Post di Roberta Marchi

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Essere umano | Inclusive language designer | Verbal e content design. Curo il linguaggio di brand per rendere ogni comunicazione chiara, inclusiva e identitaria.

🔺🔻Zero alcol, zero zuccheri e zero calorie. Vino, cocktail e super alcoolici, sono stati il simbolo dell’emancipazione dalla fanciullezza, quella forma di trasgressione resa accessibile dall’immaginario hollywoodiano, dove le star del firmamento cinematografico attraversavano storie di dolore e rinascita con un tumbler in mano. A quindici anni passare dalla Coca Cola al whisky non era sempre facile e il conto dei sapori poteva non tornare, ma stare al gioco era tutto, darsi un tono e dimostrare di aver scollinato l’adolescenza indenni, avrebbe fatto di noi delle persone speciali, ubriache, forse, ma autorevoli. L’alcol, dunque, segnava l’inizio di una nuova fase della vita, con tutta la sua pericolosità; la pubblicità, scaricata da ogni responsabilità, non si è mai tirata indietro dall’offrire scenari sempre più sofisticati, in grado di attivare tutto il simbolismo presente in quell’immaginario hollywoodiano fallace, che oggi sembra aver perso tutto il suo appeal. 🔴13 miliardi di dollari è il valore dell’attuale mercato delle bevande analcoliche, fatto di vini, birra e super alcolici a zero alcol, zuccheri e calorie, ancora utili a darsi un tono per nuove generazioni non più disponibili a farsi del male. I consumi possono essere politici? Impegnate in prima linea per la catastrofe climatica e per la pace, in un momento dove potrebbe esplodere un conflitto mondiale, le nuove generazioni vogliono rimanere sobrie; hanno voci chiare e prese di posizione inequivocabili, rintracciabili nel loro carrello della spesa e nella scelta degli accessori per il divertimento. E se non farei mai a cambio con le loro classifiche musicali (e con il loro futuro) scambierei volentieri la loro consapevolezza con un po’ di quella sana ingenuità con cui facevamo figuracce e che loro non si possono permettere. Raccontare queste persone così giovani e politiche, determinate e sofferenti al tempo stesso nel loro futuro incerto, potrebbe essere un’esperienza entusiasmante per i brand. https://lnkd.in/dt9f8nfb #storytelling #genz #comunicazione — Con #linguaggiumani lavoro sul linguaggio dei brand per renderlo chiaro, inclusivo, identitario e difficile da dimenticare.

Bevande no-alcol, è boom in tutto il mondo 

Bevande no-alcol, è boom in tutto il mondo 

quotidiano.net

Vediamo quanti coloranti, edulcoranti, aromi naturali e derivati dalle anfetamine ci mettono. Questo è una ulteriore prova dell'ignoranza dei consumatori in generale

Maurizio Passerini

Vendo, insegno a vendere, e coordino venditori b2b e b2c ➡️ Efficienza Energetica: impianti fotovoltaici e termici per aziende, PA, CER, condomini e privati.

4 mesi

Una pacifica coesistenza, invece no? Nel senso che trovare contrapposizioni in tutto mi disturba un po'. Trovo che la questione principale stia nella moderazione (buon senso) e nella ricerca della qualità rispetto alla quantità. Quindi giusto proporre prodotti senza zuccheri e alcol, per chi li vuole, ma lasciamo il vino "normale" e i distillati a chi li ama senza per questo dover creare uno stigma sociale. E francamente non so neppure se i giovani citati abbiano una maggiore consapevolezza, o se questa in realtà non sia invece un differente abitudine di consumo spinta dal marketing di nuovi prodotti.

Emina Ristovic

Correttrice di Bozze | Storyteller | Traduttrice | Coordinatrice dei corsi di italiano per diplomatici | Cittadina del mondo

4 mesi

Con l'età si diventa più consapevoli della salute e dei rischi che portano alcuni cibi e/o alcolici. Non è che queste nuove generazioni, a dispetto di quanto si dice di loro, siano più responsabili oppure è una nuova moda?

Elisa Minozzi

💼 Consulente di Carriera | 🪄🧠💭Counselor | 🧭Orientatrice Professionale | 💪 Allenatrice di Soft Skills | 🌊 🐚Appassionata del Mare | ❀˖° Adoro le storie, Raccontami la Tua

4 mesi

Le aziende che sapranno comprendere e valorizzare i valori delle nuove generazioni saranno quelle che avranno successo nel lungo termine, Roberta Marchi e sì, mi trovi in linea con il tuo post e anche con un commento tra quelli che ho letto scrollando in giù Se si smettesse di rincorrere queste generazioni, preoccupandosi veramente di chiedere loro cosa vogliono o di cosa hanno bisogno, forse si aprirebbe al dialogo intergenerazionale e impareremmo tutto. Che ne pensi?

Isabella Guerci

Business English Coach & Corporate Communications Consultant | Currently on a Mission to Empower Global Players | MA (Hons), TEFL

4 mesi

Anch'io osservo maggiore consapevolezza nei confronti di salute e benessere (un po' meno nei confronti della buona musica 😉)

mario amitrano

Corporate Sales Manager Italy presso Air Italy.

4 mesi

Il vino continuo ad immaginarlo come un linguaggio naturale da guardare , annusare , assaporare , ascoltare quando accompagna i pensieri ed a volte ne scopre l ironia e l allegria sopita. Ma certamene lei Roberta é attenta alla bellezza ed a come si manifesta , per quello che ho avuto modo di cogliere. D altronde chi ammira i giovani ne da un esempio.

Alessia Vannini

📚🖋Un testo nel cassetto prende la muffa. Trasformiamolo insieme in un libro pronto per la pubblicazione con il Metodo dal manoscritto al libro.

4 mesi

Ho letto da più parti questa notizia. Mi sembra un'ottima cosa che, spero, sia il sintomo di una speranza dura a morire. Daje, Roberta Marchi, che forse saranno adulti migliori di noi.

Danilo Spanu

Founder e brand designer Banana Splint ➤ Progetto il tuo brand dalla D alla S (sì, faccio loghi 😉) ➤ Mi occupo di brand e personal brand e parlo di come farlo su LinkedIn ➤ <2K contatti, ma conto di scendere

4 mesi

E qui, taggherei il buon 🍻 Simone Bertin che di no-alcool ne sa qualcosa :)

Sergio Chiapperini

Consulente e specialista senior di formazione, Formatore Senior & Coach

4 mesi

Non so se i consumi possono essere politici, di certo sono lo specchio di una società. Fare politica con i consumi (vado fuori tema) significa iniziare un percorso di consumo critico che esula dall'offerta e si concentra sulla domanda. Sicuramente i brand potrebbero approfittare di determinati trend, ma al mio occhio storto sembra che i trend siano già stati ampiamente creati dai brand stessi. Ogni tanto però il consumatore, che segue il trend, dimentica che in tutto quel "senza" c'è un food processing che distrugge le qualità del cibo, creando una ulteriore forma di dipendenza da qualcosa spacciato per sano che sano non è. E le scelte che fanno questi giovani non mi sembrano così consapevoli se guardo i loro carrelli della spesa. Qualcuno si è mai chiesto come si fa a togliere lo zucchero dalla frutta o il grasso dallo yogurt? Che succede a quel cibo o bevanda quando viene "delattosato"? Sono sempre fuori tema, ma adesso arrivo al punto. Il punto è che credo sia vero fino a un certo punto che quei consumatori "no-alcool" siano un'opportunità per i brand: credo invece siano "follower" fedeli di un trend già in atto. Mia nonna non avrebbe mai comprato un salame senza lattosio. Tutt'al più me ne avrebbe data una fetta in meno.

Così funziona questo mondo. Appena ricevuta newsletter che dice, proprio sui soft drink: " i marchi devono distinguersi non solo per le loro “proposte gustative” ma anche attraverso una personalità distintiva che risuoni con il loro pubblico. Una brand personality ben definita è cruciale per creare un legame emotivo con i consumatori, influenzando non solo la percezione del prodotto ma anche la decisione d’acquisto."

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