I was one of those young Italians who fled abroad to find a dignified career, escaping the Italian starved salaries, the unmeritocratic society based on favours/parental recommendations and the classic old fashioned mentality. After almost 8 years abroad, (between Stirling, Barcelona, London and Sydney) I came back to Italy (with which I had a “now clear” toxic professional relationship with) to give it a second change by offering my extensive international knowledge in my professional domain back to my “beloved” country. Needless to say, nothing has changed. 1) Politicians are still TALKING about this problem (explaining it in an exceptional way) but no one is DOING anything to fix it. 2) Opportunities have never been more scarce, serving the privileged and recommended kids (and in most of the cases unable to deliver the work), making meritocracy an utter mirage for hustlers like myself. 3) Young professionals are still escaping the country more than ever before, leaving aging families and a broken economy just to look for a real LIFE elsewhere. Struggle, struggle, struggle. I am currently working 5 jobs and still struggling to start a family, take care of old relatives, buy my own property and barely finding time to relax or travel. I am eternally greatful to my local and international clients, who believe in my expertise to develop and grow their business. To all my Italian friends living abroad or in Italy, I deeply feel and understand your frustration. Let’s keep fighting because at the end of the day what matters is our own health. No good pay—> no stability—> no family—> no growth—> no good pay…. And on and on it goes the endless loop of desperation. Do you want to grow your business? Let jump on a free consultation call: https://lnkd.in/dYwMNUME #italy #italia #fugadicervelli #economy #work #opportunity
Nei giorni scorsi il #Sole24Ore ha dato giustamente evidenza ai risultati di una indagine #Ipsos per Fondazione Barletta sulla perdita di capitale umano nel nostro Paese. Anche se non si tratta certo della prima indagine sul tema, mi ha molto colpito leggere che il 35%, 1 su 3, guarda a opportunità professionali all’estero. Da parte mia ritengo che sia assolutamente positivo che i giovani italiani vogliano mettersi in gioco in contesti e culture diverse, attratti da stipendi più generosi e condizioni più vantaggiose. Dimostrando così di avere determinazione e ambizioni che ci fanno rivedere alcuni cliché su di loro. Tuttavia, come ricordato dal Governatore di #BancadItalia Fabio Panetta nella sua relazione annuale, negli ultimi anni 525 mila giovani, per lo più laureati, hanno lasciato l’Italia per cercare lavoro all’estero e di questi il 70% non intende fare ritorno. Perdiamo quindi migliaia di medici, ingegneri, specialisti nel digitale, che abbiamo formato nelle nostre Università. Si capisce quindi che non si tratta di una esperienza formativa temporanea, ma di un flusso di capitale umano che interessa giovani che oggi hanno strumenti informativi e competenze per guardare al mondo come a un luogo con distanze più ristrette, in cui è più facile muoversi e fare scelte di vita, e per i quali l’Italia è soltanto un punto di partenza. Questo fenomeno poi è tanto più grave se si pensa che su di esso insiste anche il processo di denatalità: siamo sotto i 400 mila nati ogni anno e nei prossimi 30 anni la popolazione attiva, secondo #Istat, crollerà da 37,4 a 27,4 milioni. Mi pare evidente dunque che investire sulle competenze, e quindi ad esempio garantire stipendi adeguati, opportunità di lavoro migliori e più coerenti con il percorso di studio, stabilità lavorativa e professionale, responsabilità crescenti, piani di welfare, è una priorità che se non affrontata diventerà emergenza. A mio avviso, il primo fattore da mettere in atto è la collaborazione tra Istituzioni, Università e aziende che investono in R&D e in piani di trasformazione digitale. Queste ultime vanno sostenute e accompagnate nelle loro strategie di inserimento professionale. Credo inoltre che sia ora di ripensare anche l’offerta formativa alla luce dell’impatto delle nuove tecnologie su un mercato del lavoro in cui nei prossimi anni, secondo FMI, il 50 % delle professioni sarà costituito da lavori che oggi non esistono. Investire sulle competenze, riconoscendo un ruolo più centrale alle aziende, è la condizione per dare all’Italia un futuro in cui progresso economico e benessere sociale vadano di pari passo. #elevateyourgrowth #Future #Lavoro
Account Director at Own Company
6moHi Paolo Kudos for your candid brave and honest post. In an era where linkedin is a (uninteresting and questionable) promotion platform , posts like these enlighten, educate and surface real issues. So thank you! Specifically Italy is such an amazing country to be a tourist but doing business and definitely living is a whole diff opera... Take care!