La Bomba bancaria: #MPS Lancia un'OPS Totalitaria su #Mediobanca e sconvolge il sistema" Monte dei Paschi di Siena ha annunciato il lancio di un’offerta pubblica di scambio (OPS) totalitaria su Mediobanca, valutando la storica Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro. L’istituto senese propone uno scambio di 23 azioni MPS per ogni 10 azioni Mediobanca, con un premio del 5,03% rispetto al prezzo di chiusura di ieri. La notizia, emersa durante la notte come un'indiscrezione, conferma un’accelerazione nel processo di consolidamento del sistema bancario italiano. L’annuncio di MPS si inserisce in un quadro complesso, caratterizzato da manovre strategiche e rivalità tra i principali attori del settore finanziario italiano. Mediobanca, che già vede azionisti rilevanti come Delfin (19,81%) e il gruppo Caltagirone (9,98%), potrebbe opporsi a questa mossa, secondo quanto riportato da #Bloomberg. L’operazione di MPS potrebbe infatti aprire nuovi scenari, intensificando lo scontro tra i grandi gruppi di potere. Nel frattempo, l’attenzione resta alta anche sugli sviluppi paralleli: Banco BPM ha lanciato un’OPA su Anima Holding, di cui detiene il 5% e che possiede a sua volta il 4% di MPS, mentre Unicredit sta puntando sia su Banco BPM sia sulla tedesca Commerzbank. Questo intricato sistema di partecipazioni incrociate dimostra quanto il settore bancario sia ormai intrecciato in un fitto nodo di interessi finanziari e politici. #MPS e #Mediobanca: le conseguenze sul mercato La giornata di oggi potrebbe rivelarsi esplosiva sui mercati finanziari. Ieri, MPS ha chiuso a 6,974 euro (+1,31%) e Mediobanca a 15,29 euro (+1,43%). Se il mercato crederà alle prospettive delineate dall’OPS, le contrattazioni potrebbero essere caratterizzate da un’elevata volatilità, con un impatto significativo sulle quotazioni di entrambe le società. Questa operazione non è solo una questione di numeri. Dietro l’OPS di MPS si cela un confronto politico-finanziario che coinvolge non solo l’Italia ma anche altri paesi europei. In particolare, la #Germania potrebbe osservare con attenzione, dato il crescente interesse di Unicredit per Commerzbank, che riflette un’espansione oltre i confini nazionali. Le tensioni tra Mediobanca, Delfin e Caltagirone, unite alla centralità di Generali – di cui Mediobanca detiene il 13,1%, Delfin il 9,93% e Caltagirone circa il 7% – completano il quadro di un settore in cui il potere si concentra in pochi, ma strategici, nodi. L’annuncio di MPS segna un nuovo capitolo nel consolidamento bancario italiano, ma lascia molti interrogativi aperti. Mediobanca accetterà l’offerta o cercherà alternative? E come reagiranno gli altri attori, come Unicredit e Banco BPM, già impegnati in manovre espansive? In attesa di risposte, il sistema bancario italiano resta in fermento, con uno scenario di crescente volatilità che potrebbe definire il futuro del mercato finanziario europeo.
Post di Roberto Necci
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Mps Mediobanca, qualche numero. Il settore bancario italiano aspetta da tempo una svolta, dopo il terremoto innescato dalle mire di Unicredit su Banco Bpm. La mossa forse decisiva, a sorpresa, arriva da Siena, con Mps che si muove su Mediobanca. Sull'Ops lanciata da Siena vale la pena ricordare qualche numero. Il Tesoro ha l’11,7% di Mps dopo la cessione del 15% del capitale delle scorso novembre, e il Governo ha sempre spinto per la nascita di un terzo polo con protagonista proprio Mps, anche se prima della mossa di Orcel era stato riportato che il partner sarebbe stato Banco Bpm. Tra gli azionisti ci sono anche Francesco Gaetano Caltagirone (5%), la Delfin dei Del Vecchio (9,78%), Banco Bpm (5%) e Anima (4%). A sua volta, Mediobanca possiede il 13% di Generali, e Delfin e Caltagirone sono anche in Mediobanca (rispettivamente on il 19,8 e il 7,8%) e la stessa Generali (Delfin ha il 9,93%, Caltagirone ha il 6,92%). La mossa di Mps può scatenare un terremoto, mentre si gioca anche la partita tra Generali e Natixis.
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𝐌𝐩𝐬-𝐌𝐞𝐝𝐢𝐨𝐛𝐚𝐧𝐜𝐚, 𝐮𝐧𝐚 𝐫𝐢𝐯𝐨𝐥𝐮𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞: 𝐞̀ 𝐥𝐚 𝐬𝐟𝐢𝐝𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐩𝐨𝐭𝐫𝐞𝐛𝐛𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐜𝐫𝐢𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐟𝐢𝐧𝐚𝐧𝐳𝐚 𝐢𝐭𝐚𝐥𝐢𝐚𝐧𝐚 La prospettiva di un’Offerta Pubblica di Scambio (Ops) da parte di Banca Monte dei Paschi di Siena (Mps) su Mediobanca apre scenari che potrebbero ridefinire la geopolitica del sistema bancario italiano. La creazione di un terzo polo bancario, auspicato dal governo italiano, potrebbe rafforzare la struttura del sistema finanziario nazionale e riorganizzare gli equilibri tra gli attori principali. Tuttavia, l’operazione, accolta con entusiasmo dal consiglio di amministrazione di Mps, viene considerata ostile da Mediobanca, una tensione che aggiunge complessità a uno scenario già intricato. Leggi l’editoriale di Giuseppe Castellini 👉🏼 https://lnkd.in/dKn-mZCH #ItaliaInforma #BancaMonteDeiPaschiDiSiena #MPS #Mediobanca
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Le opa ostili di UniCredit e Banca Monte dei Paschi di Siena su Banco BPM e Mediobanca sono un fatto senza precedenti nel sistema finanziario italiano. Perché assistiamo ad un processo di aggregazione nel mercato di questa portata? 1. le banche Europee sono piccole e non sono in grado di competere con le maggiori banche a livello mondiale(J.P. Morgan capitalizza più delle prime dieci banche Europee). 2. l'innovazione tecnologica porta a forti economie di scala. 3. le banche devono ampliare la loro offerta di servizi. Le banche cercano inoltre di recuperare margini di redditività visto che alcuni segmenti di mercato non sono più una riserva di caccia. A rimetterci sarà la concorrenza che va tutelata senza ostacolare il processo.
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Terremoto finanziario in Italia. #MPS lancia un'offerta di scambio con le azioni #Mediobanca. L'obiettivo consiste nel creare il famoso terzo polo bancario dopo che è sfumata l'integrazione con Banco BPM. Le ripercussioni saranno notevoli. Mediobanca controlla #Generali, dal 2016 gestita dal francese Philippe Donnet e che qualche giorno fa ha stretto un accordo con la francese #Natixis per creare una joint venture finalizzata alla gestione congiunta e paritetica del risparmio. L'operazione non piace al governo, perché teme che centinaia di miliardi di risparmi italiani vadano a finire all'estero, penalizzando il già fragile sistema industriale italiano. Ricordatevi che il Tesoro possiede ancora l'11,7% di MPS, per cui si deve ad esso e ai due nuovi soci Francesco Gaetano #Caltagirone e famiglia #DelVecchio il lancio dell'offerta su Mediobanca. Caltagirone e Del Vecchio sono anche soci in Mediobanca (27,57% complessivo) e Generali (16,85% complessivo), ma in entrambe le società stanno all'opposizione e non vogliono l'accordo con Natixis. Se l'offerta di MPS andrà in porto, si ritroveranno alla guida di Mediobanca e Generali, spodestando Donnet e stracciando l'accordo con i francesi.
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MEGLIO SOLA? ( che male accompagnata). Mediobanca non ha bisogo di nessuna aggregazione? Né pensa di diventare essa stessa polo aggregante in un’Europa dei grandi gruppi bancari e finanziari ( come con Mario Draghi molti prevedono)? O il suo management pensa di essere blindato? Prima o poi rischia però di diventare preda di qualche gruppo bancario europeo. E allora: fine della trasmissione e anche per i vari Nagel.ps Mediobanca é sicura di avere la forza e un modello di business che può crescere in autonomia con successo? Questa è la domanda. #Banche #Mediobanca #MPS
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Terremoto nella #finanza: (#Mps)Monte dei Paschi di Siena annuncia un’operazione per l’#acquisizione di #Mediobanca, con una mossa che preluderebbe a un vero e proprio terremoto nelle dinamiche della finanza italiana spostando gli equilibri del controllo delle #Generali. Ecco tutti i dettagli https://lnkd.in/dq6VtZGY
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Nuovo colpo di scena nella partita del risiko bancario italiano. MPS ha annunciato il lancio di un’offerta pubblica di scambio totalitaria su Mediobanca. Lo si legge in una nota dell’istituto senese, in cui spiega che l’operazione valuta Piazzetta Cuccia 13,3 miliardi di euro e offre un premio del 5,03% sul prezzo di chiusura di Borsa di ieri. Mps offre 23 azioni per ogni 10 azioni Mediobanca portate in adesione. Iscriviti alla Newsletter per rimanere sempre aggiornato sul mondo dei mercati, dell'economia e della consulenza finanziaria. Iscriviti Compilando il presente form acconsento a ricevere le informazioni relative ai servizi di cui alla presente pagina ai sensi dell'informativa sulla privacy.
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Sono le 18.03 di mercoledì 16 novembre quando una nota del Ministero dell'Economia e delle Finanze dà il via alle danze che tutti attendevano da tempo, archiviando per Banca Monte dei Paschi di Siena oltre quindici anni di errori, ricapitalizzazioni e salvataggi di Stato, costati all’Italia più di 30 miliardi. È il segnale che il Tesoro ha messo in vendita la terza tranche di azioni della sua partecipazione, scesa, dopo altri due collocamenti, dal 64,2% dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi del 2022 al 26%. A comprare nell’ambito di un collocamento accelerato sono stati Banco BPM, che si è portato a casa il 5%; l’asset manager ANIMA Holding, un altro 3%; la finanziaria dei Del Vecchio, Delfin, e Francesco Gaetano Caltagirone, entrambi il 3,5%. Può davvero nascere la terza banca italiana? Non prima di un anno, si sbilancia più d’una fonte di mercato. Ma tra un anno o poco più, nell’aprile ‘26, scadranno i mandati dei ceo di Bpm, Anima e dello stesso Mps. Certo è che a qualche nuovo socio l’idea di un patto parasociale non dispiacerebbe. Con le nozze tra Mps e Banco Bpm-Anima nascerebbe un soggetto da quasi 20 miliardi di market cap, con 500 miliardi di attivi, dietro UniCredit e Intesa Sanpaolo. Per Barclays un accordo dovrebbe essere realizzato parte contanti e parte carta per mantenere il Cet1 di Piazza Meda al di sopra del 13%. Il Roi sarebbe convincente e si tratterebbe di un’operazione accrescitiva. I dipendenti diventerebbero 36.498, anche se c’è da registrate che al momento il Banco non ha ancora chiuso il contratto con i sindacati; gli sportelli incrementerebbero a 2.789 di cui 114 da vendere, sempre secondo Barclays, in ragione di sovrapposizioni in Veneto e Toscana. Tra le questioni più urgenti, ci sarebbe da gestire il riacquisto del 50% della joint venture Mps-AXA sul Vita, in scadenza nel 2027. Lovaglio sta negoziando e va ricordato che Massimo Tononi, presidente Banco Bpm, è in ottimi rapporti con il gruppo di Thomas Buberl. Banco Bpm, a differenza di Mps, ha tutte le fabbriche prodotto: l’investment banking (Banca Akros), la monetica (Numia S.p.A.), il risparmio (Anima), le polizze (Banco BPM Vita spa). Ci sarebbe da lavorare sulle sovrapposizioni eventualmente tra operations, strutture centrali e It, con queste ultime di Mps che potrebbero essere esternalizzate ad Accenture come in passato. Sarebbe lo stesso copione di Intesa-Sanpaolo Imi e anche lì si aggiustò tutto, localismi compresi. Castagna ha ancora impressa la lunghissima trafila burocratica in Bce per perfezionare l’aggregazione Banco Popolare-Bpm. Intanto si è protetto ed è tornato sulla scena. E non è detto che non maturi al contempo il vecchio sogno di prendersi anche la Banca di Asti. In tasca ha già il 9,99%, le sovrapposizioni con Alessandria e Novara non ci sono. #finanza #credito #banche #siena #milano #roma #risiko
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Banche: Berti (Uni Urbino), ottima risposta Mediobanca, Ops Mps avanti se alza posta Venezia, 29 gen.-“Quella di Mediobanca" contro il tentativo di scalata di Mps "è un'ottima difesa, in cui si nega punto per punto la valenza industriale dell'operazione". Lo dice a LaPresse Alessandro Berti, professore associato di tecnica bancaria e finanza aziendale presso la Scuola di Economia dell'Università degli studi di Urbino Carlo Bo, interpellato sull'Ops di Monte dei Paschi di Siena su Mediobanca, che ieri ha respinto l'offerta di Rocca Salimbeni come ostile. La risposta nel comunicato di Piazzetta Cuccia di ieri, dopo la riunione del cda riunitosi per valutare l'ops "è stata molto dura", evidenziando anche "tutti i problemi che Mps ha coi contenziosi e i rischi legali- commenta Berti-. E' stata sottolineata la questione delle attività fiscali oltre alle perdite riportate". "E stiamo parlando del tasse che una banca dedurrà in futuro se comincia a guadagnare dopo che in passato ha perso", prosegue Berti.Poi c'è il capitolo delle partecipazioni di Mediobanca.Proprio oggi Finprog, la holding della famiglia Doris, che fa parte del patto di consultazione tradizionalmente vicino al vertice di Piazzetta Cuccia, ha tenuto a precisare che l'arrotondamento della loro partecipazione all'interno di Mediobanca (dallo 0,73% allo 0,96%), di cui è stata data notizia nelle scorse ore, è conseguente a una serie di operazioni di acquisto tutte avvenute nel 2024, prima dell'offerta pubblica di scambio di Mps su Piazzetta Cuccia."In questa vicenda del tentativo di scalata di Montepaschi nei confronti di Mediobanca- dice Berti-bisognerà vedere fino a quando la banca di Siena se la sentirà di portare avanti l'operazione. E non bisogna naturalmente dimenticare in questo tipo di dossier il ruolo della Bve e delle istituzioni di vigilanza". Essendo l'operazione Mps su Mediobanca di rilevanza sistemica, la Banca Centrale Europea (Bce) avrà una funzione centrale nel valutarne gli aspetti regolamentari e di capitalizzazione. Il target minimo del 66,7% fissato per l'Ops corrisponde alla soglia che potrebbe essere richiesta dall'Eurotower per autorizzare l'acquisizione. Un tema legato alla questione delle banche di sistema e della capacità dei loro assetti di garantire da rischi di ingovernabilità. A questo punto "anche se Mps volesse tirare dritto - cont Berti - non dico per arrivare al 66,7%, che mi pare improbabile, ma al 50% più uno, deve mostrarsi disponibile ad 'alzare la posta' e a pagare in più, seppur in carta". Per Berti un altro possibile scenario sarebbe "il ritirarsi dall'operazione da parte di chi ha lanciato l'Offerta cioè Mps, ma - conclude lo studioso -questo significherebbe avere scritto un capitolo della storia della finanza italiana non così glorioso".
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Il risiko bancario continua ed anche con sorprese Nel 2017 salvata dallo Stato. Fino al 2024 definita target per vai operatori, anche per consentire l'uscita dell'azionista di riferimento. Ora potenziale acquirente di Mediobanca. Questa è la storia recente di Mps; magicamente risorta dalle ceneri grazie (forse) soprattutto al miracolo dei tassi alti voluto dalla BCE più che della gestione statale. Nelle logiche del libero mercato, tutte le operazioni di M&A vanno rispettate. È compito dello Stato giudicare se in esse risiedono rischi per il mercato e per l'interesse dei cittadini. Di recente abbiamo scomodato il "golden power" per l'OPA di UniCredit su BPM. Ora lo Stato decide di non limitarsi a salvare una banca, ma si pone l'obiettivo di acquisirne un'altra, divenendo attore principale del risiko. Da una parte tenta di creare il terzo Polo bancario italiano con l'OPA Mps su Mediobanca; nel contempo pone fine alle ambizioni di BancoBPM di essere attrice dell'acquisizione di Mps, rendendola più debole verso Unicredit, che ha un'OPA ostile in corso. Se lo Stato acquisisce Mediobanca tramite mps, sarà lo stesso Stato a valutare se l'operazione è potenzialmente dannosa dell'interesse nazionale?!?! È pur vero che ci sono soci privati in comune tra Mediobanca e Mps, ma quando tra i soci vi è lo Stato, i privati passano in secondo piano. Vedremo..... Zeta Consulting Zeta Finance&Administration #opa Mediobanca Banca Monte dei Paschi di Siena
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