decollano soprattutto se rapportati alla gigantesca operazione di #marketing messa atto. Sicuramente la causa principale è il #prezzo che è triplicato rispetto al 2023 ed è quattro volte superiore alla media (15 euro al chilo contro 6): per una fascia di mercato come quella in cui si colloca Motta, affollatissima e super competitiva, è sicuramente un problema. C’è poi la questione della scelta del #testimonial. E qui vale la pena fare una riflessione. Se proprio un testimonial andava preso Barbieri era quello giusto per raggiungere gli obiettivi di vendita e di posizionamento desiderati? La radice del problema sta nel far confusione (qui a qualche blasonato direttore marketing le orecchie andrebbero tirate) tra popolarità di un #personaggio e sua #convertibilità, ovvero quell’indice che misura quanto il singolo #talent influenzi realmente le scelte di acquisto. Ci sono personaggi popolarissimi che convergono poco come può avvenire il contrario. Bruno Barbieri è popolarissimo ma non particolarmente identitario: in #Masterchef è gregario rispetto, ad esempio, a Cannavacciuolo e in Quattro Hotel, che è la filiazione di Quattro ristoranti alla cui ombra continua a vivere, ha un ruolo passivo rispetto alla dinamica del format. I personaggi televisivi, come è appunto Barbieri, entrano nelle case delle persone ma quanto diventano #aspirazionali è tutt’altra faccenda. A questo si aggiunge quanto uno #chef come Barbieri sia credibile in tema di dolci natalizi, personalmente credo pochissimo e comunque non a sufficienza per giustificare quell’aumento di prezzo ancora di più su un brand come Motta che dal 1919 è sinonimo di panettone (basta ricordare che Angelo Motta fu il primo a produrre in modo moderno il lievitato di #Natale per eccellenza). C’è dunque stata un sostanziale sottovalutazione delle caratteristiche del talent, prediligendo una più semplicistica valutazione #popolarità=grip sul mercato. Insomma non basta essere famosi, i talent non sono tutti uguali (anche a parità di notorietà) e non sono intercambiabili tra loro come i calzini. Se non è bocciatura è sicuramente un rimando, per lo meno a Pasqua. Sperando che con le colombe vada meglio.

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Anty Pansera

Storico e critico dell'arte e del design

1 mese

ottima analisi, grazie!!

Quando dico che sei una fuoriclasse!

My 2 cents (anzi facciamo anche solo 1). Se scegli un panettone 'griffato', deve essere griffato da un personaggio veramente aspirazionale (la cui aspriazionalità può essere condivisa o meno), come ad esempio la Ferragni (a suo tempo ovviamente) e soprattutto secondo me provenire da un mondo diverso dalla cucina. Perchè il panettone o lo 'firma' realmente lo chef/maestro pasticcere (vedi Massari, Galla, Knamm, ecc.), altrimenti far passare un prodotto frutto di processi comunque industriali di massa come qualcosa di artigianale e ricercato rischia di stridere. E io per pagare un panettone Motta 3 volte il suo prezzo, spendo qualcosa in più e me lo compro veramente artigianale. Oppure mi compro il classico da GDO e buon Natale a tutti!

Antonio Romeo

Export Manager at Perlino Spa

1 mese

Trovandomi d’accordo su quasi tutto, aggiungerei due cose a quello che secondo me è un flop annunciato come ho già scritto in modo diretto al Direttore Creativo della società che ha creato questo progetto di cui si pavoneggia a sproposito: il packaging spacciato per innovativo è identico a quello di Streglio (colpa terribile) e Barbieri, tutt’altro che passivo in 4 Hotel, sta sull’anima a moltissimi ed è stato giudicato troppo vanesio ed accentratore rispetto alla dinamica del format, dunque certamente non positivo. Mi dispiace tanto per la storicità ed il valore di questi due marchi, tra i tanti purtroppo ad essere gestiti da manager non all’altezza.

Eric Schlesinger

Senior Business Advisor - Active Angel Investor

4 settimane

Io partirei dalla qualità del prodotto: ingredienti abbastanza comuni e caratteristiche gustativo palatali lontane da quelle offerte dai panettoni dei pasticcieri artigianali. Non si giustifica quindi il prezzo richiesto. Credo che un blind taste test potesse dimostrare che il prodotto era poco riconoscibile come superiore al gusto rispetto ad altri competitors. Nessun testimonial su queste basi avrebbe potuto giustificare un prezzo molto piu alto della media di mercato con una qualità abbastanza allineata.

Stefano De Riso

Agente di Commercio | Specialista in Ingredienti per Dolci e Gelati | Esperto in Packaging e Soluzioni Personalizzate

1 mese

Carla anche io la penso come te ed aggiungo che avrebbero dovuto puntare di più sul rafforzamento del brand Motta, che ha avuto un ruolo storico nel rendere il panettone un prodotto popolare, accessibile e capace di superare i confini nazionali. Il legame con Bruno Barbieri, pur interessante, sembra aver distolto l’attenzione da quello che è il vero patrimonio della marca: la sua storia e il suo valore simbolico nel Natale italiano. Motta è stata artefice di una rivoluzione nel mondo dei dolci natalizi, portandoli dalle pasticcerie artigianali alle tavole di tutti. Più che un testimonial, forse serviva raccontare meglio questa unicità e riaffermare la sua identità come riferimento nel mercato, soprattutto in un contesto di grande competizione sui prezzi e sulla percezione di qualità.

Antonio Giannella

Owner presso IFC s.r.l.

2 settimane

Non ho ancora visto i dati di sell out dell’ultima settimana (Circana ce li rilascia fra qualche giorno) quindi aspettiamo ancora a parlare di flop. Indubbiamente, al di là della scelta di Barbieri che reputo troppo legato al mondo del salato e non a quello della pasticceria, il fatto che mi ha lasciato più perplesso è stato il proporre ad € 14,90 un panettone in GD (niente di scandaloso, lo facciamo anche noi di Galup), che però era posizionato ad € 4,90 lo scorso anno… Il consumatore si confonde secondo me

Alessandro Picelli

Design | Communication | Marketing

1 mese

L’unica cosa che assicura un testimonial è la memorabilità. Il resto come analizzato più che egregiamente, o è calzante(strategia, posizionamento, prezzo, etc. incluso il testimonial Bruno barbieri che non è un pasticciere..cosa fa ?il garante??)o rischia di essere un boomerang …sopratutto nelle vendite..e ti rimane solo da dire ..ah l’hai visto lo spot di Motta quello con Bruno Barbieri? Ah si…mah?! 😂Comunque io non L ho ancora assaggiato..almeno spero sia sufficientemente buono (vista la promessa) ..oltre che caro…auguri!

Antonio Galli

Consulente, Formatore e Business Trainer

3 settimane

La scelta del Testimonial è sempre una scelta difficile e complessa... La storia recente insegna anche come abbinare prodotti e brand a personaggi televisivi ed influencer comporti rischi ed effetti non prevedibili o controllabili dalle aziende (come il caso Ferragni)... Il tentativo di Motta di contrastare la crescita del panettone tradizionale è interessante a prescindere la scelta del Testimonial (sul quale spero siano state fatte tutte le analisi del caso)... la domanda però che vorrei fare è: Motta è credibile come produttore di Panettoni Gourmet e Speciali di prezzo elevato, quando da anni combatte con altri produttori una battaglia di prezzo e promozioni?

ROBERTA CORTIANA

Assistente commerciale presso Multimage srl

1 mese

In qs giorni ho fatto una riflessione sull'argomento: - panettone e pandoro nascono come dolci della tradizione, un prezzo più alto poteva essere giustificato parlando di prodotti artigianali (ma veramente artigianali!), nella GDO ormai ci sono corsie intere per entrambi e la variabile prezzo ha il suo peso - credo che i consumatori abbiano ancora nelle orecchie l'eco della vicenda di un certo pandoro griffato e, anche se i testimonial in questione, il loro seguito e il contesto sono molto diversi tra loro, forse gli italiani hanno preferito prodotti più "neutrali" È comunque la prima volta che un brand fa una scelta di questo tipo: dobbiamo aspettare il prossimo Natale per capire se ripeterà o meno l'esperienza.

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