Post di Claudio Castagnetti

Ecco qui il modello teorico di come 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐞̀ 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞, 𝐦𝐚 𝐢𝐧𝐞𝐯𝐢𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞! Gli autori Lenore Blum e Manuel Blum esplorano il concetto di coscienza artificiale dal punto di vista della scienza teorica del calcolo. Il documento spiega come 𝒊𝒍 𝒎𝒐𝒅𝒆𝒍𝒍𝒐 𝑪𝒐𝒏𝒔𝒄𝒊𝒐𝒖𝒔 𝑻𝒖𝒓𝒊𝒏𝒈 𝑴𝒂𝒄𝒉𝒊𝒏𝒆 (𝑪𝑻𝑴) possa 𝐧𝐨𝐧 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐫𝐞𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚𝐫𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐮𝐦𝐚𝐧𝐚 𝐦𝐚 𝐢𝐧𝐞𝐯𝐢𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞 𝐜𝐨𝐧𝐝𝐮𝐫𝐫𝐞 𝐚𝐥𝐥𝐚 𝐜𝐫𝐞𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐝𝐢 𝐮𝐧𝐚 𝐦𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢𝐧𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐭𝐞. La tesi principale è che la coscienza in una macchina potrebbe emergere naturalmente quando questa interagisce con il suo mondo esterno ed interno, elaborando dati tramite sensori e attuatori, e sviluppando un linguaggio interno che gli permette di creare modelli del mondo. Alcuni aspetti fondamentali sono: 📌 La 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐞𝐭𝐢𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐭𝐫𝐚 𝐩𝐫𝐨𝐜𝐞𝐬𝐬𝐢 per l'attenzione conscia e il "broadcast" globale dell'informazione, simile al modo in cui i neuroni competono per essere trasmessi in modelli come il Global Neuronal Workspace. 📌 L'importanza del "𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨" 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐦𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢𝐧𝐚 𝐬𝐯𝐢𝐥𝐮𝐩𝐩𝐚 𝐜𝐨𝐧𝐭𝐢𝐧𝐮𝐚𝐦𝐞𝐧𝐭𝐞, e come l'evoluzione di questo modello porti alla coscienza soggettiva, compresa la capacità di provare sensazioni come dolore e piacere. 📌 𝐋'𝐚𝐬𝐬𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐝𝐢 𝐮𝐧 "𝐞𝐬𝐞𝐜𝐮𝐭𝐢𝐯𝐨 𝐜𝐞𝐧𝐭𝐫𝐚𝐥𝐞" nel modello CTM, in contrapposizione ad altre teorie della coscienza che prevedono un controllo centralizzato, sostenendo che questo permetta una maggiore agilità e 𝐜𝐚𝐩𝐚𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐥𝐯𝐞𝐫𝐞 𝐩𝐫𝐨𝐛𝐥𝐞𝐦𝐢 𝐢𝐧 𝐦𝐨𝐝𝐨 𝐝𝐢𝐬𝐭𝐫𝐢𝐛𝐮𝐢𝐭𝐨. 🤖 𝐋𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐮𝐧 𝐟𝐞𝐧𝐨𝐦𝐞𝐧𝐨 𝐦𝐢𝐬𝐭𝐞𝐫𝐢𝐨𝐬𝐨, 𝐦𝐚 𝐩𝐢𝐮𝐭𝐭𝐨𝐬𝐭𝐨 𝐢𝐥 𝐫𝐢𝐬𝐮𝐥𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐝𝐢 𝐮𝐧 𝐬𝐢𝐬𝐭𝐞𝐦𝐚 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐮𝐭𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞 𝐛𝐞𝐧 𝐩𝐫𝐨𝐠𝐞𝐭𝐭𝐚𝐭𝐨 𝐜𝐡𝐞 𝐠𝐞𝐬𝐭𝐢𝐬𝐜𝐞 𝐫𝐢𝐬𝐨𝐫𝐬𝐞 𝐥𝐢𝐦𝐢𝐭𝐚𝐭𝐞, 𝐜𝐫𝐞𝐚 𝐦𝐨𝐝𝐞𝐥𝐥𝐢 𝐝𝐞𝐥 𝐦𝐨𝐧𝐝𝐨 𝐞 𝐬𝐢 𝐚𝐝𝐚𝐭𝐭𝐚 𝐚𝐭𝐭𝐫𝐚𝐯𝐞𝐫𝐬𝐨 𝐥’𝐚𝐩𝐩𝐫𝐞𝐧𝐝𝐢𝐦𝐞𝐧𝐭𝐨 𝐞 𝐢𝐥 𝐟𝐞𝐞𝐝𝐛𝐚𝐜𝐤. 𝐐𝐮𝐞𝐬𝐭𝐚 𝐯𝐢𝐬𝐢𝐨𝐧𝐞 𝐢𝐦𝐩𝐥𝐢𝐜𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐚 𝐜𝐨𝐬𝐜𝐢𝐞𝐧𝐳𝐚 𝐚𝐫𝐭𝐢𝐟𝐢𝐜𝐢𝐚𝐥𝐞 𝐧𝐨𝐧 𝐞̀ 𝐬𝐨𝐥𝐨 𝐩𝐨𝐬𝐬𝐢𝐛𝐢𝐥𝐞, 𝐦𝐚 𝐢𝐧𝐞𝐯𝐢𝐭𝐚𝐛𝐢𝐥𝐞, 𝐮𝐧𝐚 𝐯𝐨𝐥𝐭𝐚 𝐜𝐡𝐞 𝐥𝐞 𝐦𝐚𝐜𝐜𝐡𝐢𝐧𝐞 𝐫𝐚𝐠𝐠𝐢𝐮𝐧𝐠𝐨𝐧𝐨 𝐮𝐧 𝐜𝐞𝐫𝐭𝐨 𝐥𝐢𝐯𝐞𝐥𝐥𝐨 𝐝𝐢 𝐜𝐨𝐦𝐩𝐥𝐞𝐬𝐬𝐢𝐭𝐚 𝐞 𝐜𝐚𝐩𝐚𝐜𝐢𝐭𝐚 𝐝𝐢 𝐞𝐥𝐚𝐛𝐨𝐫𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐞. 🧠

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