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Settore
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Dimensioni dell’azienda
2-10 dipendenti
Sede principale
Milano, Milano
Tipo
Ditta individuale
Data di fondazione
2020
Settori di competenza
Media, Economia, Finanza, Crypto e Politica

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    Hai speso €500 in medicinali e visite mediche quest’anno? Ecco come puoi riaverne indietro quasi €100! 👇🏻 Ce lo spiega Anna Detti nel video di oggi! Lo sapevi che lo Stato ti permette di recuperare una parte di tutto quello che spendi per la tua salute attraverso la dichiarazione dei redditi? Come funziona? - 💊 puoi detrarre il 19% di TUTTE le spese mediche sostenute nell’anno - 👀 e vale per medicinali, visite specialistiche, occhiali da vista e interventi chirurgici - 💶 solo una parte non sono detraibili (la franchigia) La detrazione spetta se le spese sono effettivamente sulle spalle del contribuente oppure per familiari a carico e, in alcuni casi, per familiari non a carico (per particolari patologie mediche). In più, per le persone con disabilità, alcune spese sono detraibili integralmente senza franchigia (es. trasporto in ambulanza). Ma facciamo un esempio pratico per capirci meglio. Se in un anno spendi €500 per la tua salute: €129 non sono di franchigia sui restanti €371 recuperi il 19% il risultato? Ti tornano in tasca €70! Ma attenzione, per non perdere la detrazione devi: -🧾 conservare SEMPRE gli scontrini -📋 controllare che ci sia il tuo codice fiscale -📝 inserire tutto nella dichiarazione dei redditi E se usi il 730 precompilato trovi già tutto inserito automaticamente, devi solo verificare che le cifre siano corrette! Ma se mi trovo fuori dall’Italia? Le spese sanitarie all’estero sono comunque detraibili se la documentazione è conforme a quella richiesta in Italia. I documenti (o scontrini) devono essere tradotti e se sono in inglese, francese, tedesco e spagnolo possono essere tradotti dal contribuente stesso. E tu lo sapevi? Fammi sapere nei commenti! 👇🏻

  • Ieri la presidente della Commissione UE von der Leyen ha presentato la "bussola per la competitività", un documento che servirà da stella polare per il futuro economico dell’Europa. La strada tracciata dalla Commissione è chiara: rilanciare la competitività attraverso l'innovazione. In particolare, la bussola si concentra su tre grandi obiettivi: - 🔬 Colmare il divario nell'innovazione - 🌱 Realizzare la decarbonizzazione mantenendo la competitività - 🛡️ Ridurre le dipendenze e aumentare la sicurezza E proprio per questo la Commissione ha identificato tre aree chiave su cui intervenire: 1️⃣ Innovazione - Lancio di una strategia per start-up e scale-up per aiutare le aziende innovative a crescere - Creazione di un nuovo quadro normativo (il "28° regime") per semplificare le regole - Promuovere la R&S con investimenti pari al 3% del PIL - Investimenti in AI, quantum computing e tecnologie digitali 2️⃣ Decarbonizzazione competitiva - Piano per energia più economica e accessibile - Sostegno alle industrie nella transizione verde - Nuovi incentivi per l’efficienza energetica e l’uso di fonti rinnovabili 3️⃣ Autonomia strategica - Riduzione delle dipendenze eccessive da fornitori esterni - Diversificare le catene di approvvigionamento - Protezione dei settori strategici europei L'UE sa che servono investimenti enormi. Per questo ha previsto: - 💰 La creazione di un nuovo Fondo Europeo per la Competitività - 🏦 Un maggiore coinvolgimento della BEI per attirare investimenti privati - 🤝 Una nuova Unione del risparmio e degli investimenti per mobilitare capitali - 📈 Incentivi per incanalare i risparmi europei verso investimenti produttivi La strada non sarà facile. Le principali sfide includono: - 📋 Semplificare davvero la burocrazia (che per 2 aziende su 3 è il principale ostacolo) - 🔄 Coordinare le politiche tra UE e Stati membri Sembra che già il prossimo mese arriverà una proposta "Omnibus" di semplificazione che punta a: - 📊 Ridurre del 25% gli obblighi di rendicontazione per le imprese - ✂️ Tagliare del 35% gli oneri per le PMI - 🌱 Semplificare le regole su finanza sostenibile e tassonomia Cosa ne pensi?

  • 🚗 BYD vuole il Made in Italy: il gigante cinese che ha superato Tesla bussa alla porta dell'Italia 👇 Il colosso BYD, primo produttore mondiale di veicoli elettrici, guarda all'Italia per rafforzare la sua presenza in Europa. Dal 20 al 22 febbraio, Torino ospiterà una serie di incontri tra l'azienda cinese e i potenziali fornitori italiani di componenti automotive. 📈 Il contesto: - BYD ha ricevuto nel 2023 più di 120.000 ordini in Europa (3.500 solo in Italia) - l'azienda è in grande espansione e cerca fornitori per migliaia di componenti diversi - in più, gli stabilimenti con sede in Europa permetterebbero di aggirare i dazi UE del 17% 💡 Ma perchè questa notizia è molto importante? BYD prevede di aprire due stabilimenti in Europa: uno in Ungheria e uno in Turchia, con il target già fissato di produrre 500.000 veicoli elettrici all'anno. L’obiettivo, per la casa cinese, è adesso cercare di costruire una filiera che coinvolga anche aziende italiane, in grado di produrre migliaia di componenti da integrare nella produzione dei veicoli prodotti in Europa. E non è un caso che BYD si affidi a due manager italiani come Alfredo Altavilla (ex dirigente Fiat/FCA), ora consigliere per l'Europa e Alessandro Grosso (ex Stellantis), responsabile BYD Italia per farlo. Questa mossa potrebbe rappresentare una boccata d'ossigeno e un’opportunità di rilancio per il settore automotive italiano, specialmente nell'area torinese, attualmente in grossa difficoltà per il calo delle commesse Stellantis. Cosa ne pensate? Potrebbe essere questa l'occasione per rivitalizzare il settore auto italiano? P.s. Se questo contenuto ti è stato utile e vuoi saperne di più su investimenti, economia e attualità... dovresti seguirci 😉 👉🏻Il Punto Economico #automotive #industriaitaliana #BYD #mobilitaelettrica #madeinitaly

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  • Negli ultimi decenni abbiamo imparato a conoscere la Germania come la locomotiva d'Europa, un'economia inarrestabile che trainava tutto il vecchio continente. E i numeri del gigante tedesco sono lì a dimostrarlo: 📈 Un PIL cresciuto dell'80% in vent'anni, passando da €2.500 miliardi a €4.500 miliardi 🚢 Esportazioni più che raddoppiate, da €780 miliardi a quasi €1.600 miliardi 👥 Disoccupazione crollata dal picco del 12% nel 2005 all'attuale 6% Il tutto mantenendo un debito pubblico al 65% del PIL (giusto per darvi un termine di paragone, il nostro è al 140%). Ma ora questa locomotiva sta deragliando, e l'impatto si sta facendo sentire su tutti noi... Dopo un 2021 e 2022 positivi, infatti, la crescita del PIL tedesco non solo è rallentata, ma è addirittura scesa sotto lo zero nel 2023 e nel 2024. Numeri alla mano, purtroppo la realtà tedesca ci mostra un’industria in enorme difficoltà: 📉 La produzione industriale tedesca è ancora oggi a livelli più bassi rispetto a quelli del 2019 🏭 A settembre 2024 la produzione ha segnato -9% rispetto al 2019 🚗 Il settore automobilistico, da sempre traino della nazione, è in profonda crisi E a pagarne le conseguenze è stato anche il governo guidato da Olaf Scholz, che è entrato in crisi ed è stato costretto a chiamare elezioni anticipate per il prossimo febbraio. Ma quali sono le cause di questa crisi economica e politica? Come mai tutto questo finirà per impattare (pesantemente) anche l'Italia? E quali sono le previsioni per il 2025? Di questo e altro parliamo nel nostro ultimo video su YouTube! (link in b!o)

  • Seguici per capirci di più di economia e attualità ✅ In Europa mancano un sacco di laureati STEM... Mentre le aziende cercano sempre più professionisti in ambito STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics), il numero di laureati in queste discipline… diminuisce! Questo fenomeno si chiama "Skill Mismatch" e sta creando un divario sempre più preoccupante tra domanda e offerta nel mercato del lavoro. Ma quanto è grave la situazione? I dati dell'Osservatorio STEM 2024 di Deloitte parlano chiaro: - 6 imprese su 10 avranno sempre più bisogno di laureati STEM (soprattutto per integrare l’AI e per la sfida della sostenibilità) - ma già oggi più della metà delle aziende dichiara di far fatica a reperire questi profili… Il problema? Troppi pochi giovani scelgono lauree STEM 👨🎓 solo il 26,6% degli studenti universitari sceglie percorsi STEM (dato in leggera riduzione rispetto agli ultimi 10 anni) 💻 appena il 19,5% di questi si specializza in ICT (tecnologie dell'informazione, che invece è sempre più richiesta) 👩🔬 delle donne laureate solo il 31,9% rientra nel profilo STEM E l’Italia? Per quanto riguarda l’Italia, il Report Istat sui livelli di istruzione e ritorni occupazionali del 2023 mostra un quadro in linea al resto d’Europa: solo il 25% dei giovani laureati tra 24 e 35 anni possiede una laurea STEM… Ma perché così pochi studenti scelgono percorsi STEM? Le barriere sono spesso psicologiche e culturali: 😰 molti pensano che questi corsi siano "troppo difficili" 📚 l'eccessiva specializzazione spaventa chi vorrebbe un approccio più interdisciplinare E tutto questo ci costa mooolto caro… …perché oltre ai costi diretti dei posti vacanti, ci sono costi indiretti sulla (mancata) innovazione, in settori cruciali come sanità e finanza. #economia #italia #europa #stem

  • La GERMANIA è in CRISI NERA: la locomotiva d’Europa ha smesso di correre! Nel nostro ultimo video su YouTube parliamo: 🟡 della crisi della Germania: quanto è grave e quali sono le cause 🟡 della storia dietro la dipendenza energetica di Berlino da Mosca 🟡 del perché la crisi tedesca riguarda anche l'Italia 🟡 e di quello che succederà nel 2025 Se vuoi approfondire, trovi il link del video qui sotto (primo commento)!

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  • 😓 Italiani insoddisfatti al lavoro: siamo ultimi in Europa… Lo rivela il primo European Workforce Study di Great Place to Work, analizzando le opinioni di 25.000 lavoratori in 19 paesi europei. 📊 I numeri sono impietosi: - solo il 43% dei dipendenti italiani considera la propria azienda un ottimo posto di lavoro - siamo gli ULTIMI in classifica, dietro Cipro (53%), Polonia (47%) e Grecia (44%) - con un dato ben al di sotto della media europa (59%) Gli unici settori che fanno eccezione sono il mondo tech (65% di lavoratori soddisfatti), chi lavora in finanza (63%) e nei servizi professionali (62%). ⚠️ Ma cosa non funziona nelle aziende italiane? Tra le 5 principali cause di insoddisfazione: - leadership poco credibile: meno di 1 dipendente su 2 si fida dei propri superiori - mancato apprezzamento: solo il 49% dei manager riconosce l'impegno dei collaboratori - dialogo inefficace: meno della metà dei responsabili (il 48%) tiene realmente in considerazione i suggerimenti dei dipendenti - retribuzioni inadeguate: solo il 45% dei dipendenti ritiene di essere pagato equamente - e appena il 44% viene coinvolto nelle decisioni sull'ambiente di lavoro 💡 E l'impatto sulla produttività è significativo: come sottolinea Alessandro Zollo, CEO di Great Place to Work Italia, "l'impatto diretto della cultura organizzativa e della qualità della leadership sulle prestazioni è innegabile." Infatti, la soddisfazione della forza lavoro ha un impatto diretto sulla produttività, per questo avere dei dipendenti insoddisfatti può costare alle aziende delle ingenti perdite nel confronto con i competitor più virtuosi. 🤔 E tu cosa ne pensi? La tua esperienza lavorativa rispecchia questi dati? P.s. Se questo contenuto ti è stato utile e vuoi saperne di più su investimenti, economia e attualità... dovresti seguirci 😉👉🏻 Il Punto Economico #Lavoro #HR #Leadership #WorkplaceCulture #Italia

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