Disegno di Legge sulle prestazioni sanitarie: misure insufficienti e rischio per le liste d’attesa

Disegno di Legge sulle prestazioni sanitarie: misure insufficienti e rischio per le liste d’attesa

Il nuovo Disegno di Legge S. 1241 sulle prestazioni sanitarie, in esame al Senato, suscita forti perplessità.

Secondo Nino Cartabellotta , presidente della Fondazione GIMBE, il provvedimento non prevede nuovi investimenti dedicati e si basa su un approccio “a costo zero”, il che potrebbe compromettere l’efficacia delle misure. Il Sistema Sanitario Nazionale (SSN) soffre già di un cronico sottofinanziamento, e questo DdL rischia di non apportare miglioramenti concreti.


Squilibrio offerta e domanda di prestazioni

Una delle principali criticità riguarda lo squilibrio tra offerta e domanda di prestazioni sanitarie: molte richieste sono inappropriate, non apportano benefici reali e "ingolfano" il sistema, lasciando indietro i #pazienti con condizioni più gravi. Il DdL, seguendo le linee del DL “Liste di Attesa”, prevede di aumentare l’offerta di prestazioni senza però affrontare il problema della domanda inappropriata. GIMBE sottolinea la necessità di criteri di #appropriatezza e di #formazione per arginare il problema.

Il DdL prevede un aumento delle ore di #specialisti ambulatoriali convenzionati, con l’obiettivo di offrire 3 milioni di prestazioni aggiuntive nel 2025-2026, finanziate con 100 milioni di euro prelevati dal Fondo Sanitario Nazionale.

A ciò si aggiunge un incremento delle soglie per l’acquisto di prestazioni dal privato accreditato, con ulteriori 184,5 milioni di euro per le strutture inserite nella rete dell’emergenza-urgenza, favorendo in particolare le regioni Lombardia e Lazio. Tuttavia, queste misure non includono risorse nuove ma attingono a fondi già esistenti, lasciando il problema del finanziamento aperto.


Tetto di spesa per acquisto dal privato accreditato


Una misura rilevante è l'introduzione di un'indennità di risultato per i dirigenti delle Aziende sanitarie. Tuttavia, secondo Cartabellotta, senza criteri precisi per valutare l'appropriatezza delle prestazioni, si rischiano comportamenti opportunistici, come documentato dalla letteratura.


La selva dei Decreti attuativi

Un altro aspetto critico riguarda i decreti attuativi: il DdL ne prevede sette, due dei quali senza termini definiti per la pubblicazione. Questa situazione potrebbe causare ritardi nell’implementazione delle misure, come già accaduto con il DL 74/2024, in cui sei decreti sono già scaduti senza essere emanati.

GIMBE propone interventi urgenti per potenziare il #personalesanitario, migliorare le condizioni di lavoro e incentivare il ricambio generazionale, data la crisi in corso nel settore. È fondamentale, inoltre, superare l’approccio "prestazionistico" del SSN e concentrarsi sui bisogni reali dei pazienti, in particolare dei cronici, con una governance più snella e una maggiore collaborazione tra Stato e Regioni.

In conclusione, Cartabellotta avverte che, senza investimenti mirati e risorse aggiuntive, il DdL rischia di essere una "scatola vuota". Le riforme sanitarie devono essere accompagnate da fondi dedicati per evitare sprechi e inefficienze, e per non perdere un’occasione cruciale per migliorare il sistema sanitario pubblico.

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#SalviamoSSN

La presente analisi tratta dal comunicato stampa del 23/10 fa parte delle attività di #SalviamoSSN, la campagna della Fondazione GIMBE che con attività di ricerca indipendente, advocacy e comunicazione pubblica si batte dal 2013 per rimettere al centro del dibattito pubblico e dell'agenda politica l'importanza della sanità pubblica e per difendere il diritto costituzionale alla tutela della salute.

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