#startup #autoimprenditoria E' molto triste leggere che avete sacrificato ogni aspetto della vostra vita per questo, indipendentemente dal fallimento, perché significa non aver vissuto a pieno la propria vita nella speranza di farlo in futuro. Sì l'esperienza rimane, ma un altro modo di fare imprenditoria è possibile e la retorica americanissima dell'estremo sacrificio dell'imprenditore è un mito da smontare a tutti i costi.
Il 16 Marzo, ormai un mese io e Chiara Marconi abbiamo fatto uscire la comunicazione ufficiale più difficile di questi anni.. “Con il cuore affranto, ma al tempo stesso pieno di gratitudine, vogliamo condividere con voi un annuncio importante riguardante il futuro di Chitè. Il meraviglioso viaggio purtroppo è arrivato alla fine e mettere per iscritto queste parole è per noi estremamente doloroso. Quando, abbiamo dato vita a questo progetto avevamo l'ambizione di costruire qualcosa di significativo per la vita di noi donne, mai avremmo immaginato a quante sfide e a quali gioie saremmo andate incontro. Avevamo un unico obiettivo: creare qualcosa che potesse avere un impatto positivo sulla vita di noi donne. Volevamo dare voce al 97% di donne che lottano quotidianamente con pensieri negativi riguardo alla propria immagine. Il desiderio di realizzare questo sogno ha tuttavia dovuto scontare le difficoltà di fare impresa in Italia e ad affrontare continue sfide che abbiamo sempre affrontato a testa alta, con determinazione e resilienza. Abbiamo costruito da zero un’azienda che è arrivata ad avere un team di 23 talenti, 3 negozi monomarca, una community di 80.000 persone e che ci sono valsi numerosi riconoscimenti. La verità è che non c’è nessuna università che ti prepara a ciò che significa essere imprenditore in Italia, venivamo da due mondi totalmente diversi, entrambe maestre di sci, una studi diplomatici e l’altra farmacia ma l’obiettivo e il sogno erano chiarissimi. Con ore infinite di lavoro abbiamo imparato tutto, passando dal fare i pacchi per le spedizioni a rapportarci con investitori e istituti finanziatori. Chitè ha seguito il classico percorso delle cosiddette “start up” italiane ed è cresciuta anche grazie all’apporto di investitori privati e fondi di investimento che sono diventati nostri soci. Il tempo ci ha messe di fronte a scelte complesse che non sempre hanno dato i ritorni aspettati. Abbiamo attraversato anni difficili dal punto di vista imprenditoriale tra una pandemia globale, guerre, inflazione e crollo del mercato degli investimenti. Ciononostante con il nostro team abbiamo lottato per portare avanti i valori della sostenibilità, responsabilità ed inclusività in cui abbiamo sempre creduto. Costruire la nostra credibilità non è stato immediato e negli anni abbiamo spesso dovuto affrontare momenti di sconforto o di delusione. Abbiamo la consapevolezza di aver dato tutto a Chitè, ogni singolo giorno, sacrificando praticamente tutti gli aspetti della nostra vita, con un solo rammarico: non aver creduto abbastanza in noi stesse e nel nostro istinto. Abbiamo acquisito un bagaglio di esperienza che è impagabile e che nessuno mai potrà toglierci. Ciò che stiamo vivendo è davvero difficile e doloroso ma ringraziamo infinitamente tutto l’amore che in questi anni è stato messo in Chitè da coloro che hanno lavorato con noi, dai clienti e dalla community, dalle influencer, dalle giornaliste e soprattutto da parte degli artigiani."