“ LOHENGRIN” guidato dal CIGNO: sublime espressività lirica medievale !
“ LOHENGRIN” guidato dal CIGNO: sublime espressività lirica medievale !
Credo convenga, di tanto in tanto, porre l’accento sulla sublime liricità del Medioevo, per rendere giustizia a un epoca storica, appunto il Medioevo, per molti secoli travisata, falsata, denigrata con tristi forme predicative, come: oscurare, ottenebrare, abbuiare, e quant’altro indicasse assenza di luce poetica e civile.
A riscattare il Medioevo da un giudizio così letterariamente disonesto, nella nostra amata Italia, basterebbe ricordarsi, leggendone con cura le meravigliose opere, i seguenti lirici del Duecento: Jacopo da Lentini, Pier della Vigna, Rinaldo d’Aquino, Guittone d’Arezzo, Guido Guinizelli e Cino da Pistoia e molti altri Lirici che spianarono la strada ai grandi poeti trecentisti. Per citare inoltre, alzandoci in piedi ed inchinandoci riverenti, Colui che si eresse a cavallo dei due secoli, duecento e trecento, e continuò l’opera divinatoria di Omero: Dante Alighieri !
Ma io, oggi, seguendo il criterio di Richard Wagner, mi concentro su un autore al di fuori dei nostri patrii confini, argomentando attorno al prezioso poemetto, “LOHENGRIN”, estratto dal poema epico “Parsifal” di Wolfram von Eschenbach (1170-1220), cavaliere medievale alla corte di Turingia, considerato il più grande poeta tedesco del Medioevo. Richard Wagner compose il poemetto romantico “Lohengrin” in musica, rappresentato la prima volta a Weimar nel 1850 e successivamente a Bologna, nel 1871.
Richard Wagner per il suo dramma musicale si avvalse dell’edizione “Lorengel” del Meistersanger , nel XV secolo.
Prima di gustare con le mie dilette Lettrici e con i miei cari Lettori, un toccante passo lirico del Dramma, trascrivo, qui di seguito, la Leggenda di Lohengrin come si presenta nella composizione di Wagner, tradotta dal tedesco Alberto Di Carlo e introdotta da Giuseppe D’Annibale. Preziosissimo volumetto realizzato in modo eccelso” Eccola:
------------------------------------------------------------------
LA LEGGENDA Di LOHENGRIN COME Si PRESENTA NEL DRAMMA DI WAGNER
Al tempo che regnava in Germania il Re Enrico l'Uccellatore (secolo X) il Duca del Brabante morendo aveva. lasciato il conte Federico tutore dei suoi figli Goffredo ed Elsa, concedendogli di poter sposare Elsa ed essere partecipe dei suoi diritti ereditari. Ma Ortruda, principessa di Frisia, volendo sposare Federico, cercò di fargli, concepire una profonda avversione per Elsa col farla, apparire rea di qualche grave delitto, servendosi a tale scopo dei suoi poteri di maga.
Un giorno che Elsa e Goffredo si erano recati a diporto sulla riva di un lago, Ortruda ottenne da Satana che cangiasse Goffredo in cigno. Questi poi essendosi gettato nell'acqua, Elsa non vide più vicino a sè il fratello, per cui, tornata al palazzo, fu facile ad Ortruda spargere la voce che Elsa l'avesse fatto annegare nel lago per restare l'unica erede dei ducato. Federico prestò ciecamente fede a questa versione, prese in odio Elsa ed accettò la mano di Ortruda. Quindi invitò Re Enrico a pronunziare contro Elsa la sentenza di deposizione, e il Re, recatosi nel Brabante per sollecitare l'aiuto dei nobili brabantini contro l'invasione degli Ungheri, diede ordine che si istituisse il giudizio di Dio, ossia il duello tra Federico e un guerriero che avesse voluto sostenere le parti di Elsa, per decidere colle armi se Elsa era colpevole o innocente.
Senonché la soprannaturale potenza del San Graal (il santuario dove si custodiva la coppa dell'ultima cena di Gesù di cui era custode Parsifal, il grande cavaliere della Tavola Rotonda, cui presiedeva Re Artu) aveva preso sotto la sua protezione l'infelice Goffredo, cambiato in cigno, volendo entro un anno restituirlo alla sua antica forma umana.
Intanto, nella forma di cigno, egli doveva guidare attraverso il mare germanico il figlio di Parsifal, Lohengrin, il quale si sarebbe recato in barca nel Brabante per essere il campione di Elsa, già di questo preavvertita nel sogno. Anche Lohengrin aveva avuto i medesimi avvisi dal Cielo, ma gli era stato ingiunto che nulla e nessuno dovesse rivelare né del mistero del S. Graal né della
sua persona, né del suo nome; in caso contrario avrebbe subito dovuto ripartire per il luogo di sua provenienza sotto pena di gravi castighi.
Or ecco (e qui ha inizio il dramma) che mentre sul luogo scelto per il duello presso la foce del fiume gli araldi del re Enrico invano cercano un guerriero che voglia battersi per Elsa, si scorge una barca condotta da un cigno con a bordo un brillante guerriero, il quale, non appena sceso a terra, riconosce Elsa, già veduta in visione, e per lei dichiara di battersi; proponendo anche di essere suo sposo, coll'espressa condizione che essa non abbia mai da richiederlo del suo nome.
Lo sposalizio avviene e tutto sembra annunziare un felice avvenire, ma un'inquieta brama di conoscere il vero essere dello sposo farà sì che Elsa distrugga la propria felicità.
-----------------------------------------------------------------------
A complemento della descrizione storica del fatto e a corredo di questo mio scritto riporto in calce la sintesi fotostatica dei tre ATTI dell’ Opera wagneriana. In merito al duello, una nota precisa: “Presso gli antichi Germani quando una questione giudiziaria rimaneva dubbia si ricorreva per scioglierla all’Ordalia o giudizio di Dio, ammettendo i due avversari ad una specie di duello e si credeva lecito questo espediente poiché si pensava che Iddio avrebbe giudicato lui stesso, dando la vittoria a colui che era dalla parte della ragione. Se vi era in causa una donna essa si faceva sostituire da un campione, cioè da un guerriero o cavaliere di sua scelta.”
-----------------------------------------------------
Ripercorriamo insieme l’infinita emozione, magica e fiabesca, che ci dona la Scena terza del terzo Atto, Lohengrin rivela al Re e a tutto il popolo la sua straordinaria discendenza:
( Gli occhi fissi nella lontananza, trasfigurandosi con solennità) “In grande lontananza a voi inaccessibile, sorge un castello di nome Monsalvato. Nel mezzo si trova un sacro tempio, così luminoso e prezioso che su questa terra non ne esiste uno simile. In questo tempio viene conservata una coppa d’una virtù prodigiosa. Essa viene custodita come la più sacra di tutte le reliquie. Quella coppa fu portata in terra da una schiera di angeli, affinché i più puri degli uomini ne prendessero cura. Una colomba scende ogni anno dal cielo per ridare una nuova forza alla virtù miracolosa: le vien dato il nome di Graal ed una fede pura e beata si comparte per mezzo suo a tutta la sua corte e colui che viene scelto per servire questo Graal, da esso ottiene un potere sovrumano. Contro di lui viene infranto ogni incantesimo dei malvagi. Ma anche a colui che dal Graal viene inviato in un lontano paese per correre a difendere la virtù, non vien meno questa sacra forza, fintanto che il suo cavaliere non venga come tale riconosciuto. La benedizione di questo Graal è talmente grande, talmente sacra che il suo cavaliere, una volta riconosciuto, deve fuggire agli occhi dei profani. Perciò non dovete voi dubitare di questo cavaliere. Ma se voi ne conoscerete il nome, egli vi dovrà abbandonare. Ascoltate ora come ricompenso la domanda vietata. Il Graal mi mandò da voi; mio padre è Parsifal, la corona egli porta ed io sono il suo cavaliere! Mi chiamo Lohengrin !
----------------------------------------------------------
Ecco, o Amiche e Amici, il segreto simbolico in cui sta il nodo di tutta l’azione del Dramma: “Dalla potenza creatrice dell’universo, l’uomo riceve immensa copia di beni, di essi tutti l’uomo può godere, non può l’umana ragione penetrare tutti i misteri delle disposizioni con cui Iddio regge il mondo. Se l’umana intelligenza, seguendo il suggerimento di un dì il serpente diede ad Eva, pretende di raggiungere la scienza universale del bene e del male, che a Dio solo appartiene, e si arroga di sindacare l’operato di Dio, essa si smarrisce nella fatuità di stolti pensamenti, e perde per sempre la felice conoscenza della Verità suprema!”
Carissimi, non passa giorno che una folla di stolti e di sciocchi non pretenda di conoscere l’essenza di Dio e di giudicarla!
Grazie a tutti, o Lettrici e Lettori, il poema epico cavalleresco, o dell’ ”età cortese”, con i suoi cicli carolingio e bretone e la sua poesia provenzale, esercita su di noi un fascino magico, fiabesco, di sogno! Scenderemo, io e Voi, nei recessi più reconditi di quell’incantevole passato, per rapirgli l’atmosfera lirica e poetica, tanto necessaria alla nostra Anima, specialmente in questi miseri tempi moderni!
2 Dicembre 2020
Sergio Rapetti - “arturiano”
P.S. Gradatamente guiderò la schiera dei fecondi “Sensibili”, nell’allontanarsi sempre più dagli aridi “insensibili”, che, a poco a poco, saranno cancellati dai nostri prestigiosi Elenchi!
-----------------------------------------------------------------
RIFERIMENTI TELEMATICI DELLA “Scientific and Cultural Promotion” :
LINK del SITO :
-----------------------------
E-MAIL : sergio.sergiorapetti@virgilio.it
=======================
Questo mio scritto, offerto a Tutti, nello specifico mi onora dedicarlo al maestro Aldo BRIZZI, insigne compositore e direttore d’orchestra, grande cultore dell’ opera di Richard Wagner!
---------------------------------------------------------
============