Palazzo Grassi - Punta della Dogana - Pinault Collection

Palazzo Grassi - Punta della Dogana - Pinault Collection

Musei, siti storici e giardini zoologici

Venezia, Veneto 9.481 follower

Palazzo Grassi and Punta della Dogana are two contemporary art venues of the Pinault Collection in Venice

Chi siamo

Inaugurated in 2006 and 2009, Palazzo Grassi and Punta della Dogana are two contemporary art museums of the Pinault Collection in Venice. Renovated by Japanese architect Tadao Ando they present personal and collective exhibitions. Palazzo Grassi and Punta della Dogana aim to share with the public the knowledge and love for contemporary art through the extraordinary Pinault Collection and to strengthen the privileged relationship the institution has developed with artists, especially thanks to works specifically conceived for its exhibition spaces. Since May 2013, the Teatrino di Palazzo Grassi complements this artistic and cultural programme. Conceived by Tadao Ando, this 225-seat auditorium offers a wide range of events - conferences, concerts, screenings - that underline the will to establish a dialogue with a Venetian and international public.

Sito Web
http://www.palazzograssi.it/eng/index.html
Settore
Musei, siti storici e giardini zoologici
Dimensioni dell’azienda
11-50 dipendenti
Sede principale
Venezia, Veneto
Tipo
Istruzione
Data di fondazione
2006
Settori di competenza
art, museum, contemporary art, culture e education

Località

Dipendenti presso Palazzo Grassi - Punta della Dogana - Pinault Collection

Aggiornamenti

  • N di Paulo NAZARETH Paulo Nazareth è un artista itinerante che crea mentre cammina. Il suo lavoro, che comprende performance, video, fotografie e sculture, è simile a un diario di viaggio proteiforme. Attraverso le Americhe e l'Africa, segue le rotte migratorie a piedi o in autobus, documenta le tensioni sociali e riesuma parti della memoria collettiva. Gira per il mondo come un nomade con l'obiettivo di produrre tracce che possano sfociare in un'opera d'arte. Il lavoro interdisciplinare e partecipativo di Nazareth collega definitivamente la sua vita alla sua produzione artistica. “Dal momento che sono già coinvolto nella spirale”, dice, ”tutto ciò che faccio sarà artistico. Anche se mi lascio alle spalle il mondo dell'arte, non ci sarà via d'uscita”. Le sue opere conservate presso la Collezione Pinault sono segni viventi dell'approccio innovativo di Nazareth. Esposte per la prima volta nella mostra “Dancing with Myself” del 2017 al Folkwang Museum di Essen e a Punta della Dogana di Venezia nel 2018, le sue opere sono state presentate poi in diverse mostre hors les murs e ancora, a Venezia, nel 2023, nella collettiva “Icônes”. ph. Marco Cappelletti e Filippo Rossi

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  • M di Julie MEHRETU Protagonista indiscussa del 2024 a Palazzo Grassi con la sua grande mostra “Ensemble”, Julie Mehretu lavora sull’”elemento non definitivo dell’astrazione”. I suoi dipinti sono paragonabili a enormi atlanti saturi di linee, colori, piani e motivi geometrici. Evocano la complessità del mondo contemporaneo, dove tutto viene riconfigurato. Gli spazi che crea sono più caotici che razionali, “mappe narrative di luoghi che non esistono”, secondo le sue parole. Forse avrai visto la mostra “Ensemble” a Palazzo Grassi, ma lo sapete che i suoi lavori sono stati esposti in occasione di diverse collettive a Punta della Dogana. In particolare, l’opera “Invisible Line (Collective)”, commissionata da Pinault Collection per Punta della Dogana, è stata esposta per la prima volta in “Elogio del dubbio” (2011-2013). Guarda sul nostro video channel la sua intervista e ascolta il podcast che esplora l’universo di Julie Mehretu, raccontato dall’artista stessa. Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z! Ph. Marco Cappelletti

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  • L di Lee LOZANO Disegni “cartooneschi” in cui strumenti e corpi sono eroticamente combinati, tele espressioniste e dipinti astratti con una minacciosa lucentezza metallica. Stiamo parlando dell’imprevedibile lavoro di Lee Lozano. L’artista, che ha intenzionalmente concentrato la sua carriera negli anni ’60 per concluderla all’inizio degli anni ’70, sfida le convenzioni e mostra con il suo lavoro una libertà totale. Spesso collegata all'arte concettuale, l'opera di Lee Lozano si è rivelata difficile da classificare. Spesso presenta organi - mani, bocche, peni, vulve - ma anche strumenti - cacciaviti, trapani, tubi - e talvolta le due cose si intrecciano. Queste associazioni crude, divertenti o inquietanti, talvolta accompagnate da un testo, offrono una profonda riflessione sul rapporto tra corpo e oggetto, desiderio e sessualità. L'opera di Lee Lozano è stata esposta per la prima volta dalla Collezione Pinault in occasione della mostra “Mapping the Studio” a Palazzo Grassi nel 2009 e di nuovo in occasione di diverse altre mostre a Venezia. Nel 2023, la Pinault Collection ha presentato Strike, una mostra di Lee Lozano alla Bourse de Commerce - Pinault Collection, nell'ambito della stagione “Mitologie Americane”: una serie di mostre personali - Mike Kelley, Mira Schor e Serpas - caratterizzate da controculture e dal rifiuto di seguire le regole del gioco. Ph: © Fulvio Orsenigo

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  • I di Robert IRWIN Insieme a James Turrell e Doug Wheeler, Robert Irwin fa parte del movimento minimalista californiano Light and Space. Ispirandosi al formato e alle modalità di esposizione tradizionale del dipinto, Irwin lavora con luce e colore, sempre con l’idea che l'esperienza vissuta dallo spettatore sia fondamentale per la comprensione di un'opera d'arte. L’opera #8x8 Fourfold, composta da otto tubi fluorescenti che possono creare quattro sequenze grazie a due interruttori, invita gli spettatori a sperimentare direttamente questi diversi schemi di luce, che diventano attori così della propria percezione. Il lavoro di Robert Irwin è stato esposto per la prima volta dalla Collezione Pinault nella mostra “L’illusione della luce” a Palazzo Grassi, nel 2014. Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z! Ph: © Fulvio Orsenigo © Robert Irwin by SIAE 2014

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  • H di Pierre HUYGHE Pierre Huyghe concepisce le sue opere come “iniziatori di eventi”. “Si tratta più di esporre qualcuno a qualcosa che di esporre qualcosa a qualcuno”, dice. Il suo progetto “Liminal”, presentato nel 2024 a Punta della Dogana, ne è la prova: una mostra concepita come un universo popolato da creature umane e non umane, in spazio dinamico e sensibile in costante evoluzione in cui Huyghe ha voluto rimettere in discussione la nostra percezione della realtà. Dal 2006 ad oggi, il lavoro di Pierre Huyghe è stato presentato in occasione di numerose mostre della Pinault Collection tra le sedi di Venezia e Parigi e “hors les murs” con installazioni e opere video che indagano il rapporto tra umano e non umano, facendo emergere nuove forme di mondo possibili. 🎥 Sul nostro video-channel rivivete l’indimenticabile mostra “Liminal” non solo come un ricordo, attraverso le parole dell’artista Pierre Huyghe nella sua video intervista! Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z! ph. Ola Rindal © Pierre Huyghe

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  • G di Ryan GANDER La presenza di un topo in una mostra, con la testa che sbuca da un foro della parete, è sorprendente. Ancor più quando si rivolge ai visitatori con una voce infantile, quella della figlia dell’artista Ryan Gander. Con malizia e ironia, Gander realizza lavori che mettono in discussione i meccanismi di percezione di un'opera d'arte all'interno del complesso rapporto tra realtà e finzione, invitando lo spettatore a una riflessione sull’immaginazione e il sogno. “The Trilogy”, 2018-2020, è la sua trilogia di topolini che, installati nelle sedi di Pinault Collection a Venezia e Parigi, animano discretamente ognuno dei tre spazi di Palazzo Grassi, Punta della Dogana e Bourse de Commerce - Pinault Collection filosofeggiando e attirando l’attenzione dei visitatori, invitati ad accovacciarsi per ascoltare da vicino le loro parole. Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z! Ryan GANDER © Adagp, Paris. Photo: Matteo De Fina

  • F di Lucio FONTANA «Non ho intenzione di fare un dipinto: voglio aprire uno spazio, creare una nuova dimensione dell’arte, entrare in rapporto con il cosmo che si espande all’infinito oltre la limitata superficie del dipinto» dichiarava Lucio Fontana nel 1946, quando formula i principi dello spazialismo, liberando l’arte dalle contingenze della materia, dello spazio e del tempo. La sua ricerca porta Fontana a inserire il vuoto, la lacuna, nella materia compatta che costituisce le sue opere, utilizzando così la tela come uno schermo le cui perforazioni si aprono verso un'esperienza trascendentale e cosmogonica. Con il suo gesto semplice e simbolico, Lucio Fontana immortala un momento fugace, sancendo il progetto radicale dell’artista la cui aura è ancora molto presente nell'arte contemporanea. Le opere di questa importante figura dell'arte italiana, provenienti dalla Collezione Pinault, sono state esposte per la prima volta nel 2006 alla mostra “Where are we going?” a Palazzo Grassi, Venezia, e a Punta della Dogana, nel 2009 e 2023, per le grandi collettive “Mapping the Studio” e “Icônes”. Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z!

  • E di Latifa ECHAKHCH Il lavoro di Latifa Echakhch si ispira a ribellioni, conflitti, rivolte sociali e rivoluzioni. Toccata dai “momenti sospesi” che possono verificarsi in tempi caotici, lavora sull'immateriale e sui ricordi personali che sfuggono alla Storia, realizzando installazioni poetiche, fatte di materiali della vita quotidiana. Composta da fogli di carta ricoperti di inchiostro, l’installazione “À chaque stencil une révolution” ricopriva nel 2014 le pareti di una delle sale di Palazzo Grassi. Il lavoro è il frutto di un atto di raccolta: in ogni suo viaggio, Latifa Echakhch ha collezionato carta carbone, in questo caso del tipo Pelikan 200H. A seconda del modo in cui è stata tagliata e del suo disegno, la carta assorbe l'inchiostro in modo diverso. Come l’opera “Fantôme (Jasmin)”, esposta contestualmente e che combina diversi elementi, tra cui fiori di gelsomino, anche quest’installazione sprigiona un profumo che cattura l'attenzione dello spettatore prima ancora di guardarla. Entrambi i lavori sono stati esposti per la prima volta dalla Pinault Collection nella collettiva “L’illusione della luce”, 2014, a Palazzo Grassi. Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z! Ph. © Palazzo Grassi, ORCH orsenigo_chemollo

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  • D di Edith DEKYNDT Edith Dekyndt coglie lo spazio in tutte le sue dimensioni: suono, luce, temperatura, umidità, onde... rivelando ciò che sfugge all'occhio perché effimero o indicibile. Nel suo lavoro decisamente sperimentale, il processo ha sempre la precedenza sulla costruzione formale, che l’artista sviluppa attraverso fotografia, suono, video e pittura, non limitandosi a un unico mezzo. Nel 2017, Edith Dekyndt è stata la seconda artista ad occupare la residenza di Pinault Collection a Lens, dove ha realizzato “Winter Drums 06 B (Tryptic)”, presentata al pubblico per la prima volta in occasione della collettiva “Luogo e Segni” a Punta della Dogana, nel 2019. L’opera video “Song to the Siren”, presentata nel 2024 al Teatrino di Palazzo Grassi, e diverse serie di lavori nel 2023 per la mostra “Icônes” a Punta della Dogana e alla @boursedecommerce o, ancora, nell’ambito di esposizioni hors les murs nel 2021 e 2022. 🎥 Ritrovate sul nostro video-channel le video interviste a Edith Dekyndt per approfondire il suo lavoro. Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z!

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  • C di Henri CARTIER-BRESSON “Osservo, osservo, osservo. Sono uno che comprende attraverso gli occhi” diceva Henri Cartier-Bresson, un artista che non ha bisogno di presentazioni, riconosciuto come uno dei più grandi fotografi mai esistiti grazie alla sua capacità di cogliere “il momento decisivo”, che ha saputo catturare con la sua Leica le immagini di un’epoca, tra storia e grandi personalità. Nel 2020, le sue fotografie sono state protagoniste della grande mostra “Le grand jeu” a Palazzo Grassi, un progetto inedito basato sulla Master Collection, una selezione operata dallo stesso Cartier-Bresson degli scatti che lui stesso riteneva i migliori della sua carriera, di cui uno degli esemplari esistenti è conservato presso la Collezione Pinault. Attraverso lo sguardo di 5 curatori d’eccezioni invitati a portare il loro sguardo sul Masterset, il collezionista François Pinault, la fotografa Annie Leibovitz, lo scrittore Javier Cercas, il regista Wim Wenders e la conservatrice Sylvie Aubenas, la mostra “Le grand jeu” è stato un progetto unico, il confronto inedito tra cinque punti di vista sul lavoro dell’“Occhio del secolo”. Sul nostro video-channel vi invitiamo a un tuffo nel passato con la video intervista al curatore generale della mostra Matthieu Humery e uno snippet del film che Wim Wenders aveva realizzato in occasione della mostra! Ripercorrete ogni giorno l’universo della Pinault Collection a Venezia dalla A alla Z! © Fondation Henri Cartier-Bresson / Magnum Photos

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