La tutela del diritto d’autore (anche) per gli scritti legali
Non tutti gli avvocati sono autori affermati come John Grisham ma, nondimeno, i loro scritti possono essere tutelati come opere dell’ingegno protette dal diritto d’autore (legge 22 aprile 1941 n. 633 e succ. mod.); purché presentino i requisiti prescritti dalla legge.
In tal senso si è recentemente pronunciata la Corte di cassazione, al termine di un processo in tema di plagio di un regolamento disciplinante un servizio di anticontraffazione (Cassazione civile, sez. I, 29 maggio 2020, n. 10300).
La Suprema Corte ha infatti ricordato come un’opera, qualsiasi opera, per essere tutelata deve avere carattere originale o, comunque, creativo; il concetto giuridico di creatività, condizione della tutela accordata dalla legge, postula che l’opera “rifletta la personalità del suo autore, manifestando le scelte libere e creative di quest’ultimo” (C. Giust. 12. 9.2019, C-683/17, Cofemel) e consista non già nell’idea che alla base della sua realizzazione “ma dalla forma della sua espressione, ovvero dalla sua soggettività” (Cass., Sez. I, 28/11/2011, n. 25173); a prescindere dal tipo di contenuto e senza preclusione per quelli legali.
Nel caso in questione la Corte ha poi ritenuto, più in particolare, che dalla lettura del regolamento in esame non emergesse alcuna peculiare e “creativa” elaborazione di nozioni giuridiche, prassi del settore, esperienze del professionista, ma solo indicazioni pratiche e funzionali, in quanto tali non proteggibili come opere dell’ingegno.
Ma nulla vieta che un testo giuridico, sia esso un contratto, un atto o un regolamento, possano presentare quel carattere creativo, riflesso della personalità dell’autore, necessari a far assurgere il testo alla tutela autoriale accordata alle opere dell’ingegno.
Avv. Gilberto Cavagna di Gualdana
Avvocato del foro di Milano e curatore del blog su Linkedin e Facebook “TIP-TAP Thoughts on Intellecutal Property and Art Protection”.